Avere rapporti carnali con delle “petite dame” non è più reato, grazie a Berlusconi. Comunque, per quelli di voi che desiderassero fare sesso con le ragazzine, starei ancora attento

noemi-3

L’ora è tragicomica: per effetto dell’assoluzione di Berlusconi Silvio è giusto chiedere, per conseguenze giurisprudenziali, l’immediata non punibilità di tutti quegli attempati giovanotti che si sollazzavano, anche recentemente, con le ragazzine  negli appartamenti ai Parioli. Sfortunato marito di Alessandra Mussolini, compreso. Anzi, propongo una rilettura di tutto il codice e di tutte le implicazioni che le attività sessuali comportano. Da oggi, con donne e uomini consenzienti, giovani o meno che siano, è lecito fare tutto, a prescindere da età e circostanze. A tal proposito (ma cosa sarà mai che mi suggerisce un tale abbinamento?), mi sovvengono parole dedicate da Catherine Millot a Gide, scrittore francese premio Nobel  per la letteratura, nel 1947. Gide, come molti sanno, fu la smentita vivente del luogo comune che vuole che non si possa avere tutto: conobbe l’amore con la moglie, le gioie della paternità con un altra donna, il piacere con i ragazzi. “E’ formidabile, cara amica, come non mi sia mancato niente nella vita”, esclamava un giorno, prendendo a testimone “la Petite Dame”, Maria van Rysselberghe.

“Petite Dame”, con quel poco di francese che ricordo, dovrebbe essere “ragazzina” se non, addirittura, una femmina più giovane di una ragazzina. Gide ebbe insieme obbrobrio e onori. Fosse questo è il nesso che trova il mio stanco cervello tra il raffinato autore francese e lo statista italiano? Per Gide, lo stesso scandalo che suscitò, contribuì a esaltarne la rispettabilità. Deve essere questo che me li mette insieme nel teatro della memoria. Lui (Gide) che ostentava gusti passibili dei tribunali per il codice penale, con l’età divenne, sempre di più, l’oggetto di una venerazione quasi unanime. Come Berlusconi che, grazie a Renzi, ogni giorno di più diventa esempio di come ci si deve comportare nella vita. Alla sua morte (intendo, per ora, quella di Gide), Paris-Match, simbolo – come giornale – di tutti i conformismi, celebrava, con un articolo di Bertrand d’Astorg, questa esistenza in cui la devianza e la violazione sistematica della legge seppe assumere il volto della saggezza. Deve essere questa analogia con un Berlusconi saggio custode delle istituzioni e della convivenza civile necessaria al risorgere della comunità italiana, che me li associa in queste ore di grande confusione.

Berlusconi, per la moglie (avida e invidiosa) e per alcuni magistrati sessuofobici (vedi la solita Ilda Boccassini) è stato un frequentatore consapevole di minorenni. Non commetteva reati, dice il Tribunale: lo faceva semplicemente, dico io, perché si voleva fotteva le ragazzine impunemente (mentre gli altri italiani “maschioni”, se li beccavano con carne giovane, li arrestavano seduta stante). Da ieri, l’ottuagenario (tra poco) detta la linea non solo sulla riforma del Senato ma anche e soprattutto rispetto a ciò che è lecito fare con le gallinelle giovani. Allerta satiri, baccanti e (forse) anche pedofili: da ieri, tutto è possibile!  Alla faccia di tutte le bacchettone tipo Lorella Zanardo e il loro obsoleto “Il corpo delle Donne”.

Gide ebbe fortuna, salute, amicizie, onori. Questi privilegi sono difficili da praticare; il modo in cui Gide ne usò è stato abbastanza bello perché oggi si ammiri quella sua vita e quella sua morte. Questi giudizi positivi, circolarono, in Francia, subito a ridosso del suicidio e tutta la vita di Gide apparì come un successo tanto da indurre a dubitare che esistesse una giustizia divina occupata inutilmente a rendere ignominiosa la fine di un peccatore scandaloso. Ma quale peccati, ma quali minorenni! Viva Gide, viva Berlusconi, viva la loro similare “modernità”, viva il valore assoluto di entrambi, amati da una società che rende omaggio a chi sconfessa pubblicamente i suoi valori ufficiali. Italiani, prendete atto: chi è rispettoso delle regole, è un povero stronzo! Solo in ultimo, mi sovviene che Gide si è suicidato e Berlusconi ancora no. Rimaniamo in trepida attesa dell’evento che possa sancire il completo gemellaggio. Comunque, ci accontenteremmo anche di un intervento “spintaneo” del Grande Architetto.

Leo Rugens/Oreste Grani