38°/La Calunnia – Alberto De Stefano e i suoi molossi

Come Franco Fiorito sa, non sempre gli avvocati noti per la loro ferocia e per le parcelle onerose, fanno la salvezza del reo.

Anzi, di questi tempi, con puntualità che a volte sorprende me stesso che l’avevo prevista, i colpevoli vengono arrestati e si preparano a pagare per quanto, con tracotanza al limite dell’incredibile, hanno fatto contro la Repubblica.

Questa resa dei conti, da me auspicata da anni quale condizione perché il Paese potesse incamminarsi su una via di serene prospettive e noi di Ipazia Preveggenza Tecnologica trovassimo nelle rinnovate condizioni politiche e sociali risposta alla nostra cultura di legalità, non riguarda solo chi ha operato a danno della collettività ma anche tutti quelli che della cultura della furbizia, dell’oblio, della violazione dei patti scritti o detti hanno fatto il loro credo e l’alimento del loro agire vessando i più deboli.

Anche questi figuri, come gli avidi, obesi protagonisti della partitocrazia, di fatto, operano a discapito degli interessi del Paese.

Soprattutto se i patti violati, non riguardano inadempienze amministrative in banali transazioni di compravendita di oro, o di pupazzi di cristallo Swarovski o orologi Swatch o di immobili accatastati con valori più o meno realistici ma la Strategia di Sicurezza Nazionale.

In tempi difficili quali quelli che da anni viviamo, la giurisprudenza si muove e si predispone, sia pur con lentezza, a cogliere le nuove modalità con cui i nemici della società e della convivenza civile operano contro le leggi.

Quelle già esistenti e quelle che si scriveranno nel divenire stesso delle cose.

Cambiano i reati e cambiano i comportamenti delinquenziali. Ma ciò che il silente Alberto De Stefano ha fatto e che ritiene di poter impunemente continuare a fare, con modi Urbani o incivili, circondandosi di inutili molossi, appartiene a ciò che leggi già considerano reato, come inutilmente, gli ho detto per anni e, come si evince da ciò che segue gli ho anche scritto:”

da:  Ipazia Preveggenza Tecnologica ipaziapt@gmail.com
a:  Alberto DE STEFANO <destefanoa.53@gmail.com>
ccn:  Ipazia Preveggenza Tecnologica <ipaziapt@gmail.com>
data:  09 maggio 2012 12:33
oggetto:  comunicazione
proveniente da:  gmail.com

Le modalità con cui ti stai sottraendo ai tuoi doveri morali e di legge, mi obbligano a suggerirti, un’ultima volta, di rinsavire e cambiare atteggiamento.

Il disegno che hai artatamente costruito per non farti trovare, in queste ore difficili (rese ancora più difficili dalla tua fuga e per gli inganni che hai saputo mettere in atto) nella responsabilità di amministratore unico delle società (Quadrato S.r.l., Ipazia Preveggenza Tecnologica S.c. a r.l, Lighea S.r.l.) di cui hai preteso di essere, dal primo giorno, la guida formale e il maggior azionista, quanto prima sarà denunciato, rendicontato e testimoniato da decine di attendibili vittime.

Tutte persone che ritieni di poter abbandonare dopo averle indotte per anni, a ritenere che l’Immobilfin Tuscolana srl avesse le caratteristiche per ereditare e sostenere il progetto Ipazia a cui ho dedicato tutta la mia vita e tutti i miei beni. Ho venduto fino ai libri e gli argenti di famiglia come tu sai. Tutto questo è filmato, registrato, documentato e sarà consegnato alle autorità competenti.

Hai inoltre raggirato Roberto Sicuro mettendolo al tuo posto di amministratore dicendoci che era per pochi giorni e perché la legge non ti trovasse nel conflitto di interessi tra chi vendeva e chi comprava. Subito dopo hai “sottratto” l’oggetto stesso (Immobilfin Tuscolana) del nostro accordo. Lasciando, viceversa, i “cerini” a Roberto Sicuro.

Così come avevi precedentemente distratto le garanzie promesse ad Ipazia per comprare il 50% del bar Fagiani 1926. Acquisto “fraudolento” che hai perpetrato in associazione con Zoffoli ed altri, di cui risponderai nell’ambito della narrazione a cui mi preparo.

Sarò costretto a chiederti, nelle sedi opportune, il motivo (che ancora mi sfugge) delle garanzie fideiussorie messe per proteggere Fabrica Engineering e il tuo amico Cristiano Costanzo utilizzando la firma di Quadrato srl, società nata per garantire Ipazia e il suo sviluppo e non quel mascalzone di Costanzo.

Prima di una inutile guerra tra disperati (perché tale ti considero nel tuo autolesionismo), ti invito a pagare immediatamente il dovuto a Lighea srl per il lavoro di valorizzazione del tuo bene in via Salinatore 7. Lavoro grazie al quale hai potuto ottenere l’affidamento dal MPS dei 650.000 euro che ti hanno consentito il perfezionamento dell’acquisto insieme ai 150.000 euro che avevo convinto Mauro Ferretti a consegnarti.

Tutti questi sforzi ti sono serviti per affittare a una signora per 10.000 euro mese il bene destinato a divenire, per nostri accordi presi già dal gennaio 2009, CasaNova24. Come sarà facile dimostrare in tribunale.

Paga almeno le fatture a Lighea e questa boccata di ossigeno potrebbe non far collassare tutta la struttura.

Ti invito inoltre a metterti a disposizione dei commercialisti Musso e Mano per compiere gli atti di legge necessari alla liquidazione delle società di cui sei per me, da sempre, l’amministratore, presidente e maggior azionista (finchè vivo giurerò che Roberto Sicuro non ha nessuna responsabilità) consentendomi di continuare a lavorare per salvare le vite e i diritti dei nostri collaboratori.

Non ti consiglio, viceversa, di continuare a contare sul fatto che avendo io prioritariamente a cuore il continuare ad agire per Ipazia e i suoi collaboratori, non abbia la forza e il tempo per dedicarmi a te e richiamarti alle tue responsabilità civili, penali e umane.

Per un calcolo cinico, sapendomi senza un centesimo e senza strumenti di legge per perseguirti e non avendo più le condizioni minime di sopravvivenza per me e la mia famiglia, potresti pensare di riuscire a non pagare il prezzo dei tuoi tradimenti.

Non sarà così.

Oreste Grani

P.S. Già in data 12/10/2011 ti avevo sollecitato su questi stessi argomenti senza avere mai risposta da parte tua. 

 

Ipazia Preveggenza Tecnologica

12/10/11

a Alberto, bcc: me

 

Caro Alberto, 

sento la necessità di scriverti queste righe.  

Ipazia nelle sue varie forme giuridiche (Ipazia PT, Ipazia Promos, Lighea, Orion, Rainbow, Quadrato) è entrata in una crisi di forma (non di sostanza) e si prepara, dopo lo stallo in cui vive (gli assegni che “ballano” nelle mani dei direttori delle banche), a precipitare al suolo, schiantandosi. 

Le modalità con cui le varie società del Gruppo si sono, da mesi, dovute alimentare, come noi sappiamo, nascono dalla inadeguatezza finanziaria di Quadrato Srl cassaforte svuotata, sin dai primi giorni di attività, dalle garanzie prestate a Fabrica Engineering Srl e mai recuperate per abilità truffaldina di Cristiano Costanzo, pigrizia o nostra incapacità negoziale e giuridica. La tempistica delle tue dimissioni da Amministratore di Quadrato Srl e da Ipazia PT, dimissioni decise perché non ti trovassi nella contraddittoria e incompatibile doppia veste di Amministratore anche di Immobilfin Tuscolana, è stata, a mio giudizio, decisa ed attuata con evidente eccessiva prudenza: distaccandoti formalmente da Quadrato e da Ipazia PT prima (mesi) che realmente fosse necessario e non diventando contestualmente Amministratore dell’Immobilfin Tuscolana (la nuova cassaforte decisa, da anni, perché ereditasse tutto il disegno-progetto-patrimonio che per anni abbiamo costruito) ha generato una vacatio che ha spaventato tutti. Banche, soci e me stesso. 

Le modalità con cui, alla fine, è stata acquistata la nuova società arca di Noè, si sono dimostrate una vera e propria trappola asfissiante per la povera Ipazia, i suoi diritti e le nostre stesse vite. Il piano imprenditoriale che avevamo, per anni, convenuto prevedeva che noi tutti atterrassimo in Immobilfin Tuscolana e, in poche ore, la trasformassimo nel luogo che per storia e garanzie potesse fare giustizia degli sforzi che tutti insieme avevamo compiuto. Per quello, tra l’altro, l’immobile posseduto da Immobilfin Tuscolana è stato studiato, progettato, valorizzato e ripulito unilateralmente dai nostri altri soci di fatto. 

Adesso, la fotografia del nostro aereomobile in stallo è questa: in cabina di pilotaggio di tutta Ipazia PT e di Quadrato c’è, da mesi, Roberto Sicuro che doveva essere messo ai comandi solo e unicamente per i minuti necessari all’atterraggio. Ad attenderci in Immobilfin Tuscolana c’è un semisconosciuto amministratore Francesco Faustini (l’ho potuto in tre anni incontrare una sola volta) che è, paradossalmente, amministratore di una società acquistata dalla tua famiglia al 100% e di cui il Faustini non possiede più una sola azione, ma di cui, al tempo stesso, non ti ha lasciato il comando formale della società. Inoltre, uno sconosciuto finanziatore dell’ultima ora (finanziatore di una cifra irrisoria, € 100.000,00, rispetto al valore del bene e del denaro che hai versato per completare l’acquisto e dei sacrifici che tutti noi abbiamo fatto per far sopravvivere Quadrato e Ipazia PT) ti ha dettato delle condizioni capestro per cui, mi hai detto, ti ha inibito l’uso amministrativo della società fino a quando non gli avessi restituito il denaro prestatoti. Un suo diritto, ma, questo, ritengo corrisponderà alla morte di Ipazia. Altro che ventilato suicidio di Cristiano Costanzo. Nel frattempo, i Roberto Sicuro, i Walter Benzi, per nostro conto e per il bene comune avevano messo il loro onore e le loro firme a disposizione del nostro disegno. Dopo anni di straordinaria capacità di sacrificio e di intelligente previsione di mercato (la più difficile previsione che si potesse immaginare, il tracollo del sistema economico così come lo conosciamo da sempre) alcuni di noi si schianteranno al suolo. 

Omissis…………………. per mettere ancora più al sicuro il rischio imprenditoriale implicito nel tuo acquisto dell’Immobilfin Tuscolana. Tutto questo accade nel giorno in cui altri da noi hanno risolto il problema di Ipazia International e si preparano a volare, anche per nostro conto, il 20/21 ottobre per chiudere gli accordi in Romania. Il denaro che ci sta mancando (€ 150.000,00) è immobilizzato solo da problemi di tipo giuridico-amministrativo: non abbiamo i bilanci in ordine, nel senso che non sono stati per tempo preparati e presentati e non abbiamo seguito le procedure di legge legate alla normativa fiscale. Ribadisco: i crediti, nettamente maggiori delle tensioni bancarie, non ci sono stati anticipati perché le nostre garanzie sono utilizzate (e anche lì non abbiamo mai risolto il problema di rapporto con l’Unicredit) per coprire i debiti fatti a suo tempo, sicuramente prima del mio incontro con lui, da Cristiano Costanzo. Quelle garanzie che avevamo sognato (la storia dell’Immobilfin Tuscolana) sono, per il racconto che mi hai fatto, evanescenti o di difficile utilizzazione. Bisogna quindi agire con la massima rapidità perché tutto non cessi. 

1. Si deve incontrare il tuo finanziatore dell’ultima ora e liberarti, seduta stante, dai tuoi impegni. 

2. Devi assumere il ruolo di amministratore in Immobilfin Tuscolana e presentare in banca la nuova compagine di fatto: Gruppo Ipazia Srl. 

3. Si devono mettere garanzie al Monte dei Paschi di Siena (chiamerò tutti, Piccini compreso, ad aiutarci) perché gli assegni di Walter Benzi non vengano protestati. 

4. Si deve iniziare la vendita delle mie quote della società di fatto Gruppo Ipazia così come è stato delineato da anni. 

5. Tutti i ricavi di queste vendite li metterò nella neosocietà (tranne una piccola cifra che ti è nota da tempo per non lasciare senza un centesimo mia moglie) per continuare il progetto imprenditoriale fino a quando sarà necessario. 

6. Tu devi mantenere il controllo dell’Immobilfin Tuscolana tranne il 15% dovuto a Progetto Mutuo e questo passaggio di quote va perfezionato. 

7. Dobbiamo riprendere il percorso condiviso e le modalità di alienazione delle quote decise secondo lo schema a suo tempo consegnato agli avvocati. 

Nella cultura di Ipazia non ci possono essere bad companies. Dobbiamo salvare tutti e ricordare tutto. Viceversa, mi batterò lo stesso fino all’ultimo respiro, ma è doveroso dirti che al sedicesimo giorno di permanenza ininterrotta (giorno e notte) presso i nostri uffici, se non avessi………, a cui devo un futuro, le persone care che ci hanno sostenuto e i “ragazzi” che hanno fiducia in me, oggi mi arrenderei alla vita e al pensiero pitagorico che, opportunamente, ricorda che il comune destino di tutti è morire e che si deve essere pronti, con animo sereno, al venire e al dipartire delle ricchezze e degli onori.

Oreste Grani 

P.S. Ricevo da ………. una lettera relazione che mi lascia perplesso rispetto alla valutazione di Immobilfin Tuscolana. Anche di questo è urgentissimo che noi ci si parli.”

Rimango in attesa che il magistrato mi convochi per chiarire, in particolare, le frasi “…per comprare il 50% del bar Fagiani 1926. Acquisto “fraudolento” che hai perpetrato in associazione con Zoffoli ed altri” da me sottoscritta in data 9/5/2012 e “… le modalità con cui le varie società del Gruppo si sono, da mesi, dovute alimentare…” da me sottoscritta in data 12/10/2011.

Caro Amalek, continui ad essere in buona compagnia, oltre che di nazisti, anche di furbetti vigliacchi in fuga.

Oreste Grani”

Questo sito, per la sua stessa natura e per la materia che tratta e le finalità del progetto Ipazia Preveggenza Tecnologica che ha legato le sue sorti al varo della necessaria Strategia di Sicurezza Nazionale, è volutamente e legittimamente attenzionato da chi di dovere, da quando è nato.

Ogni parola scritta, di cui mi assumo la responsabilità civile e penale, diventa, ipso facto, fonte aperta e pronta per essere spiegata, nelle sue implicazioni e articolazioni, alle Autorità che ne dovessero fare, in qualunque momento, richiesta.

Piccoli arroganti spaventapasseri, il blog di Leo Rugens (onorato pseudonimo di un patriota e silente servitore della Repubblica Italiana) è un ipertesto che volutamente ripercorre, senza lasciare nulla al caso, quanto realmente accaduto in Ipazia Preveggenza Tecnologica dalla sua fondazione e senza tema che, le cose da me narrate, possano essere smentite da chi che sia in presenza e sotto la garanzia protettiva dell’Autorità della Repubblica italiana.

Unica sede dove si potrà ristabilire la verità e le responsabilità di ciascuno.

I racconti parziali che ciascuno sente bisogno di fare per liberarsi delle proprie responsabilità o colpe, lasciano il tempo che trovano.

Sono i molossini, gli spennacchiati spaventapasseri, gli ultimi arruolati alla greppia dello spergiuro Alberto De Stefano che devono temere gli approfondimenti che prima o poi la legge mi chiederà di fornire. Non certo io che sono pronto a farlo.

Se si ritenesse che il mio stato di bisogno (prova lui stesso della mia onestà e dei miei cari) possa condizionarmi e alla fine, piegarmi al quieto vivere, vuol dire, non solo che siete quello che siete, ma non avete letto, con l’attenzione dovuta, quanto ho scritto: se non avete il coraggio di uccidermi preparatevi a cercare di riuscire a far mentire, in modo coordinato e credibile, più di 100 persone per bene che io citerò a garanzia di quanto affermo.

Ma mentire alla legge è una capacità che hanno solo pochi professionisti della menzogna.

I pubblici ministeri, quando ci si mettono con attenzione e passione (e quasi sempre lo fanno) sono più abili di tutti i cretini organizzati che ritengono di poterla fare franca.

Soprattutto quando ordiscono trame difensive o, cosa ancora più grave, proferiscono minacce indirizzate a donne indifese e ai loro bambini, in un groviglio maleodorante di vigliaccheria e di presunte impunità facendosi rappresentare da pluri pregiudicati con ancora, per vecchio vizio mai dismesso, le mani odoranti di sterco e di reati.

 

In fede

Oreste Grani