42°/La Calunnia – Il simulacro della verità non sostituisce la verità. A proposito di spaventapasseri, araba fenice e vigliacchi
“Sappiate cosa fece questa gente meschina, questa gente incosciente e folle: con le bandiere di grossa tela bianca che portavano, andavano avanti, gridando a perdifiato, pensando di spaventare i nemici, come si fa per gli uccelli nei campi d’avena, urlando, strillando, agitando le insegne al mattino, non appena fece chiaro!”.
Così Guglielmo di Tudèle descrive (sulla scorta di testimoni oculari) la tattica suicida degli assediati di Bézierse, il 22 luglio 1209 ai tempi della crociata contro i Catari.
La conseguenza di quella sortita fu non solo la rotta dei difensori, ma una fiorente città ridotta a “un ricettacolo di cadaveri sanguinanti e sfigurati”.
Al lettore medioevale (e spero anche ai pochi lettori del mio blog), non sarebbe probabilmente sfuggita la morale dell’intera storia.
L’esibizione della forza non basta contro un nemico deciso e agguerrito.
Il simulacro della verità non sostituisce la verità.
Gli spaventapasseri simulatori di verità sono, in realtà, giubbe morte, cappellacci per giustificare l’assenza di lineamenti umani, bastoni ricurvi.
Tutte cose utili a tenere lontani i liberi uccelli dal grano.
Il simulacro della verità non sostituisce la verità, come già è stato detto.
L’araba fenice non è un passero ma è creatura che non teme gli stracci ballonzolanti e le ossa sbiancate che li sostengono.
A noi due, vigliacco!
Oreste Grani
L’ha ripubblicato su Leo Rugense ha commentato:
Io sono ancora in Piazza Telematica e il perfido Amalak potrebbe essere prossimo a spirare. O.G.
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