46°/La Calunnia – San De Gennaro pensaci tu. In Finmeccanica la misura è colma

“Quando la politica annaspa, si fà largo la società incivile”.

Questo arguto pensiero di Alberto Statera ben descrive quanto, con volgarità e amoralità assoluta, da troppi anni, avviene in Finmeccanica.

La lettura una sola volta delle sbobinature delle telefonate intercorse tra Orsi e Maroni non è sufficiente per capire la gravità della situazione in cui versa il Paese.

È solo alla seconda, terza rilettura che si capisce che la misura è colma.

Ho, da anni e in solitudine, pre-descritto le caratteristiche delle relazioni pericolose alimentate da questo verminaio/termitaio eppure, io stesso non sono pronto a quanto sta accadendo e, soprattutto, a quanto questi dialoghi disvelino che siamo governati da gentarella ciuccia e presuntuosa. Lo dico da anni che quanto profetizzato da Mario Luzi, prima o poi, sarebbe accaduto e che ci saremmo trovati nel 2012 all’inizio del triennio terribile 2012-2014 nella drammatica necessità di reclutare in pochi giorni, una nuova classe dirigente selezionando e formando centinaia di manager all’altezza della complessità della cosidetta Rete delle Reti cioè dell’Eni, Enel, Ferrovie, Porti, Aereoporti, Telecomunicazioni e soprattutto Finmeccanica.

Già nel luglio del 2011 affermavo su “La Rivista dei Dioscuri”: “Inoltre, non risulta che l’Intelligence sia stata capace di impedire l’uso illegale e destabilizzante per il Paese che un management corrotto e disinteressato al bene comune ha fatto di Finmeccanica, entità strategica per la sicurezza dello Stato. Dove sono finiti i “criteri base” per la concessione dei nullaosta di segretezza? Come si può consentire a personaggi quali quelli che si aggiravano intorno al vertice di Finmeccanica di violare continuamente e nella sostanza i criteri di sicurezza previsti nella fabbricazione di materiali classificati, e ignorare che, comunque, quando si producono per Paese terzo, si ha il dovere prioritariamente di proteggere l’appartenenza e la riservatezza di quel bene al committente? Cos’altro è stata se non un atto di sfiducia verso Finmeccanica la disdetta della fornitura dell’elicottero commissionata dagli Stati Uniti per il Presidente Obama, disdetta annunciata dal Presidente in persona nel febbraio 2009 a pochi giorni dal suo insediamento ufficiale alla presidenza? Quell’episodio non aveva forse già annunciato tutto ciò che puntualmente poi è avvenuto in Finmeccanica? Dove è finita, in questi anni, la categoria dell’abilitazione, cioè la valutazione delle persone autorizzate ad avere accesso alle notizie o a partecipare comunque ad attività “classificate”? Che cos’è “classificabile” in un Lavitola o in un Mokbel? Dove sono le richieste e gli eventuali esiti positivi di concessione di NOS di Lavitola e di Mokbel? La verità è che non ci sono, e che questi signori si aggiravano nel labirinto delle nostre cose riservate senza nessuna autorizzazione”.

 

Per aver detto queste cose, mi hanno prima guardato con sospetto, poi isolato e infine hanno (tentato) di rovinarmi dal 14 febbraio 2012 con la complicità di Amalek e dei suoi accoliti utili idioti.

Orsi deve lasciare subito la posizione di comando, troppo delicata per un uomo a vocazione subalterna come ci appare prono davanti all’inutile Maroni. Orsi deve restituire alla collettività il denaro mal guadagnato.

Maroni, protetto dall’immunità parlamentare sarà condannato dagli eventi e dagli elettori.

Napolitano, Monti e “San De Gennaro” ci devono mettere una pezza urgentemente e fare il “miracolo”.

I Servizi (sia pur malandati come si trovano oggi e bisognosi anche loro di un repulisti) e Finmeccanica devono sinergicamente concorrere a rifondare il Paese varando la Strategia di Sicurezza Nazionale ridando così all’Italia una credibilità internazionale.

 

Oreste Grani