Giuliano Ferrara, vomitando insulti su Beppe Grillo, pensa di fermare il M5S?
Il 5 febbraio 2013 postavo una riflessione su Giuliano Ferrara dal titolo di facile e immediata lettura: Giuliano Ferrara, agente straniero, restituisca il denaro sottratto alle casse dello Stato italiano.
Ho pubblicato quei ragionamenti senza tema di essere smentito o querelato.
Ieri sera 17 febbraio, l’espanso Ferrara (vicino all’augurabile esplosione) è stato invitato a una trasmissione de La7 e ha potuto liberamente vomitare e defecare pensieri in diretta su Beppe Grillo “comico” senza la dovuta premessa cautelativa per il pubblico dei non addetti ai lavori che i conduttori Porro e Telese avrebbero dovuto fare. Ferrara non è un semplice iscritto al fascistissimo albo dei giornalisti o un ex rappresentante del popolo italiano eletto al parlamento europeo ma un inattendibile doppiogiochista reo confesso agente, per alcuni anni, della Cia.
Di quali anni parlava Ferrara quando si descriveva “agente della Cia”? Di quale Cia? Perché, c’è Cia e Cia, come c’è Sifar e Sifar, Sid e Sid, Sismi e Sismi, Sisde e Sisde.
La Cia che usufruiva delle informative di Giuliano Ferrara è quella di Robert Gates, Evans Hineman, Richard Stolz, Hanry Fitzwater e George Clare?
È la Cia che investigava sulla filiale BNL di Atlanta che finanziava con prestiti illegali Saddam Hussein o quella cara al Presidente George Bush senior? È la Cia dell’ammiraglio Stansfields Turner numero 1 dell’agenzia ai tempi Jimmy Carter? La Cia che pagava i vizi del super alimentato Giuliano Ferrara era quella che sosteneva che più che interessarsi di che fine avesse fatto l’arsenale atomico dell’ex Urss, ci si doveva guardare dal Giappone o dai paesi della Comunità europea Italia compresa?
È certo che durante il suo doppio gioco spesso Ferrara usufruiva di denaro che passava per la sede di BNL di via del Corso Roma, dove il suo padrone e “datore di lavoro” Bettino Craxi faceva gestire i soldi del finanziamento pubblico dei partiti e delle tangenti da Vincenzo Balsamo. In quel periodo, mentre lui spiava Craxi, era tenuto d’occhio da un altro bel capolavoro di doppiogiochismo che rispondeva al nome di Vanni Nisticò, leccaculo del materassaio di Arezzo-Licio Gelli. È quella stessa agenzia BNL che un rapporto Cia del 31 gennaio 1990 indica implicata nel flusso di denaro per l’Iraq di Saddam Hussein.
Quando parli di “Grillo inaffidabile”, agente straniero, ti riferisci alla tua amoralità e alla tua inaffidabilità?
Quando parli di “Grillo attore prezzolato” in realtà ti riferisci al tuo bisogno continuo e complusivo di soldi perché, tra l’altro sei anche un pessimo e sfigato giocatore di poker?
Dovessimo un giorno scoprire, alla morte di Giuliano Ferrara, che a forza di funambolismi e tradimenti, ha anche tradito la sua origine ebraica, la sua famiglia e tutto il suo dichiarato amore per Israele?
Meglio mille volte un Beppe Grillo I – secondo la saggia definizione di Christopher Andrew – piuttosto che un ricattabile giocatore di poker perdente che ogni giorno di più mi evoca nella mente un nome: Celeste di Porto.

Leontine Theresa “Lona” Cohen (1913-1992), cittadina americana e spia sovietica
Ferrara è uno che ha sempre sguazzato negli escrementi prodotti dai traditori dei benefattori. A che titolo lo si invita a parlare in una tv e gli si consente di esprimere giudizi su Beppe Grillo?
Oreste Grani