Anche (la) Chiesa (Giulietto) dice la sua sull’elezioni

Giulietto Chiesa – Inviato speciale da Mosca della “Stampa”, foto di Roby Shirer
Ricevo da un blog e rilancio. Alcuni mesi fa pubblicavo una bellissima foto di Giulietto Chiesa senza commento. Aspettavo un suo “testo intrigante” per abbinarla e pubblicarla.
Oreste Grani
Elezioni 2013, panico a palazzo: cosa si inventeranno i lavapiatti della Nato?
Elezioni 2013, panico a palazzo: cosa si inventeranno i lavapiatti della Nato?
di Giulietto Chiesa | 21 febbraio 2013
A pochi ore dal voto il palazzo è nel panico. Se ne sentono di ogni colore. Da quel poveraccio di Giannino, caleidoscopio vivente, che si è inventato il master in America, e due lauree finte (esagerato!); a Bersani, che forse progetta di comprare un mazzo di grillini; a Berlusconi, che sogna il sorpasso come nel famoso film; a Monti che, sempre più ieratico, celebra la messa nel tempio bancario con corredo di cagnolini. Quest’ultimo, francamente, è il più comico della compagnia.
Hanno paura. Le sedie traballano. Il fatto è che non sono abituati ad avere un’opposizione, e adesso ne avranno più d’una: che immaginano composta di selvaggi sconosciuti e vocianti, orde di popolo che stanno per invadere il parlamento. Che fare? Ci sarà da piangere e da ridere. Questo conferma quanto dissi prima che cominciasse la campagna elettorale: che si sarebbe dovuto fare ogni sforzo per costruire una unica lista di opposizione; che c’erano le condizioni per mettere in pericolo il premio di maggioranza al Pd.
Comunque una chiara maggioranza non ci sarà. Meglio così che affondare come dei topi nella trappola europea, per giunta senza formaggio. Dunque sarà opportuno prepararsi a ballare nel mare in tempesta. Del resto anche “loro” si preparano. Avrete notato che Napolitano è stato convocato a Washington, da Obama, a pochi giorni dal voto. Siamo all’impudenza, visto che non mi sovviene nulla di analogo. Di che avranno parlato?
Io penso abbiano parlato del ‘pasticcio italiano’. Risulta che si è parlato anche delle basi americane e Nato, in Italia. E anche questo non è stato evento casuale. Ma non si sono limitati a questo. Certamente uno dei punti all’ordine del giorno è stato la ‘crisi di governo’ che uscirà dalle urne. Notato il paradosso? Le urne dovrebbero produrre le condizioni per fare un governo e, invece, produrranno una crisi di governo. E dunque perché stupirsi se Napolitano fosse andato da Obama a spiegargli che si appresta a cucinargli, e cucinarci, un altro ‘governo tecnico’? Certo non sarà un Monti-2, perché Monti finirà quarto, addirittura dietro Grillo. E potrebbe non essere nemmeno un Bersani-1, che al massimo sta nella parte del cameriere del Bar Sport Centrale (con annessa ricevitoria del Lotto) di Reggio Emilia.
Impresa che potrebbe costringerli, i manovratori, a inventare un nuovo maggiordomo Goldman Sachs. Che sarebbe il loro ideale organizzatore dello shopping dei gioielli industriali italiani, con una privatizzazione da fare quasi invidia a quella del 1992. Fatta a base di dollari falsi, cioè inventati.
Il fatto è che il primo tentativo di governo che faranno produrrà, loro malgrado, un ‘gabinetto di guerra’. Avete dimenticato la Siria? Male. Tenetela presente perché andremo in Siria a zampettare nel sangue. Avete dimenticato l’Iran? Male. Tenetelo a mente, perché incombe un attacco israelo-americano, checché ne dica, o finga di dire, Barack Obama. Napolitano gli ha sussurrato nell’orecchio che “noi ci saremo”. Come al solito, per non smentire ciò che si dice nei corridoi di Bruxelles, cioè che noi siamo considerati i lavapiatti della Nato. Niente di nuovo.
E così avremo occasione di misurare la statura dell’opposizione in Parlamento. Già, perché questa volta ci sarà un’opposizione.