Verso una necessaria Strategia di Sicurezza Nazionale: QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA SICUREZZA DELL’OCCIDENTE.

A poche ore da quando, a mio giudizio e auspicio, in Parlamento, ci saranno occhi, orecchie e “antenne” (dei Grillini) nuove a sufficienza per accogliere un ragionamento sulla necessaria Strategia di Sicurezza Nazionale, rilancio un articolo di Antonio de Martini apparso il 20 febbraio 2013 su Il Corriere della Collera. Pubblico inoltre una “risposta” di Piero Laporta che, a quanto si legge, da anni prova, inutilmente, a far ragionare chi di dovere su questi argomenti. In entrambe le prose ci sono indicazioni chiarissime su come si può, da subito, spendere meno e meglio il denaro pubblico in tema di Sicurezza nazionale. In entrambe le prose ci sono denunce esplicite di comportamenti illeciti.  In entrambe le prose ci sono, dico io, suggerimenti strategici per i giovani e onesti esponenti del MoVimento 5 Stelle e per il lavoro che nel nuovo Parlamento si preparano a fare.

Come i pochi lettori del blog Leo Rugens sanno, l’Italia è orfana di una Strategia di Sicurezza Nazionale. Per il sottoscritto e i suoi collaboratori, invece, è arrivato il tempo che l’Italia se ne doti al pari di quasi tutti gli altri paesi.

Oreste Grani

QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA SICUREZZA DELL’OCCIDENTE. di Antonio de Martini

Alcuni episodi, tra loro slegati, avvenuti nel mondo in questi giorni danno l’esatta percezione che l’occidente nel suo complesso ha posto la sua sicurezza in mani e metodi sbagliati, costosi e snervanti per i cittadini e controproducenti per l’economia.

A mio avviso il sistema di sicurezza basato sul l’elettronica e su procedure standardizzate assorbe enormi ricchezze, concentrate nelle mani di pochi, non risolve nemmeno le più semplici problematiche poste dalla situazione ed è in mano a persone incapaci.

In Israele, una spia tenuta in una cella appositamente costruita – anche con circuiti TV interni – per la massima sorveglianza, si sarebbe impiccata senza che nessuno se ne accorgesse.
In Camerun, l’unico paese dell’Africa in cui non si è mai verificato un colpo di stato o una rivoluzione , sette cittadini Francesi sono stati rapiti senza che nessuno intervenisse a difesa.
Che farà la Francia? In edera anche il Camerun?
In Belgio, paese che ospita la NATO , la Unione Europea e una Monarchia (quindi almeno tre servizi di sicurezza), un commando di otto uomini armati ha fatto irruzione nell’aeroporto della
città , non enorme, rubando ben dieci chili di diamanti da un aereo della Swissair (quarto e quinto servizio di sicurezza) svanendo poi nel nulla senza sparare nemmeno un colpo a scopo intimidatorio.
Azione tanto più grave, in quanto ripetuta. Sono vecchio abbastanza da ricordare che la linea aerea svizzera subì un furto di oro in aeroporto con modalità analoghe, in un periodo in cui le costose misure di sicurezza non erano ancora state applicate.
La sicurezza installata nel frattempo, evidentemente non ha fatto alcuna differenza.

A proposito di aeroporti, posso dimostrare – se me lo chiedono – che annaffiare di pallottole i passeggeri di un volo El Al a Fiumicino e filarsela indenni è un gioco da ragazzi, benché ci siano polizia, carabinieri, GDF, controspionaggio e servizio israeliano di sicurezza che gestisce anche le procedure aeroportuali.
Questo implica che il servizio di sicurezza di questo aeroporto è solo un costoso doppione del servizio di cerimoniale addetto a snellire il check in dei VIP politici.
A fronte di questa sicurezza che riceviamo, la fattura pagata è sempre più cara.
Negli aeroporti, è creato un servizio di polizia parallela con uniformi, fregi, cappellini e turni per pausa caffè. L’attività consiste nel palpare le pudende dei viaggiatori sottoposti a procedure ridicole quando non umilianti.
Le attrezzature, oltre che dannose per la salute, costano molto e sono motivo di lucrosi appalti.
Le statistiche ci dicono che dal 1980 ad oggi non ci sono stati arresti, fermi o intercettazioni di armi.
Si continua perché si sono create carriere, ricchezze , rendite di posizione, centri di acquisto.
A Roma, militari bivaccano di fronte alla maggior parte delle ambasciate e dei consolati, immobilizzando uomini e mezzi (in genere inefficienti perché cannibalizzati nei pezzi di ricambio dai mezzi che devono muoversi per supplire alle carenze della logistica degli autoreparti). la dislocazione illustra in quali luoghi ci furono attentati negli scorsi decenni e non mostra alcuna immaginazione o capacità progettuale.
I militari costretti “all’ozio senza riposo” tipico di questo genere di corvée, flirtano con le colleghe, fanno telefonatine personali, fumano e pisolano a turno nella camionetta.
I politici usano questi addetti alla sicurezza come coadiutori personali o familiari. Pare che nessuno abbia letto quel che Alessandro Manzoni ha scritto sull’argomento dei “Bravi” e sulle “grida” in materia di sicurezza.
Eppure si tratta di letture da scuola secondaria per cui non è necessario fare master all’estero.

Commenti

  • piero laporta
    On febbraio 20, 2013 at 8:33 am
  • Caro Antonio, nel 1997 pubblicai su Limes uno studio accurato col quale dimostravo che l’Italia aveva un operatore di polizia ogni 150 abitanti (la Germania, per fare un esempio, era a 1/400). Già nel 1997 (tre lustri fa) eravamo il paese più poliziottato al mondo. Non se ne scandalizzò nessuno.
    Nel 1992 mandarono i soldati i Sicilia “per consentire al personale di polizia di godere delle ferie estive”.
    Ho rifatto l’inchiesta più di un anno fa, per il settimanale Il Mondo del Corsera. La situazione è peggiorata in maniera a un tempo orrida e grottesca.
    A richiesta mando una copia.
    Basti dire che alle polizie dello stato si sono sovrapposte quelle private, il cui costo occulto non è insignificante. La GDF ha una flotta aerea e navale degna d’una banana republic, ma anche CC e PdF non scherzano affatto. Abbiamo più Guardia costiera degli Usa, con le loro coste oceaniche e l’Alaska.
    Nel frattempo i generaloni delle FA, con le FA ridotte con le pezze al culo, continuano usi obbedir tacendo e tacendo… non per morire, piuttosto per elemosinare uno scranno in parlamento o un poltrona in un CDA, lieti sempre di avere in tasca la tessera del PNF, ieri il Partito Nazionale Fascista oggi Per Nutrire Famiglia (e talvolta più d’una, come si sa).
    Stammi bene