Israele e Iran. Il premio Oscar “Argo” è un altro mattone per costruire la Pace?
Alessandro Politi il 19 febbraio 2013 alle 23:51 scrive:
Google pensa che le reazioni iraniane ad un attacco siano minime. Che Israele sia lo stato più avanzato informaticamente dell’area e che il futuro può portare ad altra crescita anche in assenza di pace. Anzi proprio in assenza di pace ed in presenza di gestione del conflitto. Non credo diano un soldo per le intenzioni di pace di Netanyahu… come del resto i suoi probabili alleati di governo. Lo so, è meno affascinantemente futuristico, ma il futuro peggiore è quello che non vogliamo vedere perché non ci piace. Temo una guerra imminente, come lo era entro il 2012, Spero di sbagliarmi.
Pubblico con piacere il competente commento di uno studioso qual è Alessandro Politi a Google a Tel Aviv e Benyamin Netanyahu alla Knesset. La pace si sta avvicinando? e, colgo l’occasione per rilanciare, da spregiudicata principiante quale sono. Spero che Politi non se ne abbia a male (vedi breve curriculum).
Per farla breve aggiungo due considerazioni, il nuovo film Oscar “Argo” e le imminenti nuove elezioni in Israele.
La fonte aperta mi dice, con le parole di Roberto Escobar su l’Espresso: “Ma c’è dell’altro, nel suo film [Argo], e senza lieto fine. Prima di Khomeini, ricorda all’inizio la sceneggiatura, l’Iran viene governato da Mohammad Reza Pahlavi e dai suoi torturatori dopo che un colpo di Stato ha esautorato il presidente Mohammad Mossadeq, reo d’aver nazionalizzato il petrolio. Questo, suggeriscono Affleck e Terrio, spiega l’odio contro gli americani. E contro quest’odio si trova a “combattere” Hollywood. Intanto, aggiungono, in Afghanistan gli Usa cominciano a sostenere i talebani contro l’invasione sovietica“.
Questa è o no una “Operazione sorriso” dell’amministrazione Obama? Tanto più che il bel Affleck s’è anche fatto crescere un barbone ieratico, alla faccia dello spelacchiato Ahmadinejad, e s’è conquistato un Oscar come miglior film. Alla faccia di Spielberg (tornerò su Lincoln).
Del versante israeliano leggo invece il 21 febbraio: Intanto, a circa un mese dalla elezioni politiche, Israele aspetta di conoscere la composizione definitiva del nuovo governo del vincitore “azzoppato” Benjamin Netanyahu. Rispetto a quattro anni fa, il compito per il premier uscente si presenta però molto più complicato. La notizia degli ultimi giorni è la prossima investitura di Tzipi Livni, ex ministro degli Esteri e leader del partito centrista Hatnua (Il Movimento), a ministro della Giustizia. L’annuncio è arrivato a sorpresa, considerato che la Livni negli ultimi anni si era spostata su posizioni nettamente distanti rispetto a Netanyahu. Alla luce di questa nomina, il compromesso tra le parti sembra però ormai cosa fatta. Fra le sue priorità vi sarà anche quella di rilanciare il processo di pace con i palestinesi. Impresa difficile, per la cui riuscita interverrà personalmente il presidente americano Barack Obama, che ha programmato una visita a Gerusalemme e Ramallah per fine marzo (fonte lookoutnews.it).
A ciò aggiungo la previsione che questo governo non durerà a lungo (mi dispiace per Netanyahu e per il suo mentore Frosyth) e che non toccherà al primo sabra, a governare Israele, mettere il suo nome sotto la parola “Pace”.
Concludo osservando che Google è una macchina da soldi, oltre che di intelligence, formidabile. Quindi, quale posto migliore di Tel Aviv? Senonché, date le dimensioni della nuova sede, immagino che la raccolta pubblicitaria, il motore economico della società, verrà fatta anche al di fuori dei confini di Israele, dove immagino che una situazione di conflitto non dovrebbe giovare molto agli affari.
Dionisia
PS I sogni son desideri che nascono in fondo al cuor… certo poi che a leggere che la Turchia sta comprando sistemi di difesa militari da Israele vien da pensare che la voglia di giocare alla guerra a molti non passa proprio (vedi Perché la Turchia fa affari con Israele).