Maroni Roberto detto “Bobo” «dura minga dura no, non può durare».

Che cosa temono i lombardi?

I due bravi in attesa di Don Abbondio
La vittoria di Maroni Roberto detto Bobo, già “condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorni di reclusione per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, in relazione ai tafferugli durante la perquisizione della sede leghista di via Bellerio a Milano. Maroni, prima di finire in ospedale con il naso rotto, avrebbe tentato di mordere la caviglia di un agente di polizia. Di qui la condanna a 8 mesi in primo grado, poi dimezzata in appello e in Cassazione. Maroni è anche imputato a Verona come ex capo delle camicie verdi, insieme a una quarantina di dirigenti leghisti, con le accuse di attentato contro la Costituzione e l’integrità dello Stato e creazione di struttura paramilitare fuorilegge. Ma i primi due reati sono stati ampiamente ridimensionati da una riforma legislativa ad hoc, varata dal centrodestra nel 2005, allo scadere della penultima legislatura. Resta in piedi solo il terzo“, già bluesman, già Ministro degli Interni, già traditore di Bossi Umberto (avvistato a dare briciole di pane agli uccellini sulla panchina del parchetto di Gemonio) ed eletto alla presidenza delle Regione Lombardia, non è una notizia.
Si sapeva che il MoVimento 5 Stelle e la sua candidata Silvana Carcano sarebbero stati accusati di far perdere il centro sinistra, ma attenzione, dove sono finiti metà dei voti della Lega?
All’onesto Umberto Ambrosoli, se ce lo avesse chiesto, avremmo sconsigliato di fare la foglia di fico a un sistema politico che ha prodotto un Penati Filippo (PD) braccio destro del vincitore Bersani Pierluigi, imparerà la lezione.
Nelle prossime ore, ci toccherà quindi il penoso show di un avvocaticchio di Varese che con voce insopportabile rivendicherà una vittoria inutile. Maroni, quello la cui moglie lavora per Aermacchi, è sempre lo stesso che al telefono si faceva leccare le orecchie da un tale Orsi Giuseppe, manager dimessosi dalla presidenza di… Finmeccanica, per tangenti versate a generali indiani e, forse ma dico forse, anche alla Lega Nord: “A parte le conversazioni con Maroni del primo e 21 dicembre 2011 in cui Orsi afferma, tra l’altro, «io dico sempre, comunque, se non c’è Roberto Maroni a fare l’ultimo miglio, col cavolo che io qua c’ero», ce n’è una del 26 marzo 2012 con Marco Reguzzoni, ex capogruppo dei deputati leghisti, in cui i due si accordano per un appuntamento. «Io ti passerei a trovare allora, che con… un paio di cose da dirti – dice il politico -… Posso contattare la tua segreteria e fissiamo se è possibile venerdì mattina o pomeriggio». Risposta di Orsi: «Ti chiamo io direttamente per venerdì mattina, se vengo su».” (vedi articolo e quanto già postato in Leo Rugens).
La sfera di cristallo mi dice «dura minga dura no, non può durare» e con ciò voglio assicurare ai lettori del blog, che a breve si tornerà a votare anche in Lombardia e il prossimo condidato del M5S, altro che terzo, si piazzerà.
Tuttavia, se di Maroni e della Lega la fine è segnata, rimane un problema grave e difficile da risolvere, la Lombardia, la Grande malata d’Europa.
I lombardi che non l’hanno votato, per concludere, impietriti davanti all’apparente vittoria (l’ultima) del Bobo, non si capacitano di come, dopo avere sottostato per quasi due decenni al corrotto Formigoni Roberto, oggi si sorbiscono questo. Alla fine scopriremo che sotto sotto gli piace stare dove e come stanno. Eh, la capitale immorale d’Italia.
Dionisia
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