La prestigiosa e amata maratona di Boston pretesto per scatenare la guerra tra la gente

 

Mi imbarazza citarmi ma è doveroso farlo.

Il 23/7/2011 alle ore 14:47 scrivevo, ai miei collaboratori di Ipazia Preveggenza Tecnologica, sotto il titolo:

Primi esempi di guerra tra la gente

Il terrorismo non è la guerra dei poveri. Il terrorismo è la negazione della vita, la vita degli innocenti.

Quanto è avvenuto in Norvegia è l’esempio di “guerra tra la gente” di cui da tempo vi parlo. La guerra tra la gente non, quindi, il terrorismo a latere di guerre guerreggiate secondo canoni tradizionali. Le bombe di Oslo non sono le autobombe di Bagdad o le mine di Kabul. Stiamo vedendo un nuovo tipo di guerra che ci colpirà duramente durante il triennio incandescente 2012-2014. Chiunque vorrà portare la guerra tra la gente, per i più diversi e disparati motivi, fanatici islamisti, cristiani integralisti o estremisti di destra e di sinistra che siano cercherà, nell’altro da se, nel diverso secondo il proprio insindacabile giudizio, l’obiettivo sacrificale. L’innocente vicino di casa, odiato perché indifferente alle nostre “sacrosante ragioni” e alla “nostra visione del mondo”.

O il maratoneta appassionato o il suo pubblico gioioso: per i nemici dell’umanità va tutto bene. Ciò che sta avvenendo, in questi istanti a Boston, è una declinazione prevista di quella “guerra tra la gente” che, prima o poi, dopo l’11 settembre 2001, non poteva non riprendere anche sul territorio degli USA.

Altro che razzi paranoici nord coreani a lunga, corta o media gittata.

Oreste Grani