Dal 1998 al 2013 Giuseppe Grillo ha cambiato idea sul Presidente Stefano Rodotà. Questa è leadership

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Hanno fatto una legge ridicola per cui se perdi un’agendina con dei numeri di telefono rischi due anni di galera per diffusione di dati. Se vai in coma e i tuoi parenti ti vengono a trovare, all’ospedale non possono dire che sei ricoverato. Ti devono svegliare un attimo dal coma e farti firmare una carta. Geniale. Tutto per dare quei quattro o cinquecento milioni ai Rodotà, a questa gente che in fondo poteva anche andare a lavorare” tratto dal post del 30.11.12, Maltese: “La credono ancora un comico”. Grillo: “Per fortuna, così ti perdonano di dire la verità”

Così la pensava Giuseppe Grillo nel 1998 riguardo Stefano Rodotà.

Oggi, dopo le “Quirinarie”, dove Rodotà si è classificato al 3° posto nella lista degli eleggibili al Quirinale e dopo le rinunce di Gabanelli e Strada, Giuseppe Grillo ha sostenuto coerentemente la candidatura al Colle del Professore.

Questo è, a mio parere, uno splendido esempio di coerenza, di democrazia e di trasparenza nella gestione di un movimento rivoluzionario. Giuseppe Grillo si dimostra così, sempre di più, un leader o “un attivista politico” capace di mantenere la parola data ai suoi sostenitori ed elettori. Non ci vuole molto a capire, e gli italiano lo stanno capendo, che non è più credibile un agire politico autoreferenziale, chiuso nei propri equilibri di potere e avulso dalla realtà, sopratutto economica, della Nazione.

Mentre aumentano i disoccupati e i cassaintegrati, mentre le aziende falliscono, mentre il Mediterraneo sente levarsi venti di guerra, mentre Germania e Francia sono pronte a spogliarci del patrimonio industriale, mentre vengono arrestati decine di dirigenti del gruppo Finmeccanica legati al SISTRI, i due leader di PD e PDL (Bersani e Alfano) si abbracciano sotto gli occhi del Parlamento e dei cittadini. Quale migliore rappresentazione del concetto “ladri di Pisa”, litiganti di giorno e spartitori del bottino la notte?

Da un lato un Grillo che accetta senza discutere la scelta dei cittadini elettori, dall’altro i sostenitori del PD che, smarriti, bruciano la propria tessera. Che altro aggiungere?

Noto, infine, che questa è la prima elezione di un Presidente della Repubblica che avviene nell’era di Facebook. Centinaia di migliaia di cittadini si confrontano, si insultano, si pentono, gioiscono, minacciano, irridono. Non era mai accaduto e per la prima volta, forse, si comincia a comprendere quanto sia vicina la possibilità di esprimere direttamente anche il proprio voto, cosa che di fatto accade, nel momento in cui dei perfetti sconosciuti esprimono ripetutamente la propria preferenza.

“Internet è la democrazia” proclamava Grillo nel 1994, forse quella predizione si è già avverata, se è vero che per contrastare la rivolta, Bashar al-Assad, in Siria, ha bloccato proprio i social network, avendo visto cosa era successo in Tunisia ed Egitto. Sebbene in ritardo, forse la primavera è arrivata anche in Italia.

Dionisia