Il suicidio collettivo del gruppo dirigente bersaniano/dalemiano comincia a far giustizia degli orrori da loro perpetuati.

Jonestown, il più grande suicidio di massa della storia  ... prima di quello del PD

Jonestown, il più grande suicidio di massa della storia … prima di quello del PD

Il 28 novembre 2012 consigliavo i pochi lettori di Leo Rugens (ora siete molti di più) di leggere il risultato delle primarie appena svolta nel PD, con opportuna prudenza:

IL 2,7% DEGLI ITALIANI AVENTI DIRITTO AL VOTO HANNO SCELTO BERSANI… E LUI È CONTENTO

28 novembre 2012

“Se perdo, sono un pollo”: parola di Bersani/Amadori, come lo ha etichettato il sempre più ispirato Crozza.

“Se perdo, mi faccio un partito per i cazzi miei e valgo almeno il 25%”: parola del rotto-amatore Renzi.

Comuque vada questa sera, voleranno pesci nel faccia a faccia in RAI.

Tenete presente, miei pochi lettori, che i due contendenti, più gli sforzi di Puppato, Tabacci e Vendola rappresentano il 6% degli aventi diritto al voto, che sono 47 milioni in Italia e 2.7 milioni nel Mondo; arrotondando diciamo che sono 50 milioni circa.

I voti espressi nella kermesse delle primarie sono stati 3,1 milioni, cioè il 6%. Bersani, quindi, pavoneggiandosi della straordinaria mobilitazione e dei suoi consensi in particolare, parla del 45% del 6%, cioè del 2,7% degli aventi diritto.

Attenzione quindi, italiani, alle suggestioni mediatiche e alle manipolazioni dei numeri.

Intanto guardiamoci questa sera (28.11) il duello all’ultimo sangue.

Oreste Grani

Oggi è chiaro anche ai cretini organizzati della stampa italiana che cosa volessi dire quando dicevo che il ciuccio presuntuoso Bersani aveva raccolto “solo” il 2.7%. Non era legittimato da nessun rilevante consenso popolare, e solo una cieca arroganza (e troppa permessività dei cittadini) gli ha consentito di dissipare mesi preziosi per la salvezza della Repubblica. Il tanto vituperato (dalla stampa serva) incontro con il MoVimento 5 Stelle, mandato in streaming, aveva già rivelato, ad occhi attenti, chi sarebbe andato a schiantarsi contro un muro di granito e chi provava a servire la collettività.

Ora che il pollo Bersani/Amadori è stato bollito, è chiaro a tutti che, il Partito Comunista Italiano, che avrebbe dovuto fare nel 1992-93 la stessa fine della DC, si salvò solo per i silenzi di Primo Greganti. Ora, finalmente si è suicidato. Tormentato dai sensi di colpa come mi piace romanticamente pensare.

Questo suicidio collettivo mi obbliga a ricordare, subito dopo, quello recente di David Rossi a Siena per la nota vicenda del MPS. Non dobbiamo dimenticare le modalità con cui si è voluti giungere, muti, sordi e ciechi, a questo orrore. È doveroso che io ricordi di aver inutilmente illustrato, con anni di anticipo, con parole e scritti, con metafore e analogie, a Maurizio Migliavacca (ritenendo quindi di parlare con il PD),  il pensiero profetico del maestro Mario Luzi e su quanto non poteva non accadere, prima a Siena e poi nel Paese. Nessuno di quelli che erano stati avvertiti da me e dai miei collaboratori potranno dirsi ignari e quindi innocenti. La storia e gli archivi di Stato vi inchiodano.

Oreste Grani