Pasolini Pietà per La Nazione…Pietà per La Nazione i cui Uomini Sono Pecore Pasolini…pierpaolo pasolini pietà… ovvero l’occasione mancata

Lawrence Ferlinghetti
Da ore, in questa fase drammatica della vita della mia amata Italia, mi chiedo perché dopo che era stato postato il 1 marzo del 2013, destando qualche attenzione, solo ieri ed oggi, un numero “stupefacente” di cittadini arrivano a Leo Rugens per leggere questo testo:
Pietà per la nazione
Lawrence Ferlinghetti
Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore
e i cui pastori sono guide cattive
Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi
i cui saggi sono messi a tacere
Pietà per la nazione che non alza la propria voce
tranne che per lodare i conquistatori
e acclamare i prepotenti come eroi
e che aspira a comandare il mondo
con la forza e la tortura
Pietà per la nazione che non conosce
nessun’altra lingua se non la propria
nessun’altra cultura se non la propria
Pietà per la nazione il cui fiato è danaro
e che dorme il sonno di quelli
con la pancia troppo piena
Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini
che permettono che i propri diritti vengano erosi
e le proprie libertà spazzate via
Patria mia, lacrime di te
dolce terra di libertà!
La poesia “Pietà per la nazione” fu scritta da Lawrence Ferlinghetti, in occasione del cinquantenario della pubblicazione di On the Road di Jack Kerouac, manifesto della Beat Generation, ispirandosi ai versi del poeta libanese Kahlil Gibran.

Pier Paolo Pasolini
La risposta è ovvia: è perché le parole “pietà per la Nazione…” conducono telematicamente fino a noi per quei sentieri intelligenti che solo il tanto vituperato web sa tracciare. Evidentemente gli italiani cercano testi e parole soccorritrici davanti a tanta spudorata aggressività della oligarchia partitocratica.
Cercano splendore di parole e calore di sentimento per farsi sostenere nella necessaria lotta contro l’onnipotenza degli espedienti machiavellici della politica, contro le mummie teocratiche che rimorchiano il Medio Evo spacciandolo per futuro, contro i gerarchetti proni al denaro senza dignità sin dai propositi.
Gente muta ad ogni vasto concetto; vuoti ad ogni profonda dottrina; aborrenti la dritta via. Sempre esitanti nello scegliere una via per lottare in favore di un ideale, di una passione che si “sente” giusta. Piccoli burocrati che hanno preferito essere codardi e tradire il loro stesso futuro piuttosto che imboccare la strada dell’onestà che gli era stata mostrata. Questa era l’opportunità implicita nella candidatura del professore Stefano Rodotà.
La “nostra gente” è smarrita; è incredula che i “ladri di Pisa”, gettata la maschera diurna, osino tanto! Compatrioti miei, ancora non avete visto nulla! Preparatevi perché, dopo le mummie di Todo Modo di sciasciana memoria, potrebbero irrompere gli ectoplasmi della cosiddetta banda della Magliana:
Franco Giuseppucci detto Negro – (1947 – 1980)/ Enrico De Pedis detto Renatino – (1954 – 1990)/ Claudio Sicilia detto Vesuviano – (1949 – 1991)/ Angelo De Angelis detto Catena – (1954 – 1983)/ Edoardo Toscano detto Operaietto – (1953 – 1989)/ Danilo Abbruciati detto Camaleonte – (1944 – 1982)/ Marcello Colafigli detto Marcellone – (1954)/ Antonio Mancini detto Accattone – (1948)/ Enrico Nicoletti – (1936)/ Maurizio Abbatino detto Crispino – (1954)/ Fabiola Moretti – (1954)/ Ernesto Diotallevi/ Vittorio Carnovale detto Coniglio – (1957)/ Fulvio Lucioli detto Sorcio – (1954)/ Giovanni Girlando detto Gianni il roscio – (1956 – 1990)/ Gianfranco Urbani detto Pantera – (1938)/ Raffaele Pernasetti detto Palletta – (1950)/ Nicolino Selis detto Sardo – (1952 – 1981)/ Antonio Leccese detto Ricciolodoro o Tonino – (1956 – 1981)/ Giuseppe Magliolo detto Killer – (1948 – 1981)/ Roberto Fittirillo – (1954)/ Salvatore Nigro – (1953 – 1997)/ Paolo Frau detto Paoletto – (1949 – 2002)/ Giuseppe Valentini detto Tortellino – (1967 – 2005)/ Umberto Morzilli detto Umbertino – (1957 – 2008)/ Emidio Salomone – (1955 – 2009)/ Libero Angelico detto Rufetto / Angelo Cassani detto Ciletto
Oreste Grani
P.S.: i versi che tanto stanno emozionando, non sono stati scritti da Pier Paolo Pasolini ma da Lawrence Ferlinghetti e straordinariamente valorizzati da Pasolini. Questo per chiarezza e per amore di verità.
Consentitemi di aggiungere, come testo poetico e politico, le parole ragionate di Mario Luzi dedicate alle “macerie” e a Ipazia possibile soccorritrice, in tanta tragedia:

Mario Luzi
Oh cara, dappertutto c’è divisione: tra ciò che si muove e ciò che sta,
tra ciò che si disgrega e corre verso la gola spalancata del futuro
e ciò che si aggrappa alle macerie per resistere.
Ipazia è la coscienza di questo, e in più la forza che accelera il moto.
Non sono con lei, non la seguo, sono troppo perplesso e tardo,
ma non posso non ascoltarla quando argomenta e fa gemere la discordia
e vibrare la gioventù del mondo.
Mario Luzi
L’ha ripubblicato su Leo Rugense ha commentato:
La campana ha suonato per il poeta.
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