Le 5 Stelle a noi, gli Alemanno a voi
Il testo seguente è una risposta ai commenti di un lettore, Carlo, al post Le farneticazioni di Riccardo Pacifici su Giuseppe Grillo “nazista” non aiutano la pace, la convivenza civile, l’Italia.
Caro Carlo,
“laddove cresce il pericolo, cresce anche la salvezza” ci ricorda il filosofo e sociologo Edgar Morin citando il poeta Friedrich Hölderlin.
Pericolo, a mio giudizio, in cui ci hanno precipitato donne e uomini delle oligarchie partitocratiche, da troppi anni (prima cioè della nascita del Movimento 5 Stelle) intenti solo a confezionare misfatti e vergogne contro la Repubblica democratica, figlia della lotta vittoriosa contro la dittatura nazifascista. Salvezza che, certamente, non può venire da Gianni Alemanno e i suoi alleati Silvio Berlusconi, Bobo Maroni, Francesco Storace, Ignazio La Russa, come invece, per troppo tempo, Riccardo Pacifici ha ritenuto.
Odio gli sterotipi e i luoghi comuni, i quali hanno il sentore di anticamera della ricerca del capro espiatrio, e mi scuso per le semplificazioni che seguono.
La dirigenza dei partiti e dei sindacati, nella forma e sostanza che oggi si è data (non quindi come dovrebbe essere) è complice di chi, adorando le leggi economiche fatali, rende la società sempre meno giusta, sempre più controllata dai nemici della meritorcrazia, sempre più schiava di pochissime mani.
Partiti e sindacati, così come oggi si presentano agli onesti osservatori, sono luoghi organizzati dove il denaro impera e la leadership anziana, scaltara, spesso corrotta, mai frutto di selezione ma sempre di cooptazione, con nessun interesse a cambiare le cose, tutta proiettata a proteggere la propria persona, crea contesti e sistemi di valore che scoraggiano il merito premiando i fedeli ossequiosi e non i migliori.
Tutto questo a prescindere da Giuseppe Grillo e il Movimento 5 Stelle. Movimento che a me sembra composto, nella sua maggioranza, da donne e uomini che, non potendone più di tanta arroganza, si sono organizzati per reagire a questa dittatura.
Quelli che sognano, non vogliono tornare a vecchie ortodossie collettive ma provare a trovare soluzioni tagliate su misura all’esperienza dei singoli. È sempre Morin che parla, prevedendo la nascita di piccole nuove utopie come il microcredito, il telelavoro, l’esodo da metropoli disumane, la cura delle persone anziane. In una frase “il ritorno all’etica”. La cultura materialistica, suggerisce Morin, avrà un declino inesorabile.
«Abbiamo finalmente l’occasione di ripensare la nostra civiltà prima che sia troppo tardi» ha detto il sociologo in una lunga intervista al Journal du Dimanche. «Per troppo tempo abbiamo creduto che lo sviluppo tecnologico ed economico sarebbe stato la locomotiva della democrazia e del benessere. Oggi bisogna cambiare l’egemonia della quantità in favore della qualità e di beni immateriali come l’amore e la felicità»… «Ci hanno insegnato a pensare per compartimenti fissi, a seconda delle specializzazioni e così manca un metodo per collegare le diverse conoscenze. Non si possono, per esempio, separare le riforme economiche da quelle sociali». «Il nostro futuro si è fermato negli anni Sessanta e Settanta, con la fine delle ideologie». Ma non è il momento di tornare a vecchie ortodossie collettive: bisogna anzi avere una «pensiero complesso» capace di trovare soluzioni tagliate su misura all’esperienza dei singoli. Morin prevede la nascita di piccole, nuove utopie. Come il micro-credito, il telelavoro, l’esodo da metropoli «disumane» verso la campagna, l’incremento dell’agricoltura biologica, la cura delle persone anziane. In una frase: «Il ritorno dell’etica». La cultura materialista, sentenzia il sociologo, avrà un declino inesorabile. Ci vorranno ancora anni, forse decenni. Ma prima o poi sarà sostituita dalla cultura dell’immateriale. «È anche l’unico modo che ci rimane per consentire a tutti di vivere sulla stessa Terra» aggiunge. «Stiamo combattendo la battaglia più difficile: quella per la sopravvivenza dell’umanità». L’anziano pensatore non si cura degli indicatori economici, e fa professione di un ostinato ottimismo. «Impossibile prevedere il nuovo guardando al passato. Un osservatore che fosse capitato sulla Terra quindicimila anni fa non avrebbe potuto immaginare la nostra civiltà industriale. È già successo che ciò che era ritenuto improbabile sia diventato realtà. Succederà ancora» da “La crisi occasione straordinaria ci libererà dal pensiero unico” di Anais Ginori, La Repubblica 29.12.08.
Ritengo che i vent’anni già concessi agli Alemanno, Berlusconi, La Russa, Maroni, Storace, siano stati troppi.
Preferisco rischiare con le donne e gli uomini, per ora onesti, del M5S.
A voi Gianni Alemanno
Oreste Grani
Oreste,
grazie innanzitutto per la risposta. Quello che lei dice dei partiti è più o meno condivisibile (io personalmente le darei anche ragione) ma ha poco a che vedere con ciò che scrivevo io. Sul suo commento odierno vorrei dire però un paio di cose:
1. Quelle oligarchoe partitocratiche fino a cinque anni fa ci andavamo apparentemente benissimo. Lei dirà, embé? Niente, osservo io. E’ solo che a sentire l’indignazione di questi mesi con quel “noi contro di voi” ripetuto ossessivamente, parrebbe quasi che un 25% di italiani sia arrivato ora in questo paese e non abbia nessuna responsabilità nel ventennio passato. Mi pare un po’ comodo, ma soprattutto mi pare molto in sintonia con il nostro carattere nazionale. Anche all’indomani del 25 luglio non si trovava un fascista in Italia neanche a pagarlo. E i partigiani, ah! Nel 1945 divennero improvvisamente milioni. Noi italiani su queste cose siamo maledettamente in gamba.
2. Se un tipo di istituzione – poiniamo il sindacato vah; è anche l’esempio che fa lei – funziona male (e le posso dare ragione) la mia soluzione è aggiustarlo, tanto più se si ritiene che la sua funzione sia indispensabile. Se invece si ritiene che non serva e che il lavoratore sia perfettamente in grado di tutelarsi da solo (certo, come no…), allora diventa concepibile l’altra soluzione: l’eliminazione. Cioè, se una cosa funzionicchia anziché funzionare perfettamente, che facciamo noi? La buttiamo, così.
Questo dell’abolizione del sindacato per me è un pensiero abbastanza fascista; come lo è quello dell’abolizione dei partiti, e mi sembra sinceramente stupefacente che stuoli di persone intelligenti non si domandino quanti partiti c’erano nel Reichstag tedesco tra 1933 e 1945 o nel Parlamento italiano durante il ventennio; né che si domandino quante democrazie monopartito esistano al mondo*.
Qua è in atto una sorta di falso sillogismo, che i padroni del M5S articolano consapevoli della sua falsità e che milioni di elettori si bevono in fede più o meno buona:
1. La corruzione e il clientelismo sono grossi problemi (vero)
2. Tutti i partiti sono corrotti (frase estremamente soggettiva dal significato variabilissimo)
3. Dunque i partiti vanno aboliti.
Detta in altro modo: poiché corruzione e clientelismo sono enormi mali italiani e poiché la loro causa è costituita dai partiti, allora istituendo una dittatura monopartito elimineremo corruzione e clientelismo.
Ecco, messa così la natura fascista dell’operazione diventa un po’ più evidente.
Gliela metto in altro modo, forse per lei meno intollerabile: microcredito, telelavoro, cura degli anziani (purché non si abolisca l’INPS; Grillo ha detto anche questo), ripudio vero della guerra sono tutte cose rispettabilissime ma non richiedono una dittatura per essere realizzate; una dittatura oltre a queste cose ce ne regalerebbe tante altre cui – a differenza di oggi – non potremmo dire di no; anzi neppure ce ne accorgeremmo, perché una dittatura organizza il consenso (mettendo tutto in buona luce) e reprime il dissenso (innanzitutto impedendogli di manifestarsi). Tant’è che il regime nazista fu forse il sistema politico più corrotto nella storia della Germania pur essendo andato al potere con una piattaforma anticorruzione non dissimile da quella grillina (politici tutti uguali e corrotti da mandare a casa e sostituire con un vero governo dei cittadini. Loro lo chiamavano volkish ma il concetto era quello: un governo e un partito che rappresentassero tutto il popolo anziché piccoli e meschini interessi di parte). Per non parlare di altre decisioni disastrose che vennero prese senza nessun dibattito o condivisione pubblica, perché la dittatura è anche e soprattutto questo: l’impossibilità di contrastare in alcun modo le cose che non piacciono.
Finisco con un commento al suo invito, “a voi la gente come Alemanno e a noi gli onest’uomini del M5S”. Premesso che se Alemanno compie reati il suo posto è in galera e non al Campidoglio, in caso contrario vorrei essere io a poter scegliere – tramite il voto – chi far diventare sindaco di Roma. Se non voto Alemanno vorrei che sia perché l’ho giudicato (io) un pessimo sindaco e non perché un altro signore di nome Beppe Grillo ha deciso in anticipo che Alemanno e tutti gli altri politici sono indegni di diventare sindaci o parlamentari e che questo diritto spetta solo ai suoi “onest’uomini”. A me non spaventa una scheda elettorale lunga un metro e venti. Ne spaventa una con un solo simbolo.
Proprio ieri il signore da cui le farneticazioni di Pacifici ci mettono in guardia ha chiesto “la vittoria totale” e il 30% “per prenderci questo paese” oltre ad avvisarci (ancora!) che lui è l’unica alternativa alle barricate. Però sarebbero le dichiarazioni di Pacifici a mettere a rischio la convivenza civile, mah.
Anche per questo le chiedevo e le chiedo ancora. Qual’è la convivenza civile che auspicate? Quale la vostra idea di pace sociale?
La mia idea è che in una società esistono interessi contrapposti e che sia necessario rappresentarli politicamente (rendendoli visibili) e mediare tra essi. E’ un’idea fondamentalmente di sinistra, che si contrappone a un’idea di destra altrettanto forte (ma per me falsa ed ipocrita): che esistano entità collettive (popolo / nazione) armoniose ed omogenee nelle quali elementi esterni creano artificialmente divisioni per i loro scopi. Era l’idea di Hitler, di Mussolini, e a me pare proprio anche di Grillo e Casaleggio. Quel “siamo noi le parti sociali” della Lombardi è un’affermazione gravissima ma del tutto in sintonia con la visione del movimento.
L’amicizia di Pacifici con Alemanno sarà riprovevole dal punto di vista politico ma nulla toglie a quello che ha detto; ed infatti né Grillo né chi l’ha criticato nella comunità ebraica hanno risposto nel merito. Pure ciò è significativo. Perché nessuno risponde nel merito quando si cerca di far riflettere sulle implicazioni del concetto “aboliamo i partiti”?
* risposta: 0
"Mi piace""Mi piace"
Per anni mi sono recata al mercato per acquistare frutta e verdura. Con poca soddisfazione: la merce era di scarsa qualità, il prezzo altissimo e spesso non ricevevo lo scontrino. Un giorno trovo un nuovo venditore che ha ottenuto la sua regolare licenza, espone merce dall’aspetto più fresco, di maggiore varietà, dal costo inferiore e dalla provenienza nota, oltre ad emettere lo scontrino. È il libero mercato.
Mi permetto, Paolo, due osservazioni.
La Prima. “Nessun sistema politico si presenta con le stesse identiche caratteristiche di quello precedente; questo vale per la democrazia ma vale anche per le dittature”, lei scrive. Condivido. Ma allora perché sottolinea quelle che a suo dire sono le analogie e non le differenze? Perché non ha fiducia della tenuta democratica del Paese? Perché non ha fiducia che i partiti sappiano arginare il M5S? Forse perché sa benissimo che di democratico hanno solo la facciata e che sono stati capaci di pervertire le regole della democrazia creando un blocco di potere che si tramanda di padre in figlio o da zio a nipote. Se poi fascista è chi fascista fa, a me pare che i ragionamenti quotidiani di Giuseppe Grillo e del Movimento (si badi bene, non un “partito”) riguardino un’ampia gamma di questioni, la cui realizzazione è possibile a patto che l’attuale classe politica (i vertici) se ne vada.
La seconda. Quale convivenza? Le rispondo a titolo personale: la convivenza descritta dalla Costituzione italiana (l’unica alla quale mi sento tenuto a rispondere) e la convivenza descritta dalla legge morale dentro di me.
Non certo la convivenza imposta dal crimine organizzato, dalla corruzione, dalle rendite di posizione.
Paolo, non abbia timore, di tiranni che fanno ridere i loro sostenitori, e dotati di pubblica autoironia, non se ne sono mai visti, né mai si vedranno.
Dionisia
"Mi piace""Mi piace"
@dionisia
Libero mercato quello con un solo venditore nella piazza? Uno solo e senza possibilità di cambiamento, perché gli altri “sono stati mandati tutti a casa”? Ha un bizzarro concetto di libero mercato.
Rispondo alle sue osservazioni. Non esistono nella storia umana infiniti sistemi politici. Libertà, controllo, rappresentatività, equilibrio tra interessi contrapposti si rincontrano ovunque in differenti proporzioni. Di democrazie rappresentative ne sono esistite tante, ognuna con le sue caratteristiche peculiari. Ciò non impedisce di inserirle tutte nella stessa categoria politica. Lo stesso vale per le ditttature.
Al M5S mancano alcuni elementi caratterizzanti il fascismo: il nazionalismo espansivo (è invece presente il suo fratello: l’isolazionismo), la violenza fisica (quella verbale invece ci sta tutta), il culto della tradizione, etc. Ciò basta, a chi si ferma all’apparenza, per ignorare il resto.
Non la farò lunga. Io lo chiedo e lo richiedo ma nessuno risponde. Quanti partiti c’erano nel Reichstag tedesco tra il 1933 e il 1945? Quanti nel parlamento italiano durante il ventennio? Quante democrazie con un solo partito esistono al mondo? Come si chiama un partito del genere?
E’ come se milioni di italiani non riuscissero .a fare quel piccolissimo passaggio logico implicito nel concetto di abolire i partiti, spegnerli, mandare tutti a casa.
Il partito di Grillo lo può chiamare anche papera se le fa piacere. Resta sempre un partito, ad oggi il meno democratico di tutti. Però mi rendo conto che se non si accorge che difendere la democrazia con le espulsioni è come difendere la non violenza a suon di botte, quello che io scrivo è abbastanza inutile.
Ah, Grillo non parla di classe politica: parla proprio di partiti. Non faccia l’ingenua oltre il necessario. Nel programma di Grillo, almeno quello espresso pubblicamente, non c’è la riforma dei partiti ma la loro abolizione. C’è una grossa differenza. Di quanto sia auspicabile tutto ciò, ne riparleremo quando ci troveremo con una scheda elettorale con sopra un unico simbolo.
La mia domanda sulla convivenza nasce da un’asserzione del signor Grani, secondo cui Pacifici – quando dice ai suoi correligionari di cominciare a preparare le valigie perché nel M5S ci sono elementi del fascismo – minaccia la convivenza civile. Al che mi chiedo; se il padrone di un partito che ha preso oltre il 25% dei voti ha scritto un libro dal titolo “siamo in guerra” (“la mia battaglia” era già preso), vuole governare da solo (unico partito italiano dal secondo dopoguerra e secondo dopo il Partito Nazionale Fascista), abolire tutti gli altri partiti, “migliorare” la Costituzione e ciliegina sulla torta ripete in continuazione che la sua vittoria totale è l’unica alternativa alla guerra civile… ecco, quale convivenza viene minacciata da Pacifi?
E’ una domanda seria. Chi fa un’affermazione dovrebbe anche prendersene le responsabilità, ovvero riconoscere di avere esagerato. Capita, non è una vergogna.
Finisco con la sua ultima osservazione. Grillo è apprezzabile come comico quando fa gli spettacoli a pagamento (per differenziarli da quelli gratis, che si chiamano comizi), Quando fa invece politica va valutato come politico, e qua non capisco se chi difende le sue azioni e dichiarazioni vedendolo come comico è in buona fede; secondo me ormai non più). Anche Hitler era un buon acquarellista ma questo nulla toglie o aggiunge alla sua dittatura. E sull’autoironia, ah! Grillo ride di se’ agli spettacoli, ma chi lo critica nel partito finisce espulso senza passare dal via.
La Costituzione è una linea guida anche per me. Quando un partito – con tale forza nel Parlamento – dice cose incompatibili con articoli fondamentali come il 49, il 67, l’83 per fare alcuni esempi io mi preoccupo profondamente. Sono articoli fondamentali al funzionamento della democrazia, che se venissero svuotati di significato comporterebbero la trasformazione del nostro sistema politico in altra cosa meno democratica. Poi, così come si può chiamare un partito movimento, è sempre possibile chiamare democrazia una dittatura. Abbiamo numerosi esempi nella storia, e magari c’è anche chi ci crede.
Pps; si legga “kabobo d’Italia” sul blog di Grillo; Forza Nuova non avrebbe potuto far di meglio.
"Mi piace""Mi piace"
@Carlo,
circa la questione del “partito unico” che lei si ostina ad attribuire al programma del M5S e le dico che si sbaglia, nel testo ufficiale non v’è traccia e a quello mi attengo. Lo rilegga o mi segnali il punto.
È vero che durante i suoi comizi – atipici –, Giuseppe Grillo evoca di continuo la fine dei partiti, ma ciò che lei legge come programma io leggo come PROFEZIA e del resto molti partiti in Italia non esistono più o quasi: il PSI, il PCI, la DC (colpa di Grillo?). Purtroppo, però, non è scomparsa la classe politica che li formava, la quale, nella migliore tradizione gattopardista, cambiò insegne e continuò a fare danni. Dei partiti che nacquero e della politica espressa a partire dal ’94, transeat (colpa di Grillo?).
“Mandarli a casa”, si riferisce, come lo intendo, ai vertici od oligarchie non a un sistema fondato sui partiti, altrimenti, quando Grillo dice si rifarsi alla Costituzione dice il falso. Se ne assuma la responsabilità di tale affermazione.
Se i cittadini non accettano più l’offerta politica del passato, è colpa di Grillo? Me lo spieghi, per favore.
Lei vorrebbe che Grillo la smettesse di dire “votatemi perché così i partiti spariranno”; in nome di che? Dei suoi timori? Ne prendo atto. Lei prenda atto del fatto che squalifica gli italiani che lo hanno votato e lo voteranno, attribuendo loro la volontà di instaurare una dittatura piuttosto che la volontà di mettere fuori dal Parlamento una classe politica nociva e inetta. L’unico vero effetto della eventuale vittoria del M5S.
Circa la scarsa democrazia del M5S la faccio notare che i suoi rappresentanti hanno firmato un documento che li impegna a un comportamento, sicché se scelgono di fare altrimenti, ne vengono espulsi, tutto qui, senza drammi o senza che la loro libertà espressa dall’articolo 67 della Costituzione vanga offeso (del resto di espulsioni il PCI ne praticò parecchie, idem il PD). Si abbandoni la retorica e si rimanga ai fatti.
Veniamo infine all’accostamento reiterato tra Giuseppe Grillo e due dei tre massimi dittatori del passato europeo: B.M. e A.H. Lei sostiene che il progetto di Grillo avrà esisti nefasti paragonabili a quelli sciaguratamente da lei evocati. Bene, lei ha la sfera di cristallo e io ho l’anello al naso, questo ne ricavo.
Ultimo ma non meno importante, la questione che pone riguardo Pacifici e che mi pemetto di interpretare a mio modo, condividendo le preoccupazioni circa la minaccia portata alla convivenza civile.
Quando ascolto Grillo affermare che senza M5S l’Italia avrebbe una Alba Dorata o che finirebbe come l’Ungheria, cosa devo ricavarne? Secondo lei è un inganno, per me la democratica e civile paura di un cittadino esperto del mondo di fronte al pericolo rappresentato dal caso greco e ungherese. Ne consegue che io sono un babbeo e lei uno che ha capito tutto.
Di sicuro, preveggente è Pacifici, che vede all’orizzonte una persecuzione degli ebrei italiani a opera del M5S. Questo è il punto della questione: preveggente, babbeo o…? Certo che è preveggente, lo dicono anche le massime istituzioni ebraiche francesi, che l’M5S è pericoloso, quindi è pericoloso.
Da bimbi ci hanno insegnato che “gridare al lupo” ha delle conseguenze molto gravi e in un caso come questo allarme o “procurato allarme”, io vedo il pericolo per la convivenza civile.
Lei non vede i rischi per la convivenza civile causati dell’allarme di Pacifici. Mi stupisce, essendo l’invito di Pacifici in sé, la sanzione di un problema di convivenza civile, giacché sancisce l’ostilità antiebraica del M5S (che ho votato e che sostengo).
Aggiungo come nota il fatto che lei associ Casaleggio a A.H. e dimentica che Sassoon era socio di Casaleggio prima che una sconsiderata campagna stampa (alimentata anche da Gianni De Michelis) obbligasse Sassoon ad abbandonare il campo. Anche Casaleggio è un subdolo ingannatore dell’ingenuo ebreo Sassoon? Le faccio presente che la lettera di Sassonn che ricostruisce la vicenda è pubblica nel blog di Grillo.
Ma se non fosse così? Se l’antisemitismo endemico nella cultura italiana non fosse né maggiore né minore del solito, anzi? Mi citerà il caso di Napoli; e che centra con M5S?
Dire agli ebrei italiani, “fate le valigie e scappate”, non equivale forse a dire, “guardatevi da questa Dionisia, una babbea che vi inganna dichiarandovi il proprio affetto e rispetto, cosideradovi fratelli e sorelle al pari dell’umanità intera”? Perché, da italiana e gentile, devo accettare tutto questo da Pacifici e da lei, Carlo?
Dionisia
una che gli orecchini li porta ai lobi delle orecchie, non al naso
P.S. La riflessione su Kabobo, nel blog di Grillo, era preceduta dalla presentazione di un ebook del criminologo Luca Steffenoni dedicato al “femminicidio” di Melania Rea, a opera di un italiano, istruttore militare, suo marito. Ergo, Grillo è antimilitarista, anti italiano e divorzista. Uno a uno palla al centro, Carlo.
"Mi piace""Mi piace"
http://video.repubblica.it/dossier/elezioni-politiche-2013/grillo-strattona-l-inviato-del-tg1/115940/114357
Dal minuto 1.30: abolire i partiti e “perfezionare” la Costituzione. Se lei ritiene queste parole irrilevanti, direi che con lei è inutile discutere; mancano proprio le basi per confrontarsi.
Quello che Grillo vuole fare al sistema politico italiano, e quello che già oggi fa dentro il suo partito è chiarissimo. Lei può nasconderlo dietro un muro di parole, ma nessun uomo politico ha mai detto cose di tale gravità – neanche Berlusconi e in nessun partito, neanche il PDL, una singola persona ha mai avuto i poteri che il fondatore del M5S si è dato .
Grillo fa le regole, espelle a suo insindacabile giudizio, si nomina capo politico, presidente del partito, gestore dei fondi. Decide la linea politica, va dal Presidente della Repubblica, stabilisce la linea del partito su qualsiasi argomento.
Anche qua, se lei non vede (o finge di non vedere) queste cose, mi sembra inutile proseguire.
Sul discorso della convivenza avrei gradito maggior chiarezza. Trova che Pacifici, invitando alla fuga, minaccia la convivenza civile. Evidentemente per lei Grillo, che parla in continuo di guerra, di noi e voi, di cittadini con l’elmetto, che si considera l’unica alternativa alla guerra civile, non è un pericolo per la convivenza e la pace sociale. Capisco la difficoltà di rispondere a questa domanda e non insisterò oltre.
Grazie dello spazio che mi ha dedicato, signor Oreste.
"Mi piace""Mi piace"
Il cittadino Giuseppe Grillo, può dire ciò che vuole, anche esprimere il desiderio di abolire “tutti i partiti” (M5S incluso, io credo) e cambiare la Costituzione, oltre a volere in Parlamento “cittadini informati”. Aspetto una proposta concreta per rifletterci su, per ora mi attengo al programma del M5S che la invito a leggere e ponderare.
Non le sfuggirà che il cittadino Giuseppe Grillo, per statuto del movimento, non potrà mai assumere alcuna carica elettiva, ergo non riceverà mai un voto (una forma inedita di presa del potere, ne converrà).
Poiché non faccio l’avvocato di Grillo, dichiaro che interrompo qua ogni altra discussione, giacché sento alzarsi la temperatura e non sento nessuna empatia verso il mio sentire. Pazienza.
Circa la convivenza, se ne faccia una ragione:
– invitare qualcuno a fare le valigie significa creare allarme;
– creare allarme significa creare diffidenza;
– creare diffidenza significa alzare la tensione;
– alzare la tensione significa mettera a rischio la convivenza civile.
È facile da capire.
Dionisia
"Mi piace""Mi piace"