Salviamo i Panda – Riva (ILVA). Lanciata la sottoscrizione!!

Nel 2009, come alcuni ricordano, c’è stato un boom di emissioni di titoli di debito pubblico, le quali sommavano il rifinanziamento di quelli in scadenza con i nuovi debiti per assorbire i titoli tossici e sostenere le banche (2.000 miliardi di dollari gli USA, 121 miliardi di sterline l’Inghilterra, 400 miliardi di dollari il Giappone, 350 miliardi di euro l’Eurozona).

Ora sommandosi questo “vortice” alle scadenze poliennali fisiologiche precedenti, sia pubbliche sia di grandi imprese, si profila una ondata di obbligazioni da rifinanziare che non ha precedenti.

La punta massima verrà a scadenza nell’ormai imminente 2014, con una somma totale pari a circa 10.000 miliardi di dollari e 5.000 miliardi di euro. Tutte spese pazze documentate dagli “scontrini” di Giuseppe Grillo e dei neo eletti al Parlamento italiano, esponenti del MoVimento 5 Stelle! Grillo passerà alla storia per essere l’unico genovese sperperatore.

Perché in un sistema finanziario globale drammatico come quello appena descritto (mi scuso per le semplificazioni) si pensa che sia “giusto” sequestrare i risparmi della famiglia Riva (Ilva) che con tanto sudore quotidiano li hanno “accantonati”? Il sudore è caratteristico di tutte le rappresentazioni iconografiche dei lavoratori impegnati nella produzione dell’acciaio. Anche i Riva se li sono sudati i miliardi di euro. Come faranno a vivere i Riva? Noi di Leo Rugens lanciamo una sottoscrizione: “Salviamo dall’estinzione i Panda-Riva!”

“Un disastro senza precedenti” dice Letta Enrico a proposito dell’Ilva di Taranto. Certamente, si riferisce al sequestro dei risparmi della famiglia Riva. Non crediamo che si riferisca alle complessità implicite nella produzione dell’acciaio o alle morti per inquinamento. Solo gli inetti, ciechi, muti e sordi che si autodefiniscono classe politica dirigente, non sanno che produrre l’acciaio è uno dei tanti grovigli, ormai inestricabili in Italia.

Noi, invece, sappiamo che per arrivare a possedere 8 miliardi di euro si deve poter “risparmiare” almeno 130.000 euro al giorno per 3.650 giorni, senza interruzione, aspettando che gli interessi composti facciano il resto.

È ora di smettere di sfottere la gran parte dei lavoratori italiani che non sanno come campare. Questa situazione e questi numeri dicono tutto e niente ma fanno ipotizzare la necessità di far irrompere lo Stato. Fanno ipotizzare, appunto, se lo Stato non fosse ostruito e utilizzato per i propri interessi da quegli stessi inetti, ciechi, muti e sordi che si autodefiniscono classe politica dirigente.

È tutta colpa di quel demagogo, populista e un po’ fascista di Giuseppe Grillo.

Leo Rugens