La Repubblica è una e indivisibile: il secessionista Giacomo Stucchi (Lega Nord) non doveva diventare presidente del Copasir

Giacomo Stucchi e Umberto Bossi nel 2009. Il futuro presidente del Copasir meditava già di pugnalare alla schiena il malato leader della Lega?
“I conti della Lega fanno buchi da tutte le parti? «Tornerebbero facilmente se, ad esempio, venissimo a sapere che l’ex capogruppo (Marco Reguzzoni) ha usato quei soldi (90 mila euro) per pagare la cena di festeggiamento dei 70 anni di Umberto Bossi», dice uno Stucchi sibillino”.
Copasir, Giacomo Stucchi (Lega) eletto presidente
6 giugno 2013Il senatore della Lega Nord Giacomo Stucchi è stato eletto presidente del Copasir. Vice presidente è Giuseppe Esposito (Pdl), mentre Felice Casson (Pd) ricoprirà il ruolo di segretario. Stucchi ha ottenuto 6 voti a favore, 3 voti contrari, un astenuto.
“L’elezione ha testimoniato la scelta di una figura collaudata, esperto della vita parlamentare. Le polemiche politiche possono essere superate dal mio discorso di insediamento in cui ho assicurato scelte condivise e in cui ho chiesto la massima collaborazione”, ha detto il neo presidente del Copasir parlando con i giornalisti a palazzo San Macuto. “Da parte mia – ha aggiunto il senatore leghista – alcuna preclusione da parte di nessuno. Sarò imparziale” (vedi articolo originale)
Non conoscete il perito tecnico commerciale e giornalista Giacomo Stucchi? E dire che da anni inonda il web di sofisticate analisi politiche (vedi giacomostucchi.blogspot.it), supportate da una visione strategica che ha come fine la distruzione della Repubblica italiana attraverso la secessione delle regioni del Nord.
Quindi, Giacomo Stucchi è, all’8 giugno 2013, neo Presidente del Copasir (lo ripeto a me stesso perché non ci credo) è il successore di D’Alema Massimo (un patriota al confronto).
Cos’è il Copasir? Leggiamo di seguito:
Il controllo parlamentare
L’attività del Sistema di informazione per la sicurezza è sottoposta al controllo del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR), organo bicamerale composto da 5 senatori e 5 deputati, scelti in maniera tale da garantire comunque la rappresentanza paritaria della maggioranza e delle opposizioni.
Il Comitato è presieduto da un esponente dell’opposizione.
Il COPASIR verifica in modo sistematico e continuativo che l’attività del Sistema di informazione per la sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzione e delle leggi, nell’esclusivo interesse e per la difesa della Repubblica e delle sue istituzioni [la secessione è compatibile con la “difesa della Repubblica”? ndr].
Per l’esercizio di questo compito, la legge ha attribuito al Comitato incisivi poteri di controllo e funzioni consultive. Il Presidente del Consiglio dei ministri e il DIS sono tenuti a rendere al COPASIR una dettagliata serie di comunicazioni.
Il Comitato svolge periodicamente audizioni del Presidente del Consiglio dei ministri, dell’Autorità delegata, dei ministri facenti parte del CISR, e dei responsabili di DIS, AISE e AISI, nonché di persone non appartenenti al Sistema in grado di fornire informazioni utili alle funzioni di controllo. In casi eccezionali e con delibera motivata, il COPASIR può svolgere anche audizioni di dipendenti del Sistema, previa comunicazione al Presidente del Consiglio che può opporsi per giustificati motivi.
Il Comitato può richiedere al Presidente del Consiglio dei ministri l’avvio di inchieste interne per accertare la correttezza delle condotte di appartenenti ed ex appartenenti agli Organismi di informazione e sicurezza. Al Comitato vanno trasmesse integralmente le relazioni conclusive di tali inchieste.
Il Comitato può acquisire documenti e informazioni sia dal Sistema di informazione per la sicurezza e dagli organi della pubblica amministrazione, sia in direzione dell’Autorità giudiziaria o altri organi inquirenti, ai quali può richiedere copie di atti e documenti relativi a procedimenti ed inchieste in corso, anche in deroga al segreto di indagine.
Il COPASIR può anche accedere:
- agli uffici del Sistema, dandone preventiva comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri che può differire l’accesso qualora vi sia pericolo di interferenza con operazioni in corso
- all’archivio centrale del DIS per verificare la documentazione di spesa relativa alle operazioni concluse delle Agenzie
Il COPASIR esprime un parere preventivo non vincolante sugli schemi dei regolamenti di attuazione della legge di riforma, su quelli di modifica, e su ogni altro schema di decreto concernente l’organizzazione e lo stato del contingente speciale di DIS, AISE e AISI.
Il Comitato è preventivamente informato delle nomine del Direttore generale e dei vice Direttori generali del DIS e dei Direttori e dei vice Direttori dell’AISE e dell’AISI.
Tra gli obblighi di comunicazione ai quali il Presidente del Consiglio dei ministri è tenuto nei confronti del Comitato, vi è, in primo luogo, la trasmissione di una relazione semestralesull’attività di AISE e AISI, contenente un’analisi della situazione e dei pericoli per la sicurezza. Annualmente, poi, il Governo trasmette al Parlamento una relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza e sui risultati ottenuti nell’anno precedente. A questa, è allegato il documento di sicurezza nazionale riguardante le attività di protezione delle infrastrutture critiche la sicurezza cibernetica.
Ulteriori obblighi di comunicazione sono previsti in materia di:
- gestione finanziaria e del personale del DIS e delle Agenzie
- segreto di Stato
- istituzione di nuovi archivi di DIS, AISE e AISI
- operazioni concluse dalle Agenzie per le quali si è fatto ricorso alle garanzie funzionali o ad attività di intercettazioni autorizzate
- adozione di regolamenti e direttive del Presidente del Consiglio dei ministri che riguardano le materie di competenza del Comitato.
Il Comitato presenta una relazione annuale al Parlamento per riferire sull’attività svolta e per formulare proposte o segnalazioni su questioni di propria competenza. Nel corso dell’anno può anche trasmettere alle Camere informative e relazioni urgenti.
Se il COPASIR riscontra condotte che violano le norme sulle attività di informazione per la sicurezza, riferisce ai Presidenti delle Camere e informa il Presidente del Consiglio.
Poiché la Costituzione sancisce che la Repubblica è una e indivisibile, immagino il giorno in cui dovesse capitare che lo Stucchi relazionasse al parlamento che un noto membro appartenente a un partito secessionista (Lega Nord) occupa la presidenza del Copasir, come evidenziato nel possibile rapporto di qualcuna delle agenzie (DIS, AISE O AISI).
La grave responsabilità che i partiti al governo si sono assunti eleggendo un secessionista (leggi il post dello Stucchi Giacomo riportato in fondo) a capo di un organismo così delicato, dovrà essere, un giorno, oggetto di indagine e materia di giudizio.
Il vulnus inferto alla sicurezza del Paese grazie a questa nomina aggiunge una pesante nota di discredito a questa classe politica e, soprattutto, mette in grave pericolo la stabilità e la tenuta di un tessuto nazionale già gravemente compromesso.
Oggi, tutto il mondo sa che a capo dell’organismo parlamentare che verifica in modo sistematico e continuativo che l’attività del Sistema di informazione per la sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzione e delle leggi, nell’esclusivo interesse e per la difesa della Repubblica e delle sue istituzioni vi è un suo nemico. Sappiatelo anche voi.
Oreste Grani
P.S. Lo Stucchi un giorno dichiarò: «I 70 anni di Bossi con soldi pubblici». Poi smentisce; non male davvero!

Stucchi e Maroni Roberto detto “Bobo”: Prima il Nord… poi l’Italia
mercoledì, febbraio 08, 2006
“AL LUPO AL LUPO”, LA LEGA TORNA ALLA SECESSIONE
di Giacomo Stucchi
Alcuni osservatori rimproverano alla Lega di essere tornata ai temi del secessionismo e della Padania libera e fanno notare come soltanto negli ultimi giorni, durante i quali ci si appresta a sciogliere le Camere per la fine della legislatura, il Carroccio rivendica la sua identità. Come se questo, ammesso che sia così, fosse un delitto. In realtà noi non abbiamo mai abiurato nulla né del nostro programma politico né dei simboli che lo caratterizzano, anzi. Persino la denominazione dei gruppi parlamentari, Lega Nord Federazione Padana, ha sempre indicato senza ombra di dubbio quale fosse il nostro obiettivo. Il problema semmai riguarda coloro che nel nostro Paese inneggiano ancora ai simboli della tirannia, per esempio la falce e il martello, senza che questo procuri il minimo scandalo. Oppure coloro che dovendosi costruire un immagine moderata, più consona a ruoli di governo, hanno rinnegato senza esitazioni le radici del loro partito. A noi invece nessuno può imputarci alcunché, tanto meno di aver abbandonato la strada maestra indicata dagli elettori sostenendo per quasi cinque anni il governo Berlusconi. Un periodo durante il quale i ministeri e i ruoli istituzionali non sono mai stati il fine ma lo strumento attraverso il quale raggiungere il nostro obiettivo, che resta quello del federalismo. La nostra esperienza di governo ha permesso di ottenere anche importanti risultati, come la legge sull’immigrazione Bossi-Fini, che persino l’Unione europea e alcuni Stati membri ci copiano, che ha introdotto il criterio per cui non si entra nel nostro Paese se non si ha un contratto di lavoro; o come la nuova legge sulla legittima difesa che, ispirandosi al principio di non far finire in galera coloro che per difendersi sono costretti a mettere in pericolo la vita dei malviventi, risponde all’esigenza di una maggiore sicurezza che in questo momento tutti i cittadini, e non solo gli elettori della Lega, chiedono alle istituzioni. Insomma, questi ultimi anni, così come tutta la storia della Lega, dimostrano che l’occupazione delle poltrone allo scopo di acquisire potere, magari per elargire prebende ad amici o parenti, oltre a non esserci mai stata, non fa parte della nostra cultura. Non dimentichiamo del resto che nel 1994 Umberto Bossi, quando capì che Berlusconi non avrebbe mai realizzato le riforme per le quali la Lega aveva accettato di allearsi con Forza Italia nelle Regioni del Nord, non esitò un istante a far cadere il suo primo governo. Anche allora la Lega non abbandonò né i suoi ideali né i suoi simboli, che non sono né di destra né di sinistra perché il Carroccio ha connotazioni territoriali e non ideologiche. Tutto questo è sempre stato sotto gli occhi di tutti, della pubblica opinione, dei mass media, dei falsi ben pensati sempre pronti a gridare “al lupo al lupo” quando le circostanze elettorali lo richiedono. Ma questa ipocrisia, di destra e di sinistra, non ci riguarda. Come non ci interessa chi nell’Unione fa finta di scandalizzarsi perché alle prossime elezioni politiche il movimento federalista del Nord sarà alleato con quello dell’autonomia del Sud guidato da Raffaele Lombardo, ovvero l’uomo che D’Alema ha sfacciatamente “corteggiato” andandolo ad ossequiare al congresso di Bari del suo partito, il Movimento per l’Autonomia, pur di avere i suoi voti nell’Isola. Ma Lombardo è uomo accorto e sa che solo alleandosi con un partito autenticamente popolare e legato al territorio, qual è la Lega Nord Padania, potrà sperare di raggiungere gli obiettivi politici che si è posto per far uscire il Mezzogiorno dalle secche dell’assistenzialismo e farlo camminare una volta per tutte con le proprie gambe.

Giacomo Stucchi e il fazzoletto verde, simbolo del tradimento della Costituzione