Valentino Valentini l’uomo venuto da Bologna
Chi conosce bene Leo Rugens sa che rifiuta la cultura del “chi c’è dietro, chi c’è sopra e chi c’è sotto” a qualcuno.
Per quanto riguarda Valentino Valentini – tenete conto che il 26 gennaio 2009 Ronald Spogli, ambasciatore americano a Roma, lo definiva “l’uomo chiave di Berlusconi in Russia, che viaggia senza staff né segreteria diverse volte al mese. Non è chiaro cosa vada a fare a Mosca, ma ci sono pesanti indiscrezione sul fatto che presidi gli interessi di Berlusconi in Russia” – è doveroso, se si vuole arrivare a disvelarne il segreto, mantenere la regola. Dietro Valentino Valentini non c’è nessuno. O meglio, certamente lo offenderemmo se tenessimo in qualche conto che a introdurlo a Silvio Berlusconi fu Antonio Tajani. Il mistero, impenetrabile anche alla CIA, non può risolversi con il Tajani.
La chiave, a nostro giudizio, è nelle lingue parlate e scritte, apprese grazie alla laurea in interpretariato. Sono poche in Italia le persone che sanno fluentemente inglese, francese, tedesco, spagnolo e russo. Per apprendere le lingue, infatti, in pochi anni di studio, con abilità sufficiente per essere classificati “interpreti”, si deve avere una mente particolarmente duttile e disinibita. Tutto alimentato da una volontà da uomo d’acciaio.
Considerata l’età di Valentini e il luogo di nascita (Bologna 1962), ci chiediamo in che misura, il ’77, Franco Berardi detto Bifo, Autonomia operaia, il Dams, Radio Alice e il Partito Comunista Italiano, abbiano segnato la sua vita di un quindicenne e come si sia generata nella sua brillante mente l’idea di prendere anche un master in business a Publitalia, creatura del colto Marcello Dell’Utri.
Strano destino quello che ha portato un bolognese a frequentare un ambiente visceralmente anticomunista, qual era Publitalia, che, alla fine, lo ha proiettato nel cuore dell’ex impero comunista: Mosca.
La Redazione di Leo Rugens
P.S. Avviso ai naviganti del M5S: Valentino Valentini è anche membro della commissione esteri del governo Letta.
A introdurlo a Berlusconi fu Tajani…
Membro (dal 1980) della redazione del Settimanale, il cui editore (dal 1981) è Massimo De Carolis. In un altro post che non riesco a ritrovare si diceva che il mitico Tonino la redazione del Settimanale la conosceva.
"Mi piace""Mi piace"