Oggi 10 agosto 2013 per non dimenticare le lacrime dal cielo di San Lorenzo

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Era l’estate del 2003 quando vedeva la luce il primo numero della più bella rivista che sia mai stata dedicata a Piazza Armerina, grazioso paese siciliano, arroccato sui monti Erei, nei pressi di Enna.

Il nome deriva dal latino medioevale, Plàtea (piazza del mercato), cui fu aggiunto, Armerina (castrum armorum), a causa del “castello delle armi”, edificato nell’XI secolo.

Non è solo per la posizione, non è per il Castello Aragonese, che Piazza Armerina è nota nel mondo. Deve la sua fama alla Villa del Casale, il sito archeologico che sorge in prossimità del centro abitato, in cui è contenuta una delle meraviglie della Terra.

Risalente al IV secolo d. C., la villa ha una superficie di 3500 metri quadrati. Era la residenza, sembra, dell’imperatore romano Massimiliano Erculeo. Chi entri per la prima volta in questo luogo della memoria, potrà vivere un’esperienza indimenticabile, perché i giganteschi mosaici che arricchivano le sue pareti sono perfettamente conservati e la loro bellezza è tale da lasciare senza fiato.

Vi sono ritratte scene di caccia e pesca, momenti di gioco e conviviali, scene riprese dalla mitologia. Il quadro generale descrive alcuni frammenti di vita in epoca romana, con una precisione, una vivacità, una ricchezza, anche di colori, che sorprendono e commuovono.

L’abilità tecnica dei maestri africani (siamo nell’epoca storica di Ipazia di Alessandria d’Egitto!) che realizzarono i mosaici ha permesso la riproduzione dei soggetti più vari, con sbalorditiva veridicità.

Tale veridicità, tale bellezza che riassume quella dell’isola, la Sicilia in cui questi capolavori sono conservati, è lì, per tutti noi, a nostra disposizione. Perché, come diceva Seneca: “la verità è accessibile a tutti”.

Così l’editoriale a firma di un raffinatissimo intellettuale, Fabrizio Pasanisi, che negli anni mi ha dato moltissimo rispetto ai sacrifici che gli ho imposto.

In quel primo numero che veniva segnato nella sua bellezza dalla copertina artistica di Ariela Parracciani compare un articolo a firma di Michele Di Sivo, storico erudito come pochi, dedicato alla notte di San Lorenzo e alla sue mitiche stelle cadenti.

Dedico oggi, 10 agosto 2013, questo post a mio nipote acquisito Lorenzo. Lorenzo è quel bambino che entrava nella vita quando ne usciva Pina. Nell’andare e nel venire delle genti oggi si seppelisce il bisnonno Antonio dei giovanissimi Lorenzo e Valerio. Interseco i miei sentimenti privati con pernsieri pubblici, come faccio da sempre.

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Oreste Grani