Mario Mori su Lookout consiglia di non fidarsi della Deutsche Bank e Commerzbank. Noi non ci fidiamo da sempre

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Caro Tonino, quando ti leggo così chiaro e determinato, mi dico che, forse, non tutto è perduto. Mi permetto però di ricordarti che prima del generale Mario Mori (senza togliere nulla al grado e all’esperienza) tu stesso, nel marzo 2013 nel post “Cipro naviga verso l’Islanda. Rimorchierà la Grecia?” facevi riferimento alla Deutsche Bank sull’orlo del dissesto economico per avere una leva economica pari a 57 volte i capitali depositati. Leo Rugens nella sua semplicità ha già affrontato il problema dell’inaffidabilità dei tedeschi:

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Deutsche Bank e Vaticano: pecunia electronica non olet il 7 January 2013,

Insisto: perché dobbiamo fidarci della Deutsche Bank e del Vaticano? il 14 January 2013

La Ue e Cipro – Casus belli o grossa imbecillità? I russi, da sempre, amano il sole del Mediterraneo il 20 March 2013.

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LA GUARDIA DI FINANZA, I DEBITI DEL PUBBLICO ERARIO E LE NUOVE DIRETTIVE SUI FALLIMENTI DELLE BANCHE.

di Antonio de Martini

Una volta l’anno la Guardia di finanza emette il suo “bollettino della Vittoria” con una statistica illustrante le attività svolte.
Da qualche tempo, la GDF sforna i numeri senza raccordarli con quelli del periodo precedente, rendendo i rendiconti meno rendicontabili.
Anche per il bilancio dello Stato, non ricordo di essere mai riuscito a sbirciare un rendiconto di bilancio.

Certamente le cifre denunziate, nella realtà saranno destinate a diminuire a causa di ricorsi, errori materiali, prescrizioni, appelli, cassazioni e inesistenza di patrimoni su cui rivalersi.
Per ogni mille euro denunziati in questi controlli lo stato ne incassa effettivamente cento.

Prendiamo le cifre di quest’anno per buone e immaginiamo che tutti gli evasori si ravvedano e paghino tutti in contanti e senza sconti e vediamo cosa succede.

Sono stati stanati cinquemila evasori totali e recupereremo 17 miliardi di euro. Nel 2006 gli stanati erano settemila, ma l’evasione era di soli 15 miliardi. Sarebbe interessante sapere quanto hanno incassato di quella cifra a sette anni di distanza.

Poiché il nostro debito pubblico ha già da un pezzo superato i 2000 miliardi di euro, immaginando che la panacea di 17 miliardi annui continui a pronta cassa, ci vorranno 117 ( centodiciassette ) anni per coprire il buco lasciato da Pomicino e compari.

È evidente che con questi sistemi si perseguiranno forse fini di equanimità, ma non si cava un ragno dal buco.

Il modo per non fare affondare la nave, non consiste nel pompicchiare fuori schizzetti di acqua, bensì nel turare le falle, ossia lo stato deve smettere di costare annualmente ai cittadini la metà di quanto questi guadagnano.

Esistono cinque livelli amministrativi ( circoscrizione, comune, provincia, regione, nazione) e ne bastano ampiamente due.

Durante tutta la crisi la Germania ha parlato ad Atene perché Roma comprendesse. Un terzo dei dipendenti pubblici italiani è in soprannumero a partire dai parlamentari.
Al Senato italiano, con 60 milioni di abitanti e l’85% degli abitanti proprietari della casa in cui abitano, abbiamo 315 senatori più i cinque senatori a vita ( istituto squisitamente monarchico), mentre in Germania con ottanta milioni di abitanti, i senatori sono sessantacinque, nessuno a vita, mentre solo il 45% degli abitanti è proprietario della casa in cui vive.
Che credibilità e quanta comprensione pensiamo di avere?

Nelle banche italiane ci sono oltre venticinquemila dipendenti di troppo e a fine anno emergeranno le crisi creditizie provocate dai criteri di rating accettati supinamente dalle mummie incartapecorite ( e i giovani son peggio) che le governano.

Licenziare impiegati in questo periodo di crisi non avrebbe altro effetto che acuire la crisi, eliminando dal mercato altri consumatori. Pare però che la scelta fatta sia questa.
Ad ammettere le perdite e sofferenze registrate nel 2013 la maggior parte delle banche andrebbe verso il fallimento tecnico.

I governi che si sono succeduti hanno tutti in comune l’incapacità di rilanciare l’economia e chi pensa che ci riescano in futuro, si illude.

Le scelte sono:

a) L’emissione di Bond europei che non incidano sul debito pubblico nazionale degli Stati.( dipende da Ecofin e da BCE)
b) La svalutazione competitiva dell’Euro ( dipende da BCE)
c) La dichiarazione di bancarotta delle banche o addirittura dello Stato ( dipende da noi).
In caso di bancarotta di una banca, il recente precedente di Cipro approvato dall’Ecofin , prevede che per coprire il buco vengano usati i denari dei correntisti ( non quelli degli azionisti o degli amministratori).

Ci viene promesso che si occuperanno di noi dopo le elezioni tedesche e in breve avremo tutti nuovamente credito e lavoro e la Merkel rinfodererà gli artigli. Dato e non concesso che venga rieletta dopo una campagna elettorale tanto inconsistente, scopriremo, come documentato dal generale Mario Mori nel recente editoriale su Lookout, che Deutsche Bank e Commerzbank sono sedute su voragini tali che quella del Monte dei Paschi sembrerà un furto di caramelle.

Facciamo finta di credere alla storiella che ” in autunno verrà il bello” , ma allora perché l’Ecofin ha fissato nelle scorse due riunioni solo le regole da seguire in caso di fallimento ?
come mai nessuna di queste nuove regole protegge i risparmiatori penalizzando gli amministratori e invece stabiliscono che se gli amministratori falliscono, pagano i clienti correntisti della banca invece che gli azionisti ?
Si chiama privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite.
Il nome tecnico di truffa.

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