12/Imbarazzismi – Wilma Rudolph/Livio Berruti: bianchi o neri per me pari sono
Il 2 gennaio 2013, Leo Rugens ha inaugurato una rubrica denominata “Imbarazzismi“, con ovvie finalità ironiche, dedicata ai numerosi incolti razzisti che si aggirano in Italia sempre più pericolosi per se’ e per gli altri. Sotto quella stessa dicitura, nelle ore del 50° anniversario del famoso discorso “I have a dream” pronunciato da Martin Luther King, il 28 agosto 1963, non solo pubblico il link di quel testo ma proseguo le puntate con le storie di 100 neri del XX secolo. Belli, coraggiosi, intelligenti, indimenticabili, imprevedibili, sublimi.
Comincio con un omaggio a Wilma Rudolph che ho conosciuto e avvicinato (altri tempi), io tredicenne, al Villaggio olimpico a Roma, 1960. Per anni ho conservato il suo autografo che ho perduto in uno dei tanti momenti del mio errare. La sua firma la tenevo vicina a quella di Livio Berruti. Il bianco altrettanto elegante e vincente. La mia passione per l’atletica e i sacrifici che feci per imparare a correre veloce, furono indotti dalle loro corse stilisticamente impeccabili. Adolescente, mi innamorai di entrambi. Bianchi o neri che fossero.
Oreste Grani