Viva gli stereotipi quando sono usati contro i tedeschi!
Non dite che non vi avevo avvertito che, di questi tedeschi, non ci si deve fidare: Perchè dovremmo fidarci dei Tedeschi? – 3 Gennaio 2013 da ilrisvegliodeldragone su Leo Rugens
Tra l’altro, gli amici di Ipazia odiano gli stereotipi perché la filosofa scienziata alessandrina fu scarnificata viva, dai seguaci del vescovo Cirillo, nel 415, in base ad accuse tutte facenti riferimento a luoghi comuni maschili, sessuofobici ed oscurantisti.
Gli amici di Ipazia sono oggi amici della Grecia e dei suoi abitanti perché li vedono, tra l’altro, martirizzati dalla spadroneggiante finanza tedesca. Si tratta di una vera e propria carneficina, basata su banalizzazioni e luoghi comuni, complici i mass media di tutta Europa. Dai servi dei tedeschi (ma non vi basta per smetterla di adularli pensare a quanto hanno generato di nefando nei ultimi cento anni?) è stato mostrato, da sempre, il ritratto di un paese di cicale e truffatori tacendo molte altre verità meno comode, in primo luogo a proposito della ragione della spesa pubblica greca. La Grecia ha avuto, per troppo tempo, un pubblico impiego eccessivo, con ottocentomila dipendenti su undici milioni di abitanti, e una popolazione attiva di meno di tre milioni, ma, di questo elefantiaco apparato, quasi un quinto era rappresentato dall’esercito, retaggio delle tensioni tra Grecia e Turchia che la UE non ha fatto, in quaranta anni, assolutamente nulla per risolvere.
Come ormai molti sanno, la Grecia è indebitata fino al collo per aver comprato troppe armi e non aver ricevuto, proprio dai tedeschi, un solo marco di risarcimento per i danni di guerra. Guerra devastante voluta ma perduta dai tedeschi. Che, spesso, come la Storia insegna, perdono rovinosamente.Tra giorni si vota nella perfetta “Craaante Cermania” e, siccome tutto il mondo è paese, “rapidi ed invisibili partono”, anche da quelle parti, sommergibili e…siluri. Ci sono, anche nella ineccepibile Grande Germania, delle procure che non si fanno i fatti loro e che potrebbero “sparigliare” alla partita elettorale. Stiamo a vedere, godendoci, intanto, l’imbarazzo della Cancelliera di “latta”: anche in Germania si fanno affari corrompendo, evadendo il fisco, machiavellicamente usando qualunque mezzo per raggiungere il fine.
Ma Machiavelli, nel bene e nel male, era italiano. Non “tetesco di Cermania”. Leggere, intanto, l’italianissimo “ilfattoquotidiano”.
Oreste Grani
Germania, l’asse Berlino-Atene delle tangenti: due inchieste per corruzione
Secondo quanto riportato dalla “Süddeutsche Zeitung” due aziende avrebbero corrotto funzionari greci per la fornitura di attrezzature per sottomarini, oltre che evadere il fisco. Sulla base dei primi riscontri, sarebbero state versate a politici ellenici tangenti per circa nove milioni di euro
Si rafforza l’asse Berlino-Atene, ma questa volta i prestiti della troika non c’entrano affatto. C’è una sottile linea rossa finanziaria che unisce le due sponde (così lontane) dell’Europa ed è quella rappresentata dai fondi neri e dalla corruzione, almeno stando alle indagini dei magistrati teutonici che indagano su presunte tangenti nel settore sottomarino. Due procure infatti hanno aperto un’inchiesta su due aziende di armamenti a Brema e Wedel (vicino ad Amburgo). Secondo quanto riportato dalla “Süddeutsche Zeitung” si tratta delle società Rheinmetall Elettronica per la Difesa e Atlas Elektronik. Stando ai sospetti della procura di Brema le aziende avrebbero corrotto funzionari greci per la fornitura di attrezzature per sottomarini, oltre che evadere il fisco. Sulla base dei primi riscontri, sarebbero state versate a politici ellenici tangenti per circa nove milioni di euro.
Gli inquirenti hanno attenzionato la EADS e la ThyssenKrupp, che aveva acquistato l’azienda elettronica da Brema, ottenendo riscontri dopo che una filiale comune delle due società era stata perquisita nei giorni scorsi. Già nel 2010 l’inchiesta era stata avviata per verificare flussi di denaro sospetti, ma inizialmente gli investigatori non avevano trovato nulla di rilevante. Lo scorso anno invece, a seguito di una verifica fiscale, la Rheinmetall Defence aveva fornito ulteriori elementi che sono stati ritenuti compromettenti dai magistrati; anche se al contempo la stessa azienda ufficialmente respinge in toto le accuse: non avrebbero “alcun fondamento”, ha detto un portavoce alla stampa tedesca.
Nel 2005 la Thyssen aveva “forgiato” un’alleanza per l’acquisizione di Atlas Elektronik, perno strategico dell’industria militare tedesca nella costruzione di sottomarini. In quell’occasione era nato un consorzio con la società aerospaziale EADS, con i concorrenti sbaragliati in un colpo solo, ovvero i francesi di Thales, i tedeschi di OHB (Brema), i finlandesi di Kongsberg, gli americani di L3 e gli svedesi di Saab.
Oggi altre accuse di corruzione, che fanno il paio con quelle del colosso Siemens. Un legame, quello di fondi neri e tangenti, che ha già legato in passato Germania e Grecia. In occasione delle Olimpiadi elleniche del 2004, costate il triplo del previsto, lo scandalo Siemens era deflagrato in tutta la sua gravità: si verificò un anomalo e ingente flusso di denaro per assicurarsi commesse e appalti. Con la stessa azienda tedesca che ammise (solo in seguito) pagamenti in nero per circa 1,3 miliardi di euro con la conseguente rivoluzione all’interno del proprio management: furono costretti alle dimissioni il presidente Heinrich von Pierer e l’amministratore delegato Klaus Kleinfeld. E ancora, si pensi allo scandalo di due sottomarini venduti da un’azienda tedesca al ministero della Difesa greco: ma con il piccolo inconveniente che pendevano a destra.
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