5 febbraio 1945: il giorno in cui non si decise lo “smembramento” definitivo della Germania
Oggi, 12 luglio 2015 lo penso e lo scrivo senza ipocrisia:I nipoti dei nazisti tedeschi ci tengono a dimostrare al mondo che geneticamente sono identici ai loro nonni. Oreste Grani.
Lo squartamento è una forma di esecuzione della pena di morte consistente nella divisione del corpo del condannato in più parti. Lo squartamento poteva avvenire dopo la morte tramite altro supplizio (spesso l’impiccagione) oppure essere la causa di decesso. In aggiunta spesso il cadavere squartato veniva esposto in uno o più luoghi pubblici come deterrente.
In Ungheria, da dove si diffuse anche verso altre parti d’Europa, iniziò ad essere utilizzato verso la metà del XIII secolo. Usato per punire i reati ritenuti più gravi, venne eseguito con alcune varianti, a seconda del Paese in cui veniva applicato e, quando veniva eseguito nella sua variante più piena, poteva essere considerato uno dei più inimmaginabili e crudeli supplizi che si potessero infliggere ad un essere umano, che veniva in pratica macellato vivo e con ciò degradato ad un livello inferiore a quello di un animale da macello, il cui corpo veniva invece sezionato dopo essere stato ucciso.
Per la prassi britannica, la piena punizione (Hanged, drawn and quartered traducibile in italiano con “Impiccato, tirato e squartato”) prevedeva che il colpevole venisse:
- condotto al luogo dell’esecuzione, in pubblica piazza;
- spogliato nudo e legate le mani dietro la schiena;
- impiccato, ma non fino alla morte;
- castrato vivo, con il taglio del pene e dei testicoli;
- eviscerato senza ledere gli organi vitali;
- le parti virili e le interiora bruciati davanti ai suoi occhi;
- decapitato;
- squartato: il suo corpo diviso in quattro parti;
- i quarti del suo corpo appesi in diversi angoli della città;
- la testa conservata nella Torre di Londra.
Vi basta?
Da alcuni mesi il mio amico “Mimì” dice: il problema non è quello se l’Italia, la Grecia, la Spagna, il Portogallo, l’Ungheria debbano, vogliano uscire o meno dall’euro e quindi da quella ipotesi politica che un giorno potrebbe chiamarsi Stati Uniti d’Europa, ma “cacciare” da questo disegno strategico, la Germania.
Se il mio amico “Mimì” non fosse un uomo di larghissima esperienza politica e culturale, per anni vissuto nel cuore delle amministrazioni gestite dal “maggiore partito comunista d’occidente” (come si diceva un tempo), se “Mimì” non fosse il depositario di mille e mille segreti della buona e cattiva amministrazione della nostra povera Italia, considererei questa affermazione una battutaccia da “bar dello Sport”. Ma “Mimì” non si è interessato tutta la vita di calcio. Anzi, ritengo che si sia interessato di tutt’altro. E allora, dopo aver ascoltato l’invettiva contro i tedeschi eterni nazisti del mio amico “vissuto”, mi sono ricordato di aver letto, anni addietro, i testi stenografici (sia la versione sovietica che quella statunitense) dei verbali delle sedute della Conferenza di Yalta tenutesi a palazzo Livadia dal 4 all’11 febbraio 1945.
Mi sono sovvenuti, in particolar modo, quei passi dei verbali dedicati alla questione dello “smembramento” della Germania. Espressioni durissime dettate, sicuramente, dalla tragedia in corso e fresche di informazioni dei comportamenti tenuti da innocenti, ubbidienti, ligi, cittadini tedeschi incaricati di provvedere allo “squartamento” degli ebrei, dei rom, dei diversamente abili, degli omosessuali.
Oreste Grani
L’ha ribloggato su Leo Rugens.
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