Portare il lutto oggi vuol dire, soprattutto, non dimenticare
Oggi, Leo Rugens ha un solo modo per portare il lutto: ricordare e chiedere onesta testimonianza a questi numeri in difesa e onore delle nostre sorelle coraggiose e incinte delle loro speranze, lasciate morire nel Mare Nostrum, con migliaia di giovani “gagliardi e forti”, dall’indifferenza dei senza onore, ricchi, grassi e stupidi europei. Non dimenticando però, le responsabilità dirette dei nostri politici che, con le violenze verbali e normative, messe a punto in combutta con i razzisti della Lega Nord, hanno solo pensato, da decenni, a cavalcare la xenofobia, per raccattare qualche voto in più. O, peggio, a raccontare balle macroscopiche su ville “taumaturgiche” per il benessere di tutti, da comprare a Lampedusa.
Vi ricordate il razzista lombardo, delinquente infra quinquennale, Berlusconi Silvio, quando voleva risolvere la complessità delle prevedibili ondate di profughi disperati, spinti dalle guerre tra la gente, comprandosi la più bella villa di Lampedusa? Di questo la Storia lo accuserà, più che dei vizi sessuali e delle appropriazioni indebite. Delinquente e assassino anche chi dovesse dimenticare da che gentaglia avete voluto, in troppi, farci governare. Onorare i morti affogati e portare il lutto, vuol dire, prima di tutto, non dimenticare chi sia stato Gianfranco Miglio, il suo “sospensorio” Bossi, i tanti Borghezio e la scimmietta con gli occhiali colorati, Bobo Maroni. Dimenticavo Fini e me ne scuso.
La redazione