Lo strano caso del fisico precario Giuseppe “Beppo” Occhialini
Chi avesse letto Leo Rugens, con sufficiente attenzione, avrebbe colto alcuni riferimenti di tipo storico-culturale alla tradizione mazziniana e non pochi “sfottò” nei confronti di chi, pseudo-massone, usurpa i valori di riferimento di quella Istituzione, per manipolare e raggirare, nell’Italietta già derelitta, cittadini onesti e la loro legittima curiosità intellettuale, svolgendo così, esclusivamente, ruoli di cieco abuso di potere, con i conseguenti smodati arricchimenti a discapito del poco denaro rimasto in cassa.
Da questo luogo digitale, provo, spesso, a ricordare che Giuseppe Mazzini è morto, in casa Nathan – Rosselli, in povertà e perseguitato. Ma i “furbacchioni” nostrani non demordono. Per fermare tanta aggressiva protervia, ci vorrà, evidentemente, un intervento, straordinario e traumatico, della Divina Provvidenza. Rimaniamo, a piè fermo, in fiduciosa attesa.
Il senso di questo dire è, volutamente, lasciato avvolto da una protettiva cortina fumogena. Tenete a mente questo incipit e, il tempo, vi darà soddisfazione.
Oggi, intanto, vi voglio evocare la figura storica di un italiano (marchigiano) geniale, di cui tutti dovremmo essere orgogliosi, al pari di altri nostri più noti scienziati quali Guglielmo Marconi, Enrico Fermi, Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia: Giuseppe “Beppe” Occhialini – Fisico – 1907-1993. Così, in semplicità, è scritto sulla lapide funeraria.
I quattro scienziati citati furono insigniti del Nobel ma, non Occhialini. Ed è di questo non avvenuto riconoscimento, che Leo Rugens, consapevole della sua inesistente autorevolezza scientifica, comunque vuole cominciare a scrivere, per “curiosità” e perché, viceversa, ritiene di avere qualche credibilità sul piano della individuazione dei comportamenti reconditi, dei moventi delinquenziali e delle attività che hanno nuociuto e che, ancora, potrebbero nuocere agli interessi della nostra Comunità e a quella che, sempre meno soli, chiamiamo Strategia di Sicurezza Nazionale.
È ovvio che, anche questa volta, sostenitori del saggio e prudente metodo dei “cerchi concentrici”, la stiamo prendendo “alla larga”. C’è un tempo per ogni cosa e, ora, è tempo di scrivere di Giuseppe “Beppo” Occhialini. Più avanti torneremo sul metodo scientifico che, “qualcuno”, ancora oggi, utilizza per far andare le cose come, per alcuni, è necessario che vadano. Per ora, taciamo su un altro caso di gravissima disinformazione, in essere, nel campo della ricerca scientifica strategica.
Di seguito troverete una biografia di Giuseppe Occhialini (biografia) e un riferimento intelligente che compare nella rete ad un libro (sempre lì caschiamo!), “Il segreto delle tre pallottole” Edizioni Ambiente-2012, lavoro di Emilio del Giudice e Maurizio Torrealta. Due persone serie. Dice Emilio del Giudice, grazie ad una articolata e suggestiva intervista di Maurizio Maria Corona: “(…) Tenendo conto che un grandissimo numero di scienziati dipende per la propria sopravvivenza dal benvolere delle autorità militari, o in forma diretta o in forma indiretta (…) per esempio negli Stati Uniti la maggioranza, ai miei tempi quando io stavo in America negli anni ’70 erano i due terzi, adesso non lo so, però è sempre una buona percentuale, dei fondi pubblici della ricerca sono fondi militari. Ma anche quelli privati in buona parte da dove provengono? Provengono da aziende che lavorano per il Pentagono. Quindi è chiaro che in particolare il mondo militare controlla tutto il sistema delle onorificenze o anche dei giornali, eccetera. E’ praticamente impossibile avere il Premio Nobel se uno non è ben visto dai militari”.

Galileo At Work…Italian astronomer, mathematician and natural philosopher Galileo Galilei, (1564 – 1642), known as Galileo.
Continua Del Giudice: “Vi posso citare un esempio di un italiano, Giuseppe Occhialini che era professore a Milano che è morto alcuni anni fa, il quale è stato un grande fisico sperimentale, coinvolto in due lavori che hanno avuto il Nobel: la scoperta del Positrone e la scoperta del Mesone Pi, del Pione. Fatti. Secondo lui siccome era antifascista, era esule in Inghilterra, e però esule in modo precario, quindi non poteva essere assunto, lavorava in modo precario in questi laboratori, non poteva pubblicare solo a suo nome, e quindi gli articoli che faceva erano firmati anche dal direttore che è stato Blacket nel ’32 quando ci fu il lavoro del Positrone e Powell nel ’47 quando ci fu il lavoro del Pione.
Entrambi questi lavori vennero premiati con il Nobel che però vennero dati a Blacket e a Powell. Blacket fu abbastanza onesto da dire che lui non c’entrava niente e che il lavoro l’aveva fatto Occhialini. Dopodiché, che cosa si scopre? Si scopre dai documenti della Fondazione Nobel che sul nome Occhialini c’era stato un esplicito veto. Occhialini siccome durante la guerra non ha collaborato all’impresa atomica, perché lui ha detto che il fatto che lui era antifascista non significava che doveva collaborare con i militari anglo-americani, e quindi se ne è andato in Brasile, non ha collaborato con i militari, non può avere il Nobel.
Capite che dopo tutte queste cose se le autorità militari, questo argomento è un argomento di cui non si deve sapere niente in giro, quindi, perché non si sappia niente in giro, voi dovete dire che è tutta una bufala, dovete dire che quelli che se ne occupano sono dei truffatori, sono degli imbecilli, anzi peggio, imbecille uno può anche tenerselo, sono dei truffatori, che meriterebbero di andare in galera, dovrebbero essere licenziati, e così via.
Nessuno oserà, soprattutto in periodi come adesso, in cui è difficile trovare un posto, immaginate un poco un giovane che voglia fare la tesi sulla Fusione Fredda, si candida immediatamente a non trovare lavoro (…) e allora è tutto chiaro”.
“Nel 1935 apparve sulla Fisical Review un articolo scritto da un grande scienziato americano Percy Bridgman – continua Emilio Del Giudice – che poi 10 anni dopo ebbe il Premio Nobel, non per questo articolo ( “Effects of High Shearing Stress Combined with High Hydrostatic Pressure”12 , ndr) ma per lo studio sulle alte pressioni.
Questo articolo era sconvolgente. Diceva che lui aveva provato che tutti i corpi solidi purché sottoposti a una pressione longitudinale, cioè da schiacciamento sufficiente e dopo che si era raggiunto uno sforzo di taglio, cioè il maglio… (Del Giudice imita il rumore del maglio onomatopeicamente, ndr) premeva… e poi…superata una soglia dello sforzo di taglio, il materiale si polverizzava emettendo raggi X, elettroni, in una esplosione che sembrava quasi nucleare. Ecco, e questo era universale per tutti i corpi solidi, senza eccezioni. Capirete che questo a mio parere è un articolo interessante, che meritava commenti, anche per dire ‘è sbagliato’. Sorpresa, questo articolo pubblicato nel dicembre del ’35 negli anni successivi nessuno lo cita, neanche per dire che era sbagliato, silenzio totale”.
Prosegue Emilio Del Giudice: “Neanche lo stesso Bridgman riprese più l’argomento, riprodusse questo risultato in un libro che scrisse poi nel dopoguerra, lo riportò, ma nient’altro. Passano molti anni e si scopre che l’argomento era studiato nei laboratori militari. Quindi i laboratori militari avevano stabilito: ‘siccome noi pensiamo che da questa scoperta si possa eventualmente fare un’arma, non vogliamo che questo argomento venga ulteriormente approfondito al di fuori di noi’.
Quindi vedete, c’è una censura che diventa autocensura perché gli scienziati che dipendono dai finanziamenti per la loro esistenza non trattano volutamente argomenti che possano mettere in pericolo il loro accesso ai finanziamenti. E per questi argomenti dicono: ‘ah io non sono competente, non me ne occupo’ (…). E così, è uno dei trionfi della meritocrazia. Quindi adesso che si affermerà la meritocrazia si può stare sicuri che di eretici non ce ne saranno più perché tutti vorranno essere meritevoli e quindi per essere meritevoli devono avere l’approvazione degli altri”.
Insomma, chi ha orecchie per intendere intenda. L’importante è che sugli “eretici” (e anche Galileo lo era) non ci si metta più, nel 2012, una pietra sopra. Potrebbe emettere neutroni.
“VOI DOVETE DIRE CHE E’ TUTTA UNA BUFALA, CHE SONO DEI TRUFFATORI“. Pochi e affezionati lettori, tenete a mente queste inequivocabili affermazioni quando, a tempo debito, applicando il metodo M.O.C.C.I. o, meglio, chiedendo consulenza al prof. Carmelo Lavorino che lo ha inventato (scientifico a sufficienza?) scopriremo “chi”, ancora oggi, agendo “al soldo straniero” (come correttamente, nelle realtà istituzionali preposte alla sicurezza nazionale, si dovrebbe ancora dire), per sbarrare la via italiana alla ricerca di una salvifica autonomia energetica, mette in atto devastanti campagne denigratorie, spacciandole per amore della scienza, del rigore morale e della oculata attribuzione dei fondi destinati alla ricerca. Proveremo a scoprire chi sono gli “agenti” (a volte solo “utili idioti”) che tradiscono l’Italia, su questo terreno vitale. Ci avvarremo, oltre che del già citato M.O.C.C.I. e dell’aiuto del professor Lavorino (se vorrà farci l’onore), dello schema investigativo che viene suggerito nel libro di Maurizio Torrealta e Emilio del Giudice. Più, quel poco di valore che il metodo “ubiquità-intelligence culturale” di nostra competenza e ideazione, potrà aggiungere.
L’unione intellettuale, potrebbe fare, la differenza, e servire, implicitamente, la Repubblica. Si avvicinano tempi difficili per i “professionisti” della disinformazione anti-nazionale a base di: “…è tutta una bufala, sono dei truffatori, non è neanche professore”.
Oreste Grani