Chiude Vedrò per non imbarazzare Enrico Letta. Si conferma l’autorevolezza e la capacità preveggente di Leo Rugens

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L’11 aprile 2001 The Economist inviò una lettera aperta contenente 51 domande a Silvio Berlusconi, affermando che: “entro breve tempo, The Economist intende pubblicare un servizio sulla Sua carriera imprenditoriale e sulle varie indagini effettuate dalla magistratura italiana negli ultimi sette anni che riguardano Lei personalmente e le Sue società“. Berlusconi non rispose, dimostrando di sapere poco di storia ed in particolare modo della tenacia degli inglesi. Il 28 aprile 2001 lo stesso autorevole giornale inglese pubblicò un articolo il cui titolo di copertina era “Perché Berlusconi non è adatto a governare l’Italia“, al quale vennero dedicate quattro pagine intitolate “Una storia italiana“. Come è andata a finire la vicenda Berlusconi, ci annoia ricordarlo e, soprattutto, ci amareggia valutare i prezzi che il Caimano, indispettito dallo scoprire l’esistenza di una stampa altro dal blocco di centrali informative, giornali e televisioni, al suo servizio, ha fatto pagare agli italiani, prima di farsi ridurre in cattività da gente (e qui torna la sua evidente scarsa conoscenza della storia) che ha ridotto in schiavitù, uno come Napoleone Bonaparte e, costretto al suicidio, un irriducibile, come Adolf Hitler.

Dodici anni dopo, è bastato che “la rete”, indelebile e sovrana, rivelasse (Leo Rugens, nella sua semplicità, ricorda ai suoi affezionati lettori, di averlo fatto per primo, il 30 aprile 2013 con il post “COSA LEGA LUIGI PREITI A ENRICO LETTA? IL GIOCO D’AZZARDO) gli intrecci tra veDrò, Enrico Letta e finanziatori, tutti platealmente interessati a condizionare le attività del Governo, perché, chi di dovere, decidesse, in pochi giorni, l’eutanasia della centrale adibita ad elaborare le strategie politiche a sostegno dell’attuale premier. I consiglieri del giovane Letta hanno battuto in rapida, sia pur composta ritirata, non appena hanno capito che erano state prese di punta, da donne e uomini liberi, le relazioni pericolose tra i lobbysti della cordata detentrice del mercato del gioco d’azzardo mimetizzato sotto le spoglie di innocenti “Gratta e vinci“,  delle coloratissime e seduttive slot ed altri giochi per gonzi e il Capo del Governo. Le tracce elettroniche indelebili dei bonifici intercorsi per le sponsorizzazioni (ironia della sorte per gente che vive e si arricchisce grazie all’informatica), hanno consigliato i collaboratori di Letta nipote, di sciogliere il “Pensatoio”. I tempi cambiano oppure Enrico Letta è più attento al vento che tira: non ha ritenuto opportuno affrontare in campo aperto i parlamentari organizzati nel M5S, L’Avvenire, Famiglia Cristiana, Papa Francesco, migliaia di onesti e disgustati cittadini e, dulcis in fundo, Leo Rugens e i suoi agguerriti redattori. Prima fra tutti, Dionisia la bella. Questa notte, grande soddisfazione nella savana dei leoni, ruggenti e liberi.

La redazione tutta

COSA LEGA LUIGI PREITI A ENRICO LETTA? IL GIOCO D’AZZARDO

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veDrò a Palazzo Grazioli. guarDa un po’

Un paio di anni fa, esaminando il think tank fondato da Enrico Letta – “veDrò” –, ci venne il sospetto che il nipote di “zio” Gianni Letta stesse studiando per diventare Presidente del Consiglio.

Ci rafforzammo nella convinzione in quanto veDrò aveva sede in Piazza Grazioli 18 a Roma. Lì, se non stava nell’appartamento di Silvio Berlusconi, allora era domiciliato presso “Reti” di Claudio Velardi (un ex [?] D’Alema boy che ha selezionato e fatto la campagna elettorale a Renata Polverini), due piani sopra a Red, la tv di Italiani-Europei il think tank di D’Alema-Amato (Giovani turchi o vecchie turche?).

A prescindere dalla imbarazzante location e senza approfondire i personaggi che costituiscono veDrò, è da sottolineare il valore delle donne, in particolare, che hanno supportato il progetto dalla prima ora, dividendosi tra Reti e programmi televisivi, in particolare Ballarò, della trombetta Giovanni Floris (Luttwak & Ballarò, due bei soggetti per il Copasir e la commissione di vigilanza della Rai).

Dopo tale premessa, è ora di venire al dunque, ovvero all’inscindibile intreccio tra l’attentato compiuto da Luigi Preiti – stessa età di Enrico Letta, ma sfortunato giocatore d’azzardo – e veDrò.

Che “minchia centra” Preiti con veDrò?

Stando alle dichiarazioni di Maria Pisani, amica della ex moglie, Luigi Preiti ha dilapidato tutti i propri soldi, oltre a quelli della consorte, giocando con le slot machine.

Poiché è di dominio pubblico che slot machine e giochi on line siano una emergenza sociale e una questione di sicurezza nazionale – data la sovrapposizione con il crimine organizzato –, obbliga a una riflessione che SisalSuperenalotto e Lottomatica siano stati (dal 2010 al 2011) partner istituzionali di veDrò.

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Dal sito della Sisal un entusiatico commento alla collaborazione con veDrò: “un’ccasione unica per rafforzare il legame tra SuperEnalotto e il mondo delle istituzioni”

Nella brochure del programma agostano di veDrò del 2012, tali società sono scomparse così come tutte le altre. L’unica a comparire, a sostegno di un evento artistico, è Telecom. Chissà cos’è successo?

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I finanziatori di veDrò nel 2010

2011

I finanziatori di veDrò nel 2011

A mo’ di conclusione, un invito ai giovani onesti e perbene del MoVimento 5 Stelle: “Rimanete congelati”. Con un “giovane” come Enrico Letta e i suoi esperti consiglieri non c’è da scherzare.

La redazione di Leo Rugens

P.S.

1. I lettori di Leo Rugens sanno il tema delle ludopatie appartiene alla sfera della sicurezza nazionale, come i  fatti hanno purtroppo confermato. Molto ne abbiamo scritto in proposito.

2. Scorrendo l’elenco degli ospiti, collaboratori e non so che, passati per veDrò, troverete anche qualche ministro del governo Letta. Tutto ciò merita un post a parte.

veDrò ha nomi, volti e identità.

Benedetta Rizzo, presidente

Riccardo Capecchi, tesoriere

Emanuela Lantieri, responsabile organizzativo

Monica Nardi, responsabile media relations

Lucio Palazzo, ufficio stampa

Ernesto Carbone, politiche istituzionali

Lelio Alfonso, in-formazione

Angelo Argento, arte e cultura

Barbara Carfagna, integrazione e percorsi

Emanuele Caroppo, area scientifica e psico-analisi

Alberto Castelvecchi, innovazione e Public speaking

Nunzia De Girolamo, Mezzogiorno

Monica Fabris, analisi e ricerche

Isabella Falautano, fondazioni e associazioni internazionali

Maura Satta Flores, istituzioni, recruiting, startup

Patrizia Ravaioli, no-profit e salute

 

Nel corso degli anni, veDrò ha saputo poi coinvolgere numerose personalità del mondo della cultura, dell’impresa, della scienza e delle istituzioni.

 

Fanno parte del nostro network:

Accademici: Marco Almagisti, Filippo Andreatta, Massimo Bergami, Lorenzo Bini Smaghi, Carlo Alberto Carnevale Maffè, Michele Corradino, Stefano da Empoli, Domenico De Masi, Pietro Ginefra, Michel Martone, Alberto Mattiacci, Roberto Menotti, Giulio Napolitano, Paul Ormerod, Andrea Paci, Vittorio Emanuele Parsi, Pier Luigi Petrillo, Pietro Pietrini, Anthony Quattrone, Carlo Ratti, Andrea Romano, Pier Luigi Sacco, Luca Scandale, Alessandro Schiesaro, Saverio Sticchi Damiani, Michele Trimarchi.

Artisti, Attori, Poeti e Scrittori: Fulvio Abbate, Cristiano e Patrizio Alviti,  Enrico Bertolino, Paolo Briguglia, Mimmo Calopresti, Andrea Camilleri, Luca Carboni, Roberto Cotroneo, Gaetano Curreri, Carlo Degli Esposti, Sergio Garau, Massimo Ghini, Lillo, Enrico Lo Verso, Marco Malvaldi, Vinicio Marchioni, Andrea Pezzi, Marco Ponti, Efraim Medina Reyes, Antonio Scurati, Enrico Silvestrin, Riccardo Sinigallia, Folco Terzani, Adrian Tranquilli.

Chef: Gennaro Esposito, Gaia Giordano, Filippo La Mantia.

Curatori d’arte: Umberto Angelini, Luca Beatrice, Francesca Colombo, Anna Mattirolo.

Giornalisti: Lirio Abbate, Marco Alfieri, Lelio Alfonso, Adriano Bacconi, Jacopo Barigazzi, Nicola Barone, Daniele Bellasio, Mario Calabresi, Barbara Carfagna, Mia Ceran, Luigi Coldagelli, Giuseppe Cruciani, Federica De Denaro, Fede e Tinto, Stefano Feltri, Jordan Foresi, Oscar Giannino, Paolo Giordano, Lucia Goracci, Eric Jozsef, Tommaso Labate, Franco Lauro, Massimo Leoni, Curzio Maltese, Stefano Menichini, Myrta Merlino, Gianluigi Paragone, Pierluigi Pardo, David Parenzo, Antonello Piroso, Antonio Polito, Vicsia Portel, Andrea Purgatori, Francesco Specchia, Gaia Tortora, Benedetto Valentino, Andrea Vianello, Nathania Zevi.

Imprenditori: Anna Maria Artoni, Luigi Bonzano, Paolo Cellini, Mauro Del Rio, Matteo Fago, Gregorio Fogliani, Luca Josi, Ivan Lo Bello,  Paolo Merloni, Vincenzo Onorato,  Carlo Preve, Riccardo Preve, Domenico Procacci, Gian Luca Rana, Luisa Todini, Carmen Verderosa.

Magistrati: Giuseppe Bianco, Raffaele Cantone, Stefano Dambruoso, Nicola Gratteri.

Manager: Marco Airaghi, Ernesto Albanese, Marco Alboni, Domenico Arcuri, Roberto Arditti, Giuseppe Aridon, Franco Baronio, Paolo Bertoluzzo, Alberto Biancardi, Francesco Caio, Antonio Calabrò, Antonio Campo dall’Orto, Riccardo Casale, Gianluigi Cimmino, Katia Da Ros, Luca Dal Fabbro, Luigi De Siervo, Paolo Del Brocco, Carla Del Piano, Francesco Delzio, Giampiero Di Carlo, Isabella Falautano, Gian Arturo Ferrari, Patrizia Fontana, Simonetta Giordani, Giuseppe Giordo, Francesco Giorgianni, Stefano Lucchini, Nicola Maccanico, Marco Margheri, Laura Mirabella, Riccardo Monti, Mauro Moretti, Marco Morganti, Alessandro Padula, Luca Palermo, Angelos Papadimitrou, Corrado Passera, Gianluca Perrelli, Andrea Prandi, Anna Puccio, Patrizia Ravaioli, Cristiano Seganfreddo, Claudio Siciliotti,  Alessandro Usai, Michele Uva.

PoliticiAngelino Alfano, Angelo Argento, Anna Maria Bernini, Francesco Boccia, Giulia Bongiorno, Mara Carfagna, Vito De Filippo, Paolo De Castro, Nunzia De Girolamo, Luigi De Magistris, Paola De Micheli, Filippo Del Corno, Benedetto Della Vedova, Michele Emiliano, Massimiliano Fedriga, Giancarlo Giorgetti, Roberto Gualtieri, Enrico Letta, Mauro Libè, Maurizio Lupi, Marianna Madìa, Giovanna Melandri, Marco Meloni, Alessia Mosca, Andrea Orlando, Filippo Patroni Griffi, Renata Polverini, Laura Ravetto, Matteo Renzi, Debora Serracchiani, Marco Stradiotto, Flavio Tosi, Adolfo Urso, Raffaele Volpi.

Scienziati: Roberto Cingolani, Roberto Defez, Maurizio Porfiri, Giancarlo Scoditti, Roberto Vittori.

Sportivi: Massimo Barbolini, Mauro Berruto, Jacques Brunel, Sandro Campagna, Jury Chechi, Josefa Idem, Annamaria Marasi, Marco Meoni, Gianluca Paparesta, Simone Pianigiani, Cesare Prandelli, Salvatore Sanzo.

Uomini di dottrina: Luciano Larivera, Salvatore Martinez, Yahya Pallavicini, Maurizio Rossi.

Venture capitalist e Startupper: Paolo Baronci, Mario Citelli, Augusto Coppola, Davide D’Atri, Giuseppe De Giorgi, Andrea Di Camillo, Peter Kruger, Massmimiliano Magrini, Luca Rossettini. 

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ENRICO LETTA CHIAMATO DAL M5S A RISPONDERE DI «ANNI DI INTRECCI DI INTERESSI TRA LA POLITICA E LA LOBBY DEL GIOCO»

La cucina del Titanic

La cucina del Titanic

Prima o poi i nodi vengono al pettine. Leggere l’articolo che riportiamo in fondo al post, ventidue giorni dopo: Cosa lega Luigi Preiti a Enrico Letta? Il gioco d’azzardo, ci autorizza a esprimere una certa soddisfazione alla reattività dei deputati del MoVimento 5 Stelle, in particolare a Giovanni Endrizzi, cittadino senatore.

Cosa di meglio che vedere realizzato un desiderio, quello di poter chiedere a Enrico Letta, Presidente del Consiglio e politico di professione, come e perché abbia potuto accettare soldi da Lottomatica, Lotto e Sisal per realizzare i suoi veDrò?

Pensare che a un uomo come Enrico Letta, incapace perfino di leggere la pericolosità sociale e criminale del fenomeno del gioco d’azzardo, sia affidato il governo del Paese in un momento storico così delicato (la guerra in Siria, l’espansionismo commerciale della Cina, la crisi economica e politica italiana ed europea) sembra un incubo. Ma è quello che abbiamo, almeno fino a quando gli onesti e informati cittadini del MoVimento 5 Stelle non avranno vinto la nostra battaglia.

La redazione di Leo Rugens

Enrico Letta, cuoco del Titanic, omonimo dell'attuale Presidente del consiglio?

Enrico Letta, cuoco del Titanic, omonimo dell’attuale Presidente del consiglio?

La lobby del gioco e i soldi al pensatoio di Letta

Ilario Lombardo

Roma – Tutto è incominciato con il servizio delle Iene sulle lobby che, secondo un collaboratore di un senatore, pagano alcuni parlamentari per fare pressioni e modificare le leggi in Commissione. Un assist perfetto, colto al volo dal Movimento 5 Stelle, che oggi si presenterà nell’aula di Palazzo Madama per denunciare «anni di intrecci di interessi tra la politica e la lobby del gioco». A leggere l’interrogazione sarà Giovanni Endrizzi, il senatore veneto che al Sert di Rovigo si occupa delle patologie generate dalla dipendenza dall’azzardo.
Il M5S chiederà l’attenzione del Parlamento soprattutto su un nome: Enrico Letta. Proprio il premier che nel 2011, quando era semplice deputato Pd, ha ricevuto una finanziamento come sponsor per il suo think tank VeDrò, da parte di Lottomatica e Sisal, due multinazionali dell’azzardo, la seconda dal 2010 presieduta dall’ex ministro di Prodi, Augusto Fantozzi. La cifra del contributo si aggira intorno ai 20 mila euro (vedi articolo originale).