Datagate: VI STANNO RACCONTANDO CON DOVIZIA DI PARTICOLARI CHI SPIAVA CHI E PER CONTO DI CHI

National Intelligence Director John Negroponte past a video screen at National Security Agency at Fort Meade

Man mano che la crisi morde, i disoccupati o quelli che non ce la fanno più a fare ciò che fanno, girano sulla rete lasciando la traccia indelebile dei loro sogni e bisogni. Un tempo era il posto fisso all’ATAC, o altre aziende tranviarie, all’AMA o altre municipalizzate; andavano benissimo anche le banche, le provincie, meglio le regioni con, al top del top, la Camera dei deputati. Pronte/i a tutto per … “un posto fisso” e, meglio, a carico del contribuente.

Da quando Leo Rugens si è presentato sul web, low profile, scrivendo di “intelligence” e di profili culturali necessari ad un cambio di dimensione nel comparto della sicurezza nazionale, non c’è giorno che passi senza che nella sua “posta”, compaiano “digitazioni” intorno a “come si entra nei “servizi segreti” e, soprattutto, quanto si guadagni. Legittime domande, visti i tempi. Sento il dovere, quindi, di approfondire il tema con l’approccio, ormai consolidato, da uomo “lento” e caratterizzato dall’uso dei  “cerchi concentrici”. L’espressione fu coniata per me dal Generale dei Carabinieri, Roberto Santini, persona di rara gentilezza e sensibilità istituzionale, ma che “non si ritenne” (il Ministro della Difesa competente per la nomina era Antonio Martino) che dovesse concludere la carriera nell’Arma con l’onore del “comando supremo”.

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Tornerò su questa vicenda per raccontare di una “scommessa”, da me vinta (la posta era un euro che non ho mai riscosso), fatta con Filippo Pepe, all’epoca al Ministero delle Comunicazioni, sul fatto che il generale Giorgio Piccirillo non sarebbe diventato, in “quel Consiglio dei Ministri” e con quel Ministro della Difesa, Comandante Generale dell’Arma. Contro tutte le previsioni infatti che lo davano “certamente” nominato, la fumata fu nera e il candidato di D’Alema ed altri (così si diceva dalle parti di Terni) invece di veleggiare verso viale Romania a Roma, si ritrovò a Milano. Prima di concludere la straordinaria carriera alla direzione del AISI che, per chi non lo sapesse, è una delle agenzie preposte alla sicurezza dello Stato. 

Giorgio Piccirillo, amatissimo da tutti i militari dell’Arma, (tranne, ovviamente, da alcuni “colleghi”, pari grado, che ambivano alla nomina) non ebbe il bene placet perché era, all’epoca, troppo giovane (classe 1947) e sarebbe rimasto troppo tempo nella posizione di vertice: sette anni, o più. In quel momento politico, confuso come al solito, sembrò opportuno e “prudente” fare così. Quando mi fu chiesta un’opinione nel merito e qualche “lecita attività di riflessione culturale” sulla delicatissima decisione, consigliai di non nominare Giorgio Piccirillo proprio perché troppo giovane e troppo amato dagli uomini dell’Arma. Ho sbagliato gravemente con quel consiglio ostativo. Uso un termine per me inusuale ma che oggi, ha un senso: sono pentito. Era meglio per tutti che Giorgio Piccirillo avesse salito l’ultimo gradino della scala della gerarchia dell’Arma.

Con i tempi che si avvicinano, nelle prossime settimane, proverò a spiegare meglio questa radicale affermazione. Torniamo al desiderio di molti, donne e uomini, di entrare nei “servizi segreti” e di sapere quanto si guadagna. Tanto sognare non costa nulla. Anzi, contrordine compagni, non torniamo a questo argomento scabroso che aggiungerebbe discredito a “fango putrescente”. Perché di fango maleodorante, stagnante intorno ai “servizi di sicurezza”, sentirete parlare, senza limiti, nei prossimi giorni, nei prossimi mesi fino alla resa finale, senza onore delle armi, di tutti quelli che, nella mia semplicità, da tempi non sospetti, ho chiamato ladri ma, soprattutto, “traditori della Repubblica”. Perché di questo si tratta: alto tradimento come altre volte ho detto. E, siccome non si può presumere che “cane morda cane”, dovete avere pazienza e saper aspettare il “Grande Cambiamento” per sognare di servire la Patria, arruolandovi nelle agenzie preposte all’Intelligence e alla sicurezza dei cittadini.

C’è un tempo per ogni cosa e arriverà (presto) “il tempo dell’onore“. Viva la Nuova Repubblica … più giusta e più pulita. Come dicevamo un tempo. 

Oreste Grani

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