Viva l’incivile rito venatorio della “Caccia alla Volpe” di Posillipo, alias Alfredo Romeo
Voi, pochi ma attenti lettori di Leo Rugens, dopo aver letto i brani che seguono, non potrete mai più pensare che ciò che accade in Sardegna sia disgiunto da quanto avrete letto. Vi prego, mentre pazientemente leggete, tenete conto che la pioggia o il Padre Eterno, sono solo parte del problema. La massa critica delle colpe è data dalla corruzione, dall’affarismo spregiudicato e dal silenzio della stampa che scrive pagine solo dopo o, peggio, ogni volta, che accade la tragedia. Ora leggete e, cortesemente, prendete nota di ognuno dei nomi riportati nel post e, riga dopo riga, nesso dopo nesso, avrete più chiaro cosa non deve più succedere, se vogliamo salvare l’Italia. Soprattutto, capirete perché, da mesi, Leo Rugens vi parla di CONSIP e viceversa, perché in troppi tacciono su questa sigla e sul suo valore strategico per far quadrare i conti dell’esausto Paese.
Capirete perché, da mesi, richiamiamo l’attenzione del M5S su CONSIP. Inoltre, capirete chi sia e cosa faccia (da decenni!), la “Volpe di Posillipo”, l’avv. Alfredo Romeo. Infine, vi troverete d’accordo che, se vogliamo salvare l’Italia, si deve aprire una stagione di “intelligente” e “determinata” caccia alla Volpe. E senza che si mettano in mezzo “ambientalisti/animalisti”, dell’ultima ora, ad invocare l’abolizione dell’incivile rito venatorio. Fuori di metafora: guai a chi si mette a fare il “garantista” fuori luogo. Che i corni suonino, che si tolgano i guinzagli alle mute, che si spronino i cavalli addestrati.
Il testo che segue è riprodotto da “Il termitaio” di Alberto Statera, Rizzoli editore, prima edizione giugno 2009. In contro copertina si legge “I politici mi saltavano addosso come cavallette, volevano soldi, io sono una vittima, non un complice” raccontava Alfredo Romeo ai magistrati di “Mani pulite” (1992). Oggi le cose sono molto cambiate e le vittime della politica sono diventate complici. Forte di una presenza capillare sul territorio (le sue società gestiscono – fra le altre cose – il patrimonio immobiliare di città come Napoli, Roma, Milano e Venezia), nel corso degli anni Romeo si è infiltrato nel corpo sfinito della politica post-Tangentopoli, partendo dalla sua città, Napoli, per conquistare il cuore di un potere statale orfano dei partiti.
Buona lettura
Leo Rugens
Complottiamo senza pudore, sparamucchio.
Come se Consip avesse fatto chissà cosa se non bandire gare telematiche che invece tracciano e fanno chiarezza su mondi altrimenti gestiti nel grigio… Meglio quelli? Almeno con gare chiare, trasparenti e che permettono a imprese italiane e multinazionali che investono in Italia di dare lavoro e svilupparsi. Nel caso Consip, il processo a Romeo è chiuso, senza condanne a nessuno, in altri casi è stato condannato Romeo.
Ma possibile che siete tutti bravi a sparare su Consip e a non parlare di tutto quel mondo… Multiservizi Reggio Calabria, ASIA Palermo, Multiservizi Napoli, insomma, TENETE FAMIGLIA VERO? Insomma sparare su Consip non comporta reciprocità, a differenza delle altre, quindi, avanti con l’Italica codardia di cui siete mirabile esempio! Sparate su chi fa bene e non ti uccide e zitti zitti con chi fa preoccupare di avere famiglia… VERGOGNA!
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