DoV’era Letta Enrico l’11.2.09 mentre il Presidente della Corte dei Conti Tullio Lazzari denunciava la truffa delle slot machine?
Sarebbe interessante, dal punto di vista sociologico cultural-investigativo (ma come parlo?), sapere, dalla viva voce del Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta, dove si trovava l’11 febbraio 2009 e se in quella giornata abbia avuto sentore di quanto, alla rituale Inaugurazione dell’anno giudiziario, il Presidente della Corte dei Conti Tullio Lazzaro – presente il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – aveva detto relativamente al fenomeno della corruzione che ci assediava (!) nella sanità, nella spesa farmaceutica, nel trattamento dei rifiuti (vero amici degli amici dell’avv. Manlio Cerroni?), nei contributi dell’Unione Europea, nelle opere pubbliche, nelle consulenze (vero amici degli amici della dott.ssa Chiara Schettini?) e via dicendo.
Nel lungo ragionamento fatto in quelle ore, dice Alberto Statera (il mio solito “mito”, fonte altamente attendibile) nel libro Il Termitaio (Rizzoli), ricordando questo momento cruciale dell’apertura degli occhi e delle orecchie di tutti quelli che si interessano di cosa pubblica o presumono di potersi assumere responsabilità politiche, il Presidente della Corte dei Conti Lazzaro non trovò modo di dire se c’era un solo settore dello Stato che fosse immune dal fenomeno corruttivo. “Sicuramente – scrive l’autorevole conoscitore, da generazioni (suo padre Vittorio era il decano dei giornalisti parlamentari e per un periodo diresse la ‘comunicazione’ del Quirinale), delle cose segrete italiane – non lo è quello del gioco d’azzardo di Stato come, quella stessa mattina e in quella stessa sede istituzionale (ripeto era l’11 febbraio 2009,ndr), ha raccontato Furio Pasqualucci, il Procuratore Generale della magistratura contabile. Tra le tante truffe perpetrate a danno delle pubbliche risorse, Pasqualucci ha segnalato (era l’11 febbraio 2009! Ma basta Leo Rugens, l’abbiamo capito, era l’11 febbraio 2009) quella che, a opera dei concessionari dei videogiochi, ha procurato un danno erariale tra i 70 e 90 miliardi (diconsi miliardi) di euro“. Successivamente si appurò che il danno era di 98 miliardi (ndr) Quanti punti di prodotto lordo? Quante manovre finanziarie? Quante social card riempite di piccole cifre per soccorrere gli anziani vigliaccamente lasciati con pensioni miserevoli? Quanti milioni di ore di cassa integrazione?
Queste domande retoriche sono un po’ mie e un po’ del mio autorevole ex compagno di banco Statera. Del fritto misto mi assumo comunque la responsabilità. Ma il dottor Pasqualucci, in quelle ore (era l’11 febbraio 2009!), sapeva che probabilmente questa montagna di denaro non l’avrebbe rivista mai.
Soprattutto, dico io, se un giorno, alla guida del Paese, fosse arrivato, Enrico Letta, l’uomo che ha fatto nascere la Fondazione veDrò e se veDrò vedrà di non ricordare ammonimenti e denunce di quel lontano (?) 11 febbraio 2009.
Riprendiamo il filo del ragionamento di Statera. “Lo Stato non rivedrà mai quella montagna di soldi dovutale perché in questo Paese le lobby sono più potenti dello Stato. E la lobby del gioco d’azzardo è un combinat d’acciaio praticamente inattaccabile.” Quindi, se capiamo bene, dice quel tipo poco raccomandabile di Leo Rugens, viviamo in un Paese dove non solo la Corte Costituzionale dichiara illegittimo il sistema elettorale e di conseguenza una intera classe dirigente politica ma dove un autorevole e mai smentito giornalista afferma che il Paese, anzi, la Repubblica è in mano a dei malfattori sabotatori della collettività e della convivenza civile. Non solo, ma che lo Stato non ha più a sua disposizione strumenti sufficienti (carabinieri, polizia, guardia di finanza, esercito) per arrestare questi “terroristi” protetti, non dalla legge che li inchioderebbe alle loro responsabilità ma, da eserciti di avvocati e di “non servitori dello Stato”, ciechi, sordi, muti, che rendono possibile lo scempio della nostra povera gente fino ad indurla al suicidio.
Torniamo all’innocente gioco dell’oca e quindi al Via da dove siamo partiti: dove era il Capo del Governo quel giorno? Possibile che, sia pur preso nella sua frenetica attività politica, non sia mai stato informato, da nessun collaboratore, di quelle sacrosante dichiarazioni e denunce? Perché, un tipo così, tanto incentrato su di sé, da non trovare tempo e modi per decidere di evitare le cattive compagnie rappresentate dai lobbisti sabotatori della collettività italiana, dovrebbe essere capace di guidarci verso l’uscita salvifica dal trittico di fuoco (2012/2013/2014) che i “giocatori ” (sempre loro!) della finanza mondiale hanno innescato nella prateria già arsa e riarsa della stanca vecchia Europa? Perché una mezza sega, distratto, sordo cieco e muto dovrebbe essere all’altezza di un compito degno di Mosè? Solo perché è nipote di Gianni Letta? Ma Gianni Letta è uno dei massimi responsabili del disastro in cui ci troviamo e troppo consapevole di quanto l’amico ex ministro Augusto Fantozzi (lo stesso che, da venti anni, “protegge ” gli “stragisti” della Phillip Morris), ha saputo fare in questa vicenda delle Slot, orchestrando tutto il danno erariale. Se non è così, smentitemi. Ancora una volta chiedo alla rete e ai cittadini onesti organizzati nel M5S: dove era l’11 febbraio 2009, Enrico Letta
Oreste Grani
PS Anche oggi 10.1.14 in beppegrillo.it leggiamo una denuncia fincontrovertibile del danno “slot machine”. Fino a quando dovremo sopportare tanta protervia?
Togliere la mini IMU, tassare il gioco d’azzardo #pdtassailgioco
“La battaglia per aumentare le tasse sul gioco d’ azzardo ed evitare così a 12 milioni di cittadini di pagare la mini-Imu- si sposta alla Camera. Il MoVimento 5 Stelle depositerà, prima firmataria la cittadina portavoce Maria Edera Spadoni l’emendamento proposto dai sindaci ANCI dell’Emilia Romagna. In Senato il Decreto – Imu è stato approvato con il voto contrario del M5S e quello favorevole del Pd (di Renzie, ndr). A Palazzo Madama la fase avanzata del decreto e le norme parlamentari non hanno permesso di emendare e votare la modifica proposta dal M5S a prima firma del portavoce Giovanni Endrizzi. Ora, con la riapertura dei termini di presentazione per il passaggio alla Camera, il M5S chiamerà tutti i parlamentari alle proprie responsabilità. In politica contano i fatti e non le parole: alle dichiarazioni sui mass media devono seguire atti concreti. I primi cittadini in Emilia Romagna hanno fatto una valida proposta che deve essere assolutamente sostenuta in modo trasversale da tutti i parlamentari, a prescindere dal gruppo di appartenenza.
Rappresentando i cittadini siamo investiti di una grande responsabilità: agiamo per aiutare il Paese.” M5S Camera e Senato