A chi spetta nominare il vertice dell’AISE? Di sicuro non ai soliti falliti
Veniamo al paradosso dei paradossi di queste ore.
Lo stesso ambiente politico che, da decenni, espone il Paese a figuracce degne di un “venditore di lupini” (Ustica, caduta di Ben Alì in Tunisia, Mubarak e gli interessi italiani in Egitto falcidiati, il sommo Gheddafi e le sue amazzoni, il Premier Berlusconi lasciato, sessualmente, esposto al ricatto di puttane e papponi; il massacro di Nassyria; Calipari e la sua ingiusta morte; Abu Omar e quel capolavoro del sequestro a Milano di cui tutti sapevano tutto sin dalla sera prima; l’ENI e la Nigeria; le scorribande affaristiche dei vari Mokbel e Lavitola; una sequenza di decapitazioni (si fa per dire!) dei vertici di Finmeccanica scoperti (dopo!) assolutamente inadeguati a guidare l industria “militare” strategica; connivenze affaristiche di prima grandezza con gli ambienti della malavita internazionale legata aglia ambienti dei casinò, delle slot machine e del riciclo; l’ennesimo sfacelo della nostra politica estera conseguenza delle “assenze”, silenzi e tradizionali conflittualità evidentissimi nei casi Shalabayeva/Abliazov e Marò in India) pretende di essere determinante nella nomina dei vertici dell’ AISE.
Da sempre, il marginale Leo Rugens, richiama, doverosamente, l’attenzione su chi debba custodire i custodi e sui criteri di reclutamento, selezione e formazione del personale adibito a garantire la sicurezza della Repubblica. Il “bordello” e i comportamenti per cui gli altri protagonisti del “Grande Gioco” dell’Intelligence, continuano a considerarci dei “ragazzini litigiosi”, non ci sembra cessato né diminuito di intensità. Lasceremo che “i pedofili” si prendano cura della nostra infanzia? Lasceremo che la stessa “brodaglia” di lobbisti millantatori e filo diretti da “intelligence” al servizio di “paesi terzi”, decida, nei prossimi giorni, l’ennesimo giro di valzer ai vertici dell’AISI?
Si legge, mai smentito né criticato, nelle prime righe del libro di Alberto Massari, Shalabayeva – Il caso non è chiuso:
“L’espressione del subconscio di una nazione è il suo servizio segreto” scrive John Le Carré nel suo romanzo più noto La Talpa. Il subconscio è una delle peculiarità dell’intelligenza umana.
L’assenza (di questo si tratta) di un servizio segreto ‘intelligente’ rende l’Italia una realtà storica-culturale-giuridica senz’anima, senza sovranità, incapace di riconoscersi.
Quando un individuo sviene o, addirittura, muore si dice che ‘perde conoscenza’. Così è ridotta oggi l’Italia.
È cambiato qualcosa ed io, vecchio leone un po’ rincoglionito, non me ne sono accorto? Quando sono entrati, con slancio rinnovatore, nel Parlamento, i 160 cittadini organizzati nel MoVimento 5 Stelle, ho provato a suggerire di fare, della presidenza del COPASIR e delle nomine ai vertici dei “Servizi Segreti”, una battaglia strategica per la democrazia e la ricostruzione dell’Italia. Tutto vano!
Come ricorderete, si mossero quasi tutti i servi dei francesi, dei russi, dei tedeschi, guidati dall’ex USA Lamberto Dini perché i “grillini” non fossero incaricati, preferendo un inutile leghista, semi analfabeta e semi secessionista. Meglio un anti italiano che un italiano “per bene” espressione del M5S.
Forma e sostanza: come stia andando a finire, nella difesa “intelligente” degli interessi del Paese, è testimoniato dalla straordinaria capacità che i patrioti-parlamentari del M5S hanno mostrato in Kazakistan, tenendo la schiena dritta, riuscendo a non farsi limitare, durante la permanenza della delegazione, l’uso (anche in diretta) delle tecnologie. La delegazione infatti ebbe successo a chiedere di farne uso anche in presenza di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua.
Vediamo se la Provvidenza li consiglia opportunamente anche nella imminente spedizione in India.
E allora finalmente, dopo tanti opportunismi, denunciati e testimoniati, a mezza bocca, anche da un ex Ministro degli Esteri, i colpevoli/innocenti Marò, potrebbero tornare a casa.
Alla luce di quanto mi sono permesso di evidenziare, forse, i nuovi vertici dei “servizi”, vanno nominati, con l’opportuna consultazione degli esponenti parlamentari del M5S, evitando così di “azzoppare l’anatra” prima ancora di attribuirle la direzione. Così come, dopo le Celebrazioni del Bicentenario dell’Arma dei Carabinieri, sarà opportuno, per l’individuazione del nuovo “Comandante”, tener conto della mutata realtà del Paese. Il “generale” che dovrà guidare l’Arma, in un momento tanto delicato, se non drammatico, della vita della Repubblica e di diffusa sfiducia nelle istituzioni europee, potrebbe essere, con tutta la grande e ancora morale famiglia dei Carabinieri, il “faro” di riferimento in una fase ancora più tempestosa di quella attuale.
A meno che non siate tra quelli che pensano che Matteo Renzi, lo pseudo massone Giancarlo Elia Valori, l’eterno obeso Bettini, lo “sdoganato” dall’Inferno Berlusconi Silvio, il toscanissimo Loris Verdini siano in grado di “salvare l’Italia”.
Noi, fidando nell’esempio strategico di Papa Francesco, siamo alla ricerca di altro.
Leo Rugens