La catena dei “Pizza Ciro”, ennesimo cavallo di Troia della criminalità organizzata. Vediamo se Renzi scopre che in Italia ci sono le mafie
Don Lucchesi, lei è un uomo di finanza e di politica.
Io queste cose non le capisco.
Le pistole le capisci?
Sì.
La finanza è una pistola.
La politica è sapere quando devi premere il grilletto.
Vincent Mancini (Andy Garcia) nel Padrino parte III
Venticinque locali pubblici (ristoranti, bar, pizzerie), tra i più frequentati dai turisti e dai romani stessi (politici per primi), sono stati occupati, all’alba di oggi, dalle Forze dell’ordine, nel territorio urbano denominato “Tridente” e delimitato dalle vie Babbuino, Corso e Ripetta. Il sequestro (perché di questo si tratta) è avvenuto in quanto si ritiene che i beni siano tutti riconducibili alle famiglie “camorriste“, Contini e Righi. Il comunicato stampa indica in circa 250 milioni di euro il valore degli esercizi pubblici. Se bastano (un 1/4 di miliardo di euro), a comprare quel ben di Dio. Ecco dove stanno i soldi e dove si devono andare a cercare. L’economia criminale è florida, a differenza di quella asfittica italiana.
Anni fa, mentre ambienti autorevoli dichiaravano che la Mafia quasi non esisteva più e che era un relitto inventato dai giornali del Nord, fu una rivista inglese, la New Left Review, a documentare come le mafie si fossero ormai trasformate, dai racket dei campi e dell’irrigazione, in strutture criminali urbane. Da allora, anche i cretini sanno che le città sono il vero mercato delle mafie. Senza, e questa è stata la loro abilità, lasciare la “campagna”. Questa è stata la “strategia militare” attuata dalla criminalità organizzata, ovunque nel mondo ma, in particolare, in Italia dove , ormai (lo ridico!) è padrona di tutto il territorio nazionale”.
Il salto è stato fatto prima organizzando il traffico internazionale degli stupefacenti, delle donne e degli uomini da “prostituire”, dei rifiuti più o meno tossici da interrare, delle armi, del gioco d’azzardo o legalizzato dietro la “giostra stordente dei campionati di calcio” e, poi, con le liquidità procurate, è venuto tutto il resto; soprattutto quando le banche “complici” e la politica asservita, hanno ristretto il credito alla gente per bene. Con il denaro, è stato reso “certo” il controllo del consenso politico, tutt’uno con gli affari illeciti. Devi essere la Luxottica di Del Vecchio, per non dovertela fare con la criminalità. Sperando, un giorno, di non dover scoprire che ci stiamo sbagliando ad avere questo tipo di certezza. I dirigenti reclutati, selezionati e ben formati (scrivo queste parole con vero dolore) dalla criminalità, sono persone di ampie vedute “professionali” che producono a Kabul, in piena guerra, vendono a Roma come a New York , investono, per i loro “padroni” ovunque si guadagni in modo esponenziale.
Sarà difficile fare “contrasto” a un tale “esercito” di spietati e feroci predatori, se ci faremo guidare dal querulo, provincialotto, Matteo Renzi. Anche perché, essere in “perfetta sintonia” con Berlusconi Silvio, che è stato e che ancora potrebbe essere un felice prodotto degli interessi strategici delle mafie, mi sembra che possa essere il sintomo o di “demenza” o di non aver chiaro “chi sta con chi” e cosa si deve fare per restituire sovranità alle Istituzioni repubblicane. Uno dei suoi consiglieri, lo spingitore da dietro, Fior di Loto Giancarlo Elia Valori (come lo chiama Alberto Statera), potrebbe almeno ragguagliarlo su queste complessità internazionali, evitando, dopo una vita dedicata a “farsi solo i cazzi propri”, di fare ulteriore danno al Paese, “spingendo” alla leadership governativa un burattino così poco “collodiano”, che ci appare (è il ciocco da forgiare che è non ha qualità!) senza speranza di evolvere, umanamente, verso livelli di consapevolezza e moralità necessari all’Italia per trovare un’identità e, soprattutto, la strada verso la messa in sicurezza della sua gente. Inoltre, sembra che il chiacchierone toscano, sia particolarmente silenzioso e sfuggente su questo tema della criminalità organizzata. Speriamo che questa acquiescenza sia solo frutto della grandissima ignoranza che lo contraddistingue in quasi tutte le “materie” e non di “fottutissima paura” di affrontare quelli che comandano davvero. Anche a Firenze. Anche in Toscana. Come sarà chiaro, nei prossimi giorni, grazie ad una attenta disamina di “dove e come” i “Contini” e i “Righi”, hanno fatto “acquisti”. Sotto il naso dei sussurratori ma, evidentemente, distratti pseudo massoni toscani.
Leo Rugens