Il Presidente della Repubblica: «Ma i nostri, quali sono?»
Ieri, nel luogo meno adatto, il Parlamento Europeo, l’anziano ma irriducibile Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano si è pentito di aver sponsorizzato, a suo tempo, senza aver elaborato alcun dubbio, la nascita del Governo Monti e, successivamente, quello di Letta (nipote). Deve aver saputo da qualche suo super “informato” consigliere stazionante, permanentemente, al Quirinale che, tutto il mondo extra europeo, ride da quando si è scoperta la genesi del parametro (tassativamente da non sforare!) rappresentato dal numero “perfetto” 3%, che , come tutti gli Italiani, i greci, gli spagnoli, i portoghesi (ormai poveri) sanno, ci ha precipitato nel baratro economico/finanziario in cui ci troviamo. Siamo stati in mano a questi oscuri “cabalisti” (il tre e la trinità; il tre che porta al trentatré e via discorrendo) e pensavamo che ci guidassero dei “grandi economisti”. E fa pure rima. Tornando a Giorgio Napolitano, non solo ci ha detto che quella storia del 3% era sostanzialmente una trovata del tipo “supercazzola con scappellamento a destra” degna del miglior Ugo Tognazzi e che, quindi, ci si può dare alla pazza gioia ma che , se (e questa sì che è una notizia a conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto) alle Elezioni europee, stravincesse il M5S, non ci si dovrà fare caso. Pere e mele. Che c’entra la democrazia e la volontà popolare con le elezioni , le schede , le urne, e i soldi che costeranno? Questa “dichiarazione”, di fatto pro M5S, comincia ad assomigliare ad un indizio di perdita di lucidità.
Ma, a quell’età, è “legittimo”, non essere più presenti a se stessi e cominciarsi a chiedere: “Ma i nostri, quali sono?”.
Oreste Grani