Papa Francesco: a chi un cucchiaio d’olio e un “respiro” di farina di timo e a chi 455.000 euro!
Chi segue con affetto questo blog sa che abbiamo fatto il tifo per un Papa “tipo Bergoglio”, ancora prima che Ratzinger si dimettesse. Anzi, chi avesse letto con attenzione i nostri post, si sarebbe reso conto che, per imperscrutabili motivi, eravamo, tra i pochissimi, informati della volontà del Papa di dimettersi. Così come, per una qualche dote di preveggenza, sapevamo che il Santo padre, Francesco, non appena si fosse insediato, si sarebbe fatto consigliare su temi complessi quali la trasparenza vitale per diradare le ombre e far irrompere la piena luce intorno allo IOR e alla necessaria collaborazione con le autorità italiane (e non solo) impegnate nella lotta anti-riciclaggio.
Per compiere rapidamente e nel migliore dei modi questi passi verso un “rilancio” dell’immagine della Chiesa, da troppo tempo scossa da non ineccepibili comportamenti di alcuni suoi esponenti di spicco, Lui stesso e i suoi “fedelissimi” posero, al centro dei ragionamenti ecclesiali, con estrema chiarezza, temi quali “Centro e Periferia”, “Luce ed Ombra”, “Destra e Sinistra”, “Guerra e Pace”, “Io e l’Altro”, “Paura e coraggio” scelti, non a caso, tra le tante possibili dicotomie concettuali, quasi fossero delle novelle, pericolose, “Scilla e Cariddi”. Papa Francesco ci piacque subito per questo inoltrarsi nel labirinto “dicotomico” che da anni studiamo e non solo per le scelte frugali anticipatrici di uno stile di vita che tutti gli uomini e le donne della Chiesa furono chiamati, sotto il Suo Pontificato, a tenere.
Ci dispiace, quindi, di venire a sapere (sperando che ci sia un errore, come accade anche alle attendibili fonti di Leo Rugens), che il direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria “vaticana”, lo svizzero Renè Bruelhart, mentre migliaia di siriani “assediati” vivono sotto le bombe con “un cucchiaio di olio immerso in farina di timo” (come solo alimento al giorno), guadagna 455.000 euro l’anno per interessarsi del denaro della Chiesa.
Denaro che, per opinioni più volte espresse dal Santo Padre, è lo sterco del Demonio. Almeno, fino a prova contraria.
L’ha ribloggato su Leo Rugense ha commentato:
Siamo in inutile attesa di più risposte: tra le altre ci interessa sapere se le slot mangiatrici di soldi sono ospitate in un bene immobiliare della Chiesa a via Veneto 13 – Roma e se è vero che il bello e tenebroso René Bruelhart quadagna 455.000 euro l’anno per interessarsi del denaro della Chiesa. Oreste Grani
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