“La chiarezza è più nobile dell’oscurità”. Francisco de Holanda

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“Quando Dio, pittore supremo, volle dipingere tutto ciò che noi vediamo sull’oscurità e sulle tenebre che coprivano la grande tavola del mondo, cominciò direttamente dal chiaro, ed è per questo che la chiarezza è  più nobile dell’oscurità. Questo è stato il primo gesto di Dio”.

Sono parole di Francisco de Holanda l’artista portoghese del Cinquecento autore di un “poema cosmogonico”,  illustrato da 153 acquarelli , De aetatibus mundi imagines.

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Santo Padre, che succede? Papa Francesco ci scusi ma, niente niente, la vanità, il narcisismo, non ancora del tutto fatti uscire, con la necessaria fermezza, dalla porta del Tempio, stanno rientrando, platealmente, dalla finestra? Perché mi permetto di osare tanto? Lei che segue tutto, potrebbe non sapere che circolano, in rete, foto dell’uomo, Renè Bruelhart, che dovrebbe coltivare la “trasparenza”, quella da Lei scelta perché tutti possano “vedere” come entrano e come escono i soldi dalle casse della Chiesa, che non depongono a favore della necessaria riservatezza e umiltà che un ruolo, così delicato, dovrebbe comportare. Lo 007 svizzero, se abbiamo capito bene, vigila su denaro che, in questi tempi terribili, i credenti, con sacrificio, si tolgono da tasche sempre più vuote e lo affidano alla Chiesa perché quelli ancora più poveri di loro, possano essere aiutati. Per prime, le suore e i sacerdoti che diventano, anch’essi, sempre più poveri. Le foto “luce ed ombra” scattate ad un uomo che guadagna, a quanto si dice, più di 1.250 euro al giorno,e che potrebbero essere catalogate del tipo “bel tenebroso” e attore da fotoromanzo anni ’50, non lasciano dubbi, non solo a me che non sono certamente Charles Morris ma, alla gente che soffre e che si aspetta, dai Suoi collaboratori più stretti, atteggiamenti meno egocentrici e futili. Anche l’invidia è peccato e spero di non essere mosso da questo sentimento infimo, essendo Bruelhart, giovane e bello ed io anziano e bruttino. Comunque, onestamente, non credo che sia invidia la mia ma, memoria: anche il rugbista Paul Marcinkus era un gran bell’uomo. Anzi, “un pezzo d’uomo”, come direbbero gli “intenditori”, maschi o femmine, che siano. Anche Paul Marcinkus era considerato uno 007. Che fine abbia fatto la Chiesa e la sua “cassa” nelle mani del bel rugbista è noto a tutti. Torniamo a quelle foto e alla “vanità”.

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Il cielo scelto per far risaltare i chiaroscuri del volto del bel Renè, è, biblicamente e metaforicamente, a dir poco, inquietante: c’è un raggio di sole che si intravede che potrebbe sembrare una “presenza” divina a garanzia dell’agire del guardiano delle casse vaticane ma, tutto il “fondale” atto ad esaltare il servitore della Chiesa, a un solo semplice soffio del “Maligno”, sembra potersi trasmutare in un luogo di tempesta dove, fulmini e saette, potrebbero tornare ad addensarsi sul Cupolone. Pubblico una galleria di immagini, tutte artisticamente realizzate, con studio e volontà, per evidenziare il lato estetico del signor Bruelhart. Che, a sua volta, è sempre in posa. È ora di domandarsi chi lo abbia portato, in Vaticano, questo eccentrico vanesio prima che si abbiano sorprese. Se ben ricordo, fu proprio il compianto e “geniale” avv. Gennaro Egidio (Emanuela Orlandi) a farmi notare, per primo, la complessità delle relazioni che si delineavano, già ai suoi tempi, all’interno dello Stato Vaticano, consigliandomi però, prioritariamente, una strada per cercare di penetrarne i misteri: sapere sempre “chi” avesse presentato “chi” a “qualcuno”. Con umiltà investigativa, con prudenza ma, al momento opportuno, senza paura, mi consigliava: “Lei deve avere il coraggio di porre, prima a se stesso, la domanda regina”. In questo caso la richiesta è semplice: chi è il fotografo che aspira tanto a valorizzare le doti di virilità dello 007?

Non è questa la domanda, direbbe Gennaro Egidio. Non faccia il furbo. Quella vera da farsi è: chi ha presentato in Vaticano, Renè Bruelhart? E l’altra è:  perché lo 007 svizzero non ama, come sarebbe consono al suo incarico, un atteggiamento “low profile” ?

Leo Rugens/Oreste Grani