Ma chi è questo Pernicotti Carmelo difensore d’ufficio di Stefano Bisi?

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Ieri, in tempo reale, ho risposto, a tale Pernicotti (almeno si fosse chiamato “Pernigotti” come i cioccolatini di cui sono golosissimo) che arrivava, buon 4° su oltre 100.000 accessi, a tentare di insultarmi, dandomi del frequentatore di bettole. Ho scritto subito che sono, da sempre, astemio e non avvezzo, quindi, a frequentare bettole. Gli ho promesso che oggi sarei tornato a scrivere dei suoi insulti. Lo pseudo massone dovrebbe ricordare, a proposito di bettole, che il 24 giugno 1717, proprio in un locale pubblico, “All’oca e alla graticola”, a Londra, dove si beveva in abbondanza, si ritrovarono i fratelli “stanchi di doversi nascondere”. Non bevo ma sono, viceversa, addestrato a riconoscere alcolisti e assuntori di droghe “ideologiche” anche a km di distanza; addirittura via web. E di un assuntore abituale di “droghe ideologiche” si deve trattare nel caso del Pernicotti (mancato Pernigotti, venditore di “cioccolate”). Oltre a saper riconoscere i drogati dipendenti da “vuoto spinto”, sono stato e, forse lo sono ancora, abile a individuare tutti i fanatismi dedicati a “persone” o a ideologie che siano. Il culto della persona, nei secoli, ha sempre evocato dolore per gli umani ed in particolare per i fratelli amanti della libertà e dell’uguaglianza. Appena sento parlare di “fango da non gettare su scalatori vicini alla vetta”, mi si paventano gli orrori dei veri persecutori della libertà di pensiero, tutti incarceratori  e  perseguitatori delle donne e degli uomini dediti e fedeli solo al “libero pensiero”. Finchè vivrò, starò dalla parte degli umani rispettosi della tolleranza e del rispetto reciproco e non dei leccaculi delle banche, vero tempio e rifugio dei materialisti ex comunisti seguaci dei persecutori degli amanti della Libertà. Le banche sono una minaccia per la convivenza civile e la democrazia e il vostro “Walter Bonatti” è uno che nella vita ha sempre campato del grasso che colava dalle banche. Figurarsi se non sento odore di “setta” e di “idolatria” dietro le espressioni compulsive di questo massonetto/massoncino/mattonetto/mattoncino denominatosi Pernicotti Carmelo, ammiratore, per sua stessa ammissione, del giornalista, ossequioso, da sempre, degli interessi della banca più maleodorante della Storia d’Italia. Lo scalatore indefesso, di non si sa quale metaforico K2, va bene per i gonzi che ritengono di potersi spacciare per i seguaci, contemporanei, della grande tradizione risorgimentale che ebbe (tra gli altri) in Garibaldi e Mazzini dei problematici esponenti ma, certamente non assimilabili a questi piazzisti arroganti, venditori una volta di materassi Permaflex, un’altra di “piani di rinascita, un’altra ancora di  “metropolitane” in giro per il mondo, altre volte missili per provare a far scannare fratelli argentini contro fratelli inglesi. Ma di che parlate, cialtroni avidi e ottenebrati da false ritualità? La montagna è, da sempre analogia (Monteanalogo di Renè Daumal insegna) di elevazione spirituale e non deve spuntare, dall’ombra del web, a spiegarcelo, questo caricaturale minacciatore e adoratore di non si sa quale Maestro. Ma a chi pensi di fare paura ? Se decidessi di cercarti e ti venissi a prendere, ancora con i miei acciacchi e l’età veneranda (ma che scrivo?) ti riserverei i trattamento che meriti. Da traditore quale sicuramente sei anche del “giuramento massonico”. A me basta aver giurato alla Repubblica e al Tricolore. Caro Pernicotti, se ne senti il bisogno, continua a insultarmi. Finché non mi stanco.

Oreste Grani

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