Dietro a Matteo Renzi, oltre a Giancarlo Elia Valori, c’è (numeri delle primarie), solo il 4% degli italiani aventi diritto al voto.

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Alcuni (pochi) commentatori politici scoprono, solo oggi, a cose fatte, che il “super votato”, l’osannato dalle folle plaudenti, il salvatore della Patria, Matteo Renzi è supportato, a mala pena e in modo certificato, dal 4% degli Italiani aventi diritto al voto. Un po’ più di Bersani che, come ci eravamo permessi di evidenziare prima della “topaia”, era voluto (si fa per dire, vista la fine che gli hanno fatto fare!) dal 2.7 % “IL 2,7% DEGLI ITALIANI AVENTI DIRITTO AL VOTO HANNO SCELTO BERSANI… E LUI È CONTENTO“. Tutto qui.

Leo Rugens, non solo sa fare di conto (elettorale) ma lo ha fatto con largo anticipo, prevedendo, fra i pochissimi, che il povero Bersani, avrebbe fatto la fine che ha fatto. Ora per noi è certo che Matteo Renzi, espressione di una oligarchia di violenti partitocratici arroccati al potere come poche altre volte era successo nella storia del Paese, si prepara, anche lui, a tempo debito, a fare la fine del coniglio, corredato di carota come, giustamente, Crozza lo rappresenta. Voler spacciare Renzi, nuovo nocchiero, come soluzione alla continua emergenza in cui viviamo (decenni!), e veramente andarsi a cercare botte. Il tutto sta avvenendo senza selezione di qualità, senza pianificazione della qualità. Questa è la vera tragedia. L’èlite renziana tiene “nascosti” i suoi pensieri strategici (ma ne ha?) necessari ad affrontare la più grave crisi valoriale dal dopoguerra ad oggi. La pattuglia dei ragazzotti e ragazzotte, si prepara a vivere (finchè dura fa verdura!) di colpi di teatro, di annunci (come tutti i governi del “fare” che lo hanno preceduto), ignorando quale possa essere il futuro, oltre la crisi. Ci stanno per rifilare una nuova forma di berlusconismo senza l’originale ormai, anatra zoppa. Pezzi di partitocrazia si organizzano nuovamente, vista la parlantina toscana e la gestualità adolescenziale del “nocchiero” (vi giuro che, non in modo ironico, l’ho sentito chiamare così), su basi fragili e marketing-oriented. Senza la Fininvest e la televisione generalista dietro. Un vero disastro ancor prima di cominciare, ora che si è scoperto che viviamo in un paese dove “perde” (decine di milioni) anche il Festival di Sanremo. Berlusconi aveva Mike Bongiorno che gli preparava e coltivava con milioni di italiani il legame che ancora tiene. Renzi ha solo partecipato alla Ruota della Fortuna di Mike. A fianco a Silvio Berlusconi, venti anni fa, c’erano quei super mascalzoni di Previti e Dell’Utri; dietro a Matteo Renzi c’è l’anziano catto-massone, Giancarlo Elia Valori. Confalonieri guardava, in azienda, le spalle di Silvio; le spalle di Matteo oggi le guardano, Franceschini e Bettini. Dietro, di fianco, davanti a Berlusconi c’erano Dotti, Scognamiglio, Urbani e Martino. Come diceva “BASTA, L’ORA È GRAVISSIMA. RENZI È UN IGNORANTE” (perché ora tace?) il direttore del giornale della Confindustria, Roberto Napoletano, Matteo Renzi è un “tragico ignorantone”, circondato da mediocri.

È tutto qui. Noi di Leo Rugens, che per età, ne abbiamo viste tante di stelle cadenti, continuiamo a pensare che senza una visione profonda e senza identità, non possa esserci un progetto politico che abbia prospettive. La comunicazione, senza scelte culturali strategiche, è un palliativo che ha retto, per venti anni, solo perché era Berlusconi e l’insieme delle risorse umane mobilitate dal “conflitto d’interessi” (di fatto, tutte le televisioni) che supplivano ai ragionamenti e al deserto politico. Oggi, dopo la stagione dei continui cambiamenti di confezione e nome del prodotto (Berlusconi è tornato a Forza Italia perché si è reso conto che i brand più “anziani”, nell’offerta politica, paradossalmente, erano Lega e M5S), il sistema partitocratico rappresentato, ormai, sotto sotto, solo da delinquenti e affaristi drogati dal loro stesso modo di agire truffaldino, sta per buttare la spugna. Per quello, gli accoliti, cominciano a dire che la prossima “conta” elettorale (le elezioni Europee) non “conta” un cazzo. Italiani demoralizzati e un po’ troppo tolleranti, dovesse vincere il M5S, in presenza di una astensione massiccia, cosa sareste pronti a fare per riprendervi la sovranità repubblicana? Mancano cento giorni all’azione.

Leo Rugens

P.S.: perché Matteo Renzi non dice una sola parola sul doveroso contrasto alla criminalità organizzata? Che strano, parla di tutto, sia pur in modo raffazzonato, tranne che di questo nodo gordiano e della correlata politica estera! È materia, forse, troppo complessa? Leo Rugens non è la prima volta che si sofferma su questa domanda senza risposte. E voi, pochi ma attenti lettori, vi siete accorti che, a modo nostro, non scriviamo mai nulla tanto per scrivere?