“Berlusconi 1”, ovvero come ricordare al cretinetti Matteo Renzi di che pasta è fatto il suo amico Silvio

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Vi sono periodi importanti di cui sappiamo poco, situazioni la cui importanza ci appare solo se esaminiamo le conseguenze. Il tempo che il seme trascorre sotto la terra è parte integrante della vita della pianta.”  Johann Wolfgang Goethe

Alla luce di questo pensiero che, in modo semplicistico (e me ne scuso), definirei  strategico, nelle ore in cui il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi (con il continuo valzer delle poltrone non vorrei che qualcuno si confondesse, si chiama così!), blatera di legalità, di contrasto alle mafie e alla grande criminalità affaristico-speculativa, proverò a ricordargli chi sia il suo alleato nella neo (l’ennesima!) spartizione consociativistica del potere e della cosa pubblica. Non a caso tra pochi giorni si devono assegnare ben trecentocinquanta posizioni di controllo di quanto rimane dell’Italia.

Questo è “il seme” berlusconiano. Il resto sono chiacchiere per i gonzi. Così come l’eventuale “revoca” (dimissioni forzose) del “prepotente” (in Calabria, uno che agisce così, l’esperto cacciatore di criminali, Nicola Gratteri, lo definirebbe “mafioso”) sottosegretario Antonio Gentile. Sottosegretario alle infrastrutture, cioè agli appalti, cioè ai porti, agli aeroporti, alle ferrovie, alle autostrade. Tutti grandi lavori dove dovrebbe essere d’obbligo l’applicazione dei criteri relativi alla necessaria Strategia di Sicurezza Nazionale. Chi pensi di prendere per il culo, ipocrita boy scout con le tue letterine a Roberto Saviano: tutta propaganda e campagna elettorale. La sostanza è: fuori Nicola Gratteri (calabrese) , dentro Antonio Gentile (calabrese). Chissà chi ci doveva guadagnare, in “Calabria” e nell’esausta Repubblica Italiana, da un tale “cambio”? In fin dei conti, direte voi, sono conterranei. Quello che segue è un quadro sinottico cronologico, riprodotto da un libro rarissimo che possiamo definire scomparso, “Berlusconi 1” – Cura redazionale di Floriano De Angeli, pubblicato dalla Biblioteca e Centro Documentazione di Mafia Connection, prima edizione maggio 1993. Come vedete dalla data non c’entra nulla la “discesa in campo del 1994” e la contro informazione che “gli invidiosi comunisti”  avrebbero messo in atto “dopo” il suo successo elettorale. Prima è prima e dopo è dopo ed è inutile provare a mischiare: il libro e l’ineccepibile documentazione in esso contenuta, corrisponde al “seme” di cui parla Goethe. Silvio Berlusconi è, geneticamente, figlio di quel groviglio che Rino Formica definiva “merda e sangue” e i patti fatti con lui sono accordi di “merda e di sangue”. Altro che, ipocritamente, la Domenica a messa con la “famigliola” e poi a vedere la Fiorentina. Anche Berlusconi andava a messa e poi a vedere il Milan. Dio li fa e poi li accoppia tramite il toscano violentatore di donne, Denis Verdini.

Prima di concludere questa premessa, vi affido un altro pensiero che spesso mi conforta nelle ore buie, della mia vita personale e di quella della Repubblica:

Io devo produrre; è la produzione che resta e non le amicizie, gli articoli, le conferenze, i movimenti, ma i libri diffusi in modo che nessuna guerra possa distruggerli.  I libri restano, e io parlo alla gente del Duemila la quale dopo strazi immensi potrà capire. Oggi non si può capire. Non è colpa mia.

Pietro Ubaldi (1886 – 1972)

Leo Rugens che negli anni ha saputo proteggere e diffondere (editando direttamente o tramite book crossing) non pochi libri, è felice di poter scrivere che il testo “scomparso” dedicato al “seme” della pianta “Silvio Berlusconi” è in nostro possesso e che, pagina dopo pagina , lo affideremo alla amica “rete”. Cominciamo con la sinossi cronologica.

Leo Rugens

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