Matteo Renzi parla di politica estera. Matteo Renzi parla di cinema e di cultura. Matteo Renzi, parla!

Attanasio

Proviamo ad immaginare il niente – scriveva, alcuni anni fa, Franco Prattico. Né ciò che ci circonda abitualmente, né monti, mari, fiumi. Non c’è sole nel cielo e non v’è cielo, con le sue stelle, pianeti, nubi di materia. Perché non c’è neppure materia, e dove dove non c’è materia non c’è spazio. E quel lampo di niente è eterno: perché è fuori dal tempo, il tempo sparisce insieme alla materia e allo spazio. È difficile immaginare il niente: inutile pensare al vuoto, perché siamo abituati a considerare il vuoto come il “contenuto negativo” di qualcosa, d’un recipiente, d’uno spazio insomma. Si sbagliava l’abile divulgatore scientifico: oggi, grazie ad una straordinaria interpretazione teatrale di Maurizio Crozza, è possibile immaginare, addirittura, vederlo il “niente” perché, finalmente, nella storia dell’Umanità, niente e vuoto, coincidono in Matteo Renzi. Viceversa per la maggioranza dei voltagabbana italiani (giornalisti o politici che siano) finalmente, la Luce fu. Da questo momento in poi, tutto è possibile nella divulgazione scientifica. L’Uomo italicus, non solo nelle conversazioni salottiere, potrà accedere alla comprensione dell’impossibile, alla “natura” del Big Bang, all’inessenza del Tutto, al “punto di partenza dell’ipotesi sull’origine dell’Universo (politico). L’Uomo italicus era cieco, misero lui, spoglio dell’esistente prima dell’insediamento a Palazzo Chigi di “Attanasio cavallo vanesio”

Ora è chiaro all’Umanità intera che nulla erano Pericle, Alessandro, Cesare, Napoleone per citare alcuni inetti e vuoti millantatori.

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Prima di Matteo Renzi non vi è nessuna “rivelazione” nessun messaggio esoterico o religioso. Lui stesso è la descrizione delle origini e delle prime fasi dell’Universo politico. Tutto ha origine da Lui e dopo di Lui. Matteo Renzi ci appare, finalmente, Lui stesso, come un procedimento matematico. È Lui l’unico oggetto, la cavità ideale da cui tutto ha origine. Basta, basta, l’ora è gravissima! Prima che questo “cretinetti”, divenisse il punto inconcepibile, il seme cosmico, sbucato dal Nulla sotto forma di sorgente puntiforme di energia, per troppi servi, c’era, in Italia, in Europa (forse nel Mondo) un “corpo nero” ammasso di idrogeno. A questo punto, ogni possibile descrizione scientifica viene meno e si entra in una terra di nessuno, dove le categorie con le quali leggiamo il mondo, le rappresentazioni usuali di tempo, materia, spazio non valgono più. L’unico concetto “familiare” che sopravvive, avvicinandosi al nuovo duce (“illuminato”, da dietro, da Goffredo Bettini e Gian Carlo Elia Valori), è quello della “Ghigliottina” per Lui e i suoi esegeti. Fino allo sfinimento del “Boia”. E non, metaforicamente parlando. Pietà, pietà, pietà per la Nazione! Aridatece quel mafioso di Giulio Andreotti, quel cinghialone di Bettino Craxi (almeno lui, si faceva fottere da Moana Pozzi), quell’ipocrita di Mariano Rumor. Ridateci il boxer Vittorio Sbardella, gli orridi Fratelli Lupis, l’alcoolista e collerico Giuseppe Saragat, il pokerista Claudio Signorile (mi scuso per la citazione, lui non risulta morto), il fascista Giorgio Almirante, il filo sovietico Giancarlo Pajetta, l’onesto monarchico Alfredo Covelli. Basta! Anche perché, per un repubblicano mazziniano/pacciardiano quale mi ritengo essere, è veramente il colmo, preferire un monarchico ad un “cretino”, vanesio, ciuccio presuntuoso quale certamente è, Matteo Renzi.

Oreste Grani