3.4. L'”equilibrio” ed il “cattolicesimo” tradizionale ed esoterico di Jean Tourniac (GLNF)
Nel libro Symbolisme Magonnique et Tradition Chrétienne (19651, 19932), Jean Tourniac sorprende e ammalia il lettore cattolico con la sue numerose citazioni di Sacra Scrittura, Patristica, letteratura cristiana medievale (es. Divina Commedia) e contemporanea, testi della Liturgia Cattolica, Teologia dogmatica ed eucaristica, Storia e Magistero della Chiesa… Tourniac: dichiara filiale sottomissione a Papa Paolo VI (1965); scrive ammirato di Papa Montini e di Giovanni Paolo II e del loro Magistero; difende il Vaticano II; denuncia i pericoli del progressismo, o modernismo, e del tradizionalismo postconciliare in campo dottrinale e liturgico; difende la Tradizione ed il sano progresso come insegnato da Paolo VI e Giovanni Paolo II; elogia il giudeo-cristianesimo…(221)
In realtà Tourniac non è un vero cattolico e la “Tradizione” a cui è legato è quella esoterica, in generale, e guènoniana, in particolare. Tourniac è un massone, esoterista e discepolo di Rene Guénon. Per Tourniac c’è compatibilita tra Cristianesimo (Chiesa di Roma) e Massoneria. Anzi, la Massoneria – secondo Tourniac – porterebbe il Cristianesimo al suo compimento. L’esoterismo racchiuderebbe Antica e Nuova Alleanza… La Massoneria – spiega Tourniac – pratica (nella
English Craft Masonry e
Royal Aron) riti che attuano:
morte iniziatica, discesa alchemica agli Inferi,
superamento dello stato umano, Illuminazione divina… Poi negli Alti Gradi Templari, la Massoneria regolare e tradizionale collega l’Adepto al Sacerdozio primordiale e sovraconfessionale di Melkisedek… La Massoneria porta dunque il Verbo-Cristo…(222) La magia rituale massonica risalta chiaramente dagli scritti (sopra citati) di Tourniac, il quale da buon massone tenta la
conciliazione di tutti gli opposti («l’unità dei contari», «coincidenza degli opposti», inclusi:
divino-demoniaco, vita-morte…), che dal punto di visto esoterico-massonico, si realizzerebbe in Dio, l’Uno-Immutabile…(223)
3.5. Altre voci di massoni esteri
Con lettera datata 26 maggio 1962, i vertici della Massoneria del Grande Oriente di Haiti indirizzano alla Commissione Centrale Preparatoria del Concilio una supplica da sottoporre a Papa Giovanni XXIII. Pierre Armand (Gran Maestro), Félix Hilaire (1o Gran Maestro Aggiunto), Leon Lamothe (2o Gran Maestro Aggiunto), Albert Dominique (Gran Segretario) sottolineano che la Massoneria haitiana, nel solco della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, non ha mai cospirato contro la Chiesa, ma ha sempre professato princìpi religiosi e vuole il bene dell’uomo. Pertanto il Grande Oriente haitiano auspica che Massoneria e Chiesa si uniscano contro le tenebre del materialismo e chiede l’abolizione della scomunica antimassonica prevista dal can. 2335 (CIC 1917). Comunque i suddetti massoni si mostrano già convinti che la loro Obbedienza massonica non cada sotto la pena comminata da quel canone (ma allora che senso ha quella supplica?). Inoltre, abilmente, dichiarano che se la Santa Sede nutrisse dubbi sulla loro lealtà, si potrebbe concedere ai Vescovi locali di pronunziarsi sulla situazione della Massoneria nel loro Paese, con eventuale riserva della ratifica papale (224).
Vari massoni hanno rimpianto la morte di Giovanni XXIII come di colui che ha indetto il Concilio e avviato il clima di dialogo e di ottimismo “pastorale”. Altrettanto rimpianto, da vari ambienti massonici, è stato anche Paolo VI. Tutto ciò è sintomatico del tipo di ermeneutica con cui ambienti massonici “regolari” e “irregolari” hanno letto il Concilio.
In data 4 giugno 1963 (un giorno dopo il decesso di Papa Roncalli), il Gran Maestro della GLNF, Ernst Van Haecke, invia un “toccante” telegramma di cordoglio al Card. Eugène Tisserant, Decano del Collegio Cardinalizio. Anche la Gran Loggia di Francia ha espresso cordoglio per la morte di Giovanni XXIII come «capo spirituale» che ha dato esempio mirabile di «tolleranza» (226).
Invece il Grande Oriente di Francia ha rifiutato di rilasciar interviste alla stampa, dato che – precisano i massoni del GOdF -«un Papa – fosse pure Giovanni XXIII – resta solidale con l’azione dogmatica della Chiesa Cattolica e Romana» (227).
Con lettera datata Buenos Aires, 1 dicembre 1963, acclusa al suo libro Jesuitas y Masones (1963), l’autore, Tohotom Nagy, ex gesuita ungherese e massone argentino, rivolge un appello a Paolo VI. Nagy trova che la tolleranza religiosa difesa da Giovanni XXIII nell’enciclica Pacem in terris, conviene con la Massoneria. Inoltre Nagy si appiglia all’atteggiamento ecumenico della Chiesa nei confronti dei protestanti per invocare un cambiamento di rotta della Chiesa nei confronti della Massoneria, giacché molti massoni sono ben disposti e molti sono i cattolici in Massoneria… Nagy osserva che i protestanti non condannano la Massoneria ma anzi molti dei loro Pastori conducono vita massonica e svolgono bene la loro funzione nella comunità protestante… Pertanto Nagy implora dal Papa la paterna rimozione della scomunica antimassonica, affinchè Chiesa e Massoneria possano insieme fronteggiare il pericolo dell’incredulità…(228)
In una conferenza stampa del giugno 1973, l’allora Gran Maestro della Grande Loge de France, Richard Dupuy, ha dichiarato che, «grazie specialmente a quell’uomo straordinario che fu Giovanni XXIII» (229), si è approdati alla soppressione della nozione antimassonica di «scomunica sistematica». Tuttavia, dopo qualche anno (1975), Dupuy pubblica il libro La fai d’un franc-macon in cui dimostra che, di fatto, la Massoneria professa un autentico soggettivismo e relativismo religioso (230).
Nel 1968 l’editrice Beauchesne di Parigi pubblica un libro-colloquio del gesuita p. Michel Riquet e del massone Jean Baylot, alto dignitario della Grande Loge Nationale Francaise. Come tanti dialoghi postconciliari catto-massonici, anche quello è un dialogo all’insegna della superficialità; infatti non viene approfondito il tema dell’esoterismo massonico coltivato in un’Obbedienza che presume d’essere religiosa, tradizionale e filo-cattolica, come la GLNF.
Riquet e Baylot postulano la pacificazione tra Chiesa e Massoneria regolare, ammantandosi, a tal fine, dello spirito dialogico inaugurato dal Concilio Vaticano II. Baylot è soddisfatto dell’atteggiamento ecumenico della Chiesa e rivela che ci sono massoni che sperano, sulla scia del movimento post-conciliare («a l’occasion de ce mouvement post-conciliaire»), la revisione delle condanne ecclesiastiche antimassoniche (231).
Nel 1968, in una conferenza a Maestri Massoni inglesi, il Fr. Harry Carr, celebre studioso di ritualità e simbolismo massonico, ha sottolineato la grande apertura della Chiesa inaugurata con il Vaticano II auspicando un ponte tra Chiesa e Massoneria. Uno degli uditori ha fatto notare che nella libreria cattolica di Westminster Cathedral erano ancora venduti opuscoli antimassonici… Carr appurò la cosa, ebbe vari incontri con il Card. Heenan (232) che – purtroppo – lo assecondò. Infatti nel 1968 la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles presenta alla Congregazione per la Dottrina della Fede un rapporto favorevole all’appartenenza di un cattolico alla Massoneria .
Il Cardinale Franjo Seper, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, invia lettera datata 28 febbraio 1968 ai Presidenti delle Conferenze Episcopali perché raccolgano informazioni sulla Massoneria locale e sull’atteggiamento di questa verso la Chiesa Cattolica.
Delle 11 conferenze episcopali europee, tutte, eccetto quella spagnola, rispondono alla lettera di Seper (del 26.2.1968) chiedendo una revisione della posizione della Chiesa nei confronti della Massoneria e quindi auspicano un dialogo tra Chiesa e Logge Massoniche. Ecco alcuni di quei prelati favorevoli alla Massoneria:
– il Cardinale olandese Alfrink, secondo il quale la Massoneria è un arte che intende migliorare l’uomo dal punto di vista etico e spirituale;
– il Cardinale Heenan di Westminster (Inghilterra), a favore della doppia appartenenza cattolico-massonica;
– il Cardinale Dòpfner (Repubblica Federale Tedesca) scriveva che la Massoneria non era una società segreta, ma segreti restavano solo i rituali e segni di riconoscimento tra massoni… La scomunica ai massoni non tiene affatto lontani i cattolici dalle logge… La Conferenza Episcopale Tedesca ritiene opportuno l’abolizione della scomunica ai massoni…(234)
Alla morte di Paolo VI, telegrammi di cordoglio sono stati indirizzati dal Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente di Spagna al Nunzio Apostolico e al Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola. Inoltre anche il Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del 33o grado RSAA per la Spagna (Julian Calvo 33o) ha espresso, da parte sua e della Massoneria spagnola, il dolore «per la morte di Paolo VI, papa del dubbio, dell’umanità e della speranza» (235).
Nel 1966, il rabbino ebreo e massone William F. Rosenblum, 33o, Gran Cappellano della Gran Loggia dello Stato di New York (USA), dichiara che con il Concilio Vaticano II è giunto il tempo per la Chiesa di abolire le censure antimassoniche. Rosenblum 33o afferma che la Massoneria, come la Chiesa Cattolica, insegna la fede in Dio e il diritto di ogni uomo alla libertà… Secondo Rosenblum 33o i Cattolici possono essere buoni Massoni e i Massoni possono essere buoni Cattolici (236).
Negli Anni 70, il periodo post-conciliare più “aureo” per la Massoneria, il Sovrano dei “33” americani del Supremo Consiglio RSAA – Giurisdizione Sud, Henry C. Clausen 33o si è rallegrato del fatto che:
«molti dei nostri amici membri della Chiesa cattolica [..] invitano i capi della loro Chiesa a por fine agli attacchi contro la Massoneria e le attività massoniche. […] In realtà in Vaticano è stato compiuto il primo passo. Ci sono stati incontri e discussioni per abolire i provvedimenti del diritto canonico. È stato affermato che nel “Codex Juris Canonici” le Bolle e i Brevi sono solamente l’espressione di opinioni personali» (237).
Tuttavia, in altri luoghi del suo Commentario ai gradi massonici del RSAA, Clausen ha parole dure e di odio contro il clero cattolico e contro la Chiesa Romana:
– «Il principio di libertà contesta il diritto di dominio del clero sulla massa ignorante. Perciò alcuni oscurantisti retrogradi del clero sono acerrimi nemici dei Massoni […]» (238).
– Nel suo commento al 30° grado del RSAA, Clausen scrive:
«È questo uno dei gradi che contengono un mandato per rendere più umana l’antica lezione della vendetta. II candidato giura, alla solenne presenza della morte, di opporsi con tutte le sue forze al dispotismo dogmatico ed alla tirannia politica. Le capacità richieste per un Kadosch sono rese manifeste ai “Frank Judges”. Infine, per solennizzare la memoria dell’ultimo Gran Maestro dei Cavalieri del Tempio, Jacques de Molay, si pratica un rituale con cui si danno istruzioni per ostacolare tutti i tentativi della Chiesa e dello Stato tendenti ad annientare la libertà dell’uomo, diminuire la sua libertà di pensiero, o avvilire e scuotere la venerazione che egli ha per il supremo potere spirituale da lui liberamente scelto» (239).
– Clausen 33o accusa la Chiesa Cattolica Romana di aver ingiustamente condannato: la Massoneria (sin dal 1738), la separazione tra Chiesa e Stato, la libertà di parola e di pensiero… Clausen contesta la Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant’Uffizio, ex Inquisizione, osserva Clausen) “colpevole”, tra l’altro – secondo Clausen -, di aver rifiutato l’apertura alla teologia protestante ribadendo l’esistenza di una sola Chiesa e il dogma dell’infalliblità pontificia (240). Clausen 33o scrive senza mezzi termini: «Noi contestiamo la tirannia ecclesiastica ed il dispotismo spirituale. Se non fosse così, la Massoneria coverebbe all’interno i semi della propria distruzione» (241).
Il massone tedesco Reinhold Dosch si rallegra che con il Vaticano II sia cominciato il dialogo della Chiesa con gli uomini di buona volontà (massoni inclusi!) e quindi il dialogo in vista della riconciliazione tra Chiesa e Loggia. I massoni di lingua tedesca, impegnati nel dialogo postconciliare con alcuni ecclesiastici, hanno disapprovato i successivi pronunciamenti antimassonici dei Vescovi tedeschi (1980) e della Chiesa di Roma (1983). Dosch e i massoni tedeschi sono convinti della perfetta compatibilita tra Chiesa e Loggia… Pertanto le dichiarazioni ecclesiastiche antimassoniche sarebbero – secondo Dosch – semplici opinioni soggettive di Papi, Cardinali, Vescovi…(242) Ma a questo punto dobbiamo dire che soggettive sono piuttosto le dichiarazioni di compatibilita catto-massonica rilasciate di continuo dai massoni (non solo di lingua tedesca) e condivise – di tanto in tanto – da ecclesiastici ingenui, superficiali o conniventi.
3.6. Come alcuni massoni italiani leggono il Concilio Vaticano II
I testi massonici che ho reperito interpretano (e manipolano) il Vaticano II nell’ottica progressista.
II 4 giugno 1963, in occasione della morte di Giovanni XXIII, il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (COI), Giordano Gamberini rilascia una nota di cordoglio e di elogio sulla figura di Papa Roncalli, definendolo «uomo buono» che ha cercato di colmare il vuoto che la Chiesa in passato ha creato nei confronti della modernità…(243) Altro messaggio di cordoglio, Gamberini lo manda dalle righe della Rivista Massonica (luglio 1978, pp. 289-290) in occasione della morte di Paolo VI. Gamberini elogia Paolo VI come il primo Papa che muore «non in (stato di ostilità coi massoni»…(244)
In un’intervista rilasciata nel 1999 al giornalista e vaticanista de L’Espresso, Sandro Magister, il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, l’Avv. Gustavo Raffi, esprime la sua preferenza per un Papa come Paolo VI rispetto ad uno come Papa Wojtyla: «Paolo VI, l’uomo del dubbio» (245)
Nell’Allocuzione per l’Equinozio d’Autunno 2000, il Gran Maestro Gustavo Raffi dice tra l’altro:
«In questo momento, assistiamo ad un momento di regressione: le grandi conquiste dell’ultimo Concilio Vaticano sono in discussione. Non si opera più la distinzione tra credenti e non credenti, oggi si afferma il primato: si afferma che solo una via è quella della salvezza. Siamo tornati indietro! lo tremo quando trovo uomini di certezza, perché essi sovente ti vogliono salvare l’anima e per raggiungere questo obiettivo magari ti riducono a vittima, sul presupposto che stanno agendo nel tuo interesse. E così ci accorgiamo che, per motivi che possono essere legati anche a quelli che saranno gli assetti dei domani, del dopo Giovanni Paolo II, una parte reazionaria vuole riportare indietro le lancette della storia» (246).
II 19 dicembre 2001, presso la sede del GOI si è tenuta la presentazione di un libro di Giordano Bruno Guerri su Ernesto Bonaiuti, prete modernista presentato dal Guerri (e dai massoni) come anticipatore del Concilio Vaticano II…(247)
Luigi Danesin 33o (Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia – Piazza del Gesù – Palazzo Vitelleschi – GLDI) ha dichiarato in un’intervista:
«Nel nostro seno ci sono fratelli appartenenti a tutte le religioni, ma in special modo cattolici e non la stupirà apprendere che anche alcuni prelati sono Liberi Muratori. Certo, il tema della scomunica resta d’attualità anche se così non dovrebbe essere: il Concilio voluto da papa Roncalli aveva, infatti, esplicitamente affermato che la scomunica contro i massoni non faceva più parte del Codice di diritto Canonico. In seconda battuta è poi venuto qualcuno a dire: sì, ma non importa, la scomunica resta. Vedremo ora cosa accadrà con papa Benedetto XVI» (248).
In verità, il Concilio non ha affermato esplicitamente che la scomunica ai massoni non era più parte del Codice di Diritto Canonico. Danesin erige a “volontà conciliare”, le intenzioni dei massoni e di qualche Padre conciliare liberale
Anche Ernesto Laudicina 33o (GLDI) (249) sostiene la compatibilita tra Massoneria e Chiesa Cattolica rimpiangendo l’epoca conciliare e quella post-conciliare montiniana come il tempo aureo (per la Massoneria!) dell’apertura, del dialogo, del disgelo, della speranza…(250) Eppure, proprio il massone Laudicina 33o, in altri suoi libri, mostra l’oggettiva incompatibilità tra Massoneria e Chiesa. Laudicina 33o illustra l’esoterismo massonico, intrinsecamente ed indelebilmente ispirato alla Cabala ebraica e all’Alchimia esoterica. Laudicina mostra che la ritualità massonica (forma peculiare di magia) pretende di operare nel massone una morte-rinascita iniziatica, una nominazione, una deificazione…
Con il 30o grado Kadosh del RSAA, il massone – spiega ancora Laudicina – può ascendere verso ulteriori Stati Superiori dell’Essere, trascendere l’umanità ordinaria fino a poter diventare Uomo Universale unito allo Spirito…(251). Come il Fr. Laudicina, così in genere tanti altri massoni (anche quelli citati in questo mio studio) affermano (a voce o per iscritto) la compatibilita tra Massoneria e Chiesa accusando di ignoranza e di antimassonismo patologico Papi, Vescovi, preti e laici cattolici… Eppure quegli stessi massoni, allorché spiegano in dettaglio riti, simboli ed esoterismo massonico, confermano l’incompatibilità tra Chiesa e Loggia. Ciò non deve sorprendere, in quanto i massoni, alchimisti dello “spirito”, devono lavorare incessantemente a conciliare tutti gli opposti, proprio tutti..
II Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, l’Avv. Gustavo Raffi, è noto per le sue posizioni laicistiche su temi etici e sociali (gay pride, sperimentazione sugli embrioni, caso Eluana Englaro …). Da buon massone non sopporta la benché minima influenza della Chiesa sulla scena socio-politica italiana. A Papa Wojtila e a Papa Ratzinger, Raffi preferisce invece Papa Montini, Paolo VI… Da poco rieletto Gran Maestro (aprile 2009), Raffi dichiara: «”lo sono montiniano. Un papa che non metteva pregiudizialmente davanti a tutto il primato della dottrina”» (253).
A Raffi non piace il Pontificato di Papa Ratzinger e mostra chiaramente di prediligere l’ermeneutica progressista nei riguardi del Concilio Vaticano II: «”Siamo contro i dogmatismi. Preferiamo quel cattolicesimo che fa riferimento al Concilio Vaticano II”» (254).