Il passaporto della Shalabayeva era regolarissimo

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Non si può fare di tutt’erba, un fascio: una cosa sono quel “cretinetti” di Matteo Renzi e l’ “angelico” Alfano ed altro è Roberta Pinotti. Fino a prova contraria.

Per sapere se noi di Leo Rugens, siamo soddisfatti della scelta di Roberta Pinotti al Ministero della Difesa, basterebbe chiedere al web, in modo approfondito, e si scoprirebbe che, da anni, in un ipotetico governo ipaziano, di sole donne, atto a salvare la Repubblica dalla situazione drammatica in cui versa, abbiamo collocato, proprio alla Difesa, l’attuale Signora Ministra. Il mio e quello dei miei collaboratori fu un gioco puramente di provocazione intellettuale rispetto alla inerzia dei troppi servi “maschi” che si alternavano alla guida del Paese. Ora è tempo, per la Pinotti, di dimostrare che “Ipazia” non si sbagliava, anche perché, a “via XX Settembre”, la politica genovese si è fatta ben conoscere e, da anni, in molti la stimano. Vediamo, ad esempio, se alcune riflessioni e suggerimenti che giacciono inutilizzati nel web, da tempo non sospetto, ora che può decidere, la Signora Ministra li fa suoi. Comincio oggi, con quanto pubblicato, l’8 luglio 2013 sotto, il titolo “F 35 sì, F 35 no. L’importante è ragionare seriamente“. Ad esempio, nel post ci sono spunti utilissimi su come abbiano fatto gli olandesi ad uscire dal problema degli F35 o, ancora meglio, le opportunità rappresentate da altre soluzioni in offerta sul mercato; soluzioni che potrebbero essere scelte con l’aiuto risolutivo, per quanto riguarda le “onerosissime penali” previste per un eventuale recesso all’acquisto degli F35, del “contributo” che i russi sarebbero pronti a “sganciare” per farci scegliere “la loro soluzione”. Così dice Antonio de Martini, senza essere smentito da nessuno. Certo, quando il blogger fondatore e autorevole animatore del “Il Corriere della Collera” suggeriva questa soluzione “commerciale”, erano lontani i tuoni di guerra che, ora, si odono provenire dalla lontana/vicina Crimea e, Putin, a quella data, poteva sembrare essere un presentabile “piazzista” di sistemi d’arma, in alternativa a quelli di interesse statunitense. Comunque, vedremo di che stoffa è fatta la Pinotti ora che, se vuole, può dare una svolta alla politica “sostanziale” di questo Paese, ridotto a non avere una sua politica estera. Noi le consigliamo di prendere due piccioni con una fava: niente F35 (USA) e, soprattutto, niente Russia e tantomeno niente doni ingannevoli del sanguinario Putin. Secondo il consiglio di Antonio de Martini, se  abbiamo ben capito, è arrivato il tempo di farci “regalare”, oltre che i letti, anche le armi, da Vladimir Putin. Il “giudoca” russo ha sferrato il primo attacco in Crimea e lo ha fatto con una tale freddezza che è giusto ritenere che abbia già pensato alle mosse conseguenti. In compenso, la borsa di Mosca ha perso,dopo gli annunci bellicosi dello Zar,  in un solo giorno, il 10% del suo valore. Il gas non è tutto! Ad occidente, come al solito, si dormiva ed ora si insegue. Come è noto, noi di Leo Rugens, da sempre, siamo disistimatori (!) di Putin “il sanguinario”; l’autocrate cresciuto, culturalmente e psicologicamente, nel regime sovietico, è da noi definito “il sanguinario”, non solo perché non è andato per il sottile nei confronti di oltre 250 giornalisti, informatori di faccende che lo riguardavano ma, per esserci venuto in sogno mentre praticava riti energetici e ringiovanenti, con il suo amico Berlusconi, a base proprio di sangue fresco appena prelevato da giovani vittime. E noi siamo di quelli che ritengono “amorale rimuovere i segni premonitori che il sogno ci affida”. Inoltre, come chi ci legge ricorda, noi auspichiamo una rappacificazione, per il bene del Kazakistan e di tutta l’Eurasia(Italia compresa,quindi!) dell’esule Ablyazov con l’anziano presidente Nazarbayev e Putin, viceversa, ha tutto l’interesse che, i due, rimangano nemici, per sempre. Per continuare a fare del Kazakistan ciò che gli aggrada. Pensate solo quanto è delicata la questione dell’espulsione della Shalabayeva  (sembrava una delle tante cazzate fatte sotto il naso di Angelino Alfano) alla luce di quanto accade oggi in Ucraina, ricordando, ad esempio, che l’estradizione dalla Francia (dove ad oggi è detenuto Ablyazov) è richiesta proprio dalla Repubblica Ucraina. Oltre che dalla Russia ex-sovietica di Vladimir Putin. Ma quale Ucraina? E, a nome di chi? Ve lo immaginate Ablyazov consegnato, in queste ore caotiche, a Kiev?Ve lo immaginate Ablyazov consegnato alla Russia minacciata di essere espulsa dal G8? Il “caso Shalabayeva” non è chiuso, ora più che mai, come Alberto Massari e, noi con lui, abbiamo sempre sostenuto. Soprattutto ora che è certo che il passaporto della “puttana russa” era regolarissimo!

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Anzi, se la Signora Ministra, Roberta Pinotti, avesse interesse a capire di cosa si tratta e quale partita si gioca, ancora adesso, intorno a quella famiglia, basterebbe che leggesse il libro di Alberto Massari “Shalabayeva Il caso non è chiuso”, edizione Adagio di Gian Roberto Casaleggio, per capire in che guaio di politica estera e della difesa, ci hanno cacciato, i giovani esuberanti (?) che quella sera, per responsabilità di Angelino Alfano, a Casal Palocco, brutalizzarono la moglie e la figlia del possibile futuro Presidente del Kazakistan. Perché, come sa Matteo Renzi, la “ruota della fortuna”, gira e, con “l’aria che tira”, nessuno è in grado di prevedere, come evolverà questa baruffa, in quella parte del Mondo! Noi, nel nostro piccolo, continuiamo ad agire, a scrivere e a testimoniare per l’Italia, per la convivenza civile in Eurasia e non ci passa per la mente di considerare la Russia un nostro possibile alleato o fornitore d’armi fino a quando sarà nelle mani di Vladimir Putin. Queste relazioni pericolose le lasciamo a Silvio Berlusconi e ai bolognesi, Valentino Valentini e Romano Prodi.

Leo Rugens

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