Primo dei 55 giorni che Leo Rugens – ininterrottamente – dedicherà al ricordo (16 marzo 1978) del rapimento e dell’annientamento della scorta dello statista italiano, Aldo Moro

Aldo Moro

Da oggi, 16 marzo 2014, ci sono ben 55 giorni per cercare di non far ri-morire inutilmente (se non per i nemici dell’Italia), Aldo Moro e gli uomini della sua scorta. In questo lasso di tempo, “metaforicamente” lo stesso, mi aspetto che una mente raffinata come quella del fisico Franco Piperno, dia seguito a quanto, in Commissione Stragi, lui stesso accennò, riflettendo sul livello alto borghese della casa romana vicino a piazza Cavour, in cui nel 1978 gli fu possibile incontrare Moretti, l’autore confesso dell’uccisione di Moro.

Franco Piperno

Ritengo che, ancora oggi, sarebbe determinante il contributo del professore Piperno (uno dei fondatori di Potere Operaio) per il grado di intimità che caratterizzava il rapporto fra lui e Valerio Morucci che, non dobbiamo dimenticare, è l’uomo che annuncia con la propria voce, fissata in modo scientifico e indelebile, l’avvenuta esecuzione di Aldo Moro.

Per favorire il contributo determinante del professore Piperno sarebbe opportuno creare le condizioni di una neutralizzazione sul piano giudiziario delle sue rivelazioni.

Valerio Morucci

Dice Giovanni Pellegrino, intervistato da Giovanni Fasanella nel volume della collana Bur “La guerra civile”, proprio nell’ultima pagina dell’appassionante saggio investigativo: “Franco Piperno non ha voluto dire altro; la Commissione non è riuscita a fargli dire altro; né so se magistrati abbiano provato a fargli dire qualcosa di più. Probabilmente, un intellettuale come Piperno direbbe di più, anche al fine di ricostruire per intero la storia di quegli anni e gli ambiti di contiguità delle Brigate rosse“.

Avendo conosciuto sia Franco Piperno che Valerio Morucci, ritengo che l’avvocato Pellegrino ci abbia dato la soluzione di tutto il groviglio che, partendo da Renato Curcio, Corrado Simioni, Giangiacomo Feltrinelli, vede in Lanfranco Pace, Oreste Scalzone e Antonio Negri testimoni ancora sufficienti per capire quali rapporti siano intercorsi tra il Superclan di Simioni, la rivista Metropoli, i Servizi segreti francesi (all’epoca Sdece) e lo STASI della DDR. Perché di questo si tratta.

È tutto quì: la Francia, attraverso le sue strutture di intelligence, operava perché l’Italietta passasse guai continuamente dando di sè un’immagine di paese tormentato ed esposto ai rischi terroristici di organizzazioni comuniste combattenti. È la stessa Sdece che ha saputo e voluto fare abbattere il DC9 Itavia ad Ustica uccidendo 81 italiani e grazie all’opera indefessa di Rosario Priore, anche i sassi sanno come sono andate le cose. La STASI tramite la Raf fece il resto.

A questo punto della vicenda Moro, solo un uomo colto ed intellettualmente complesso come Franco Piperno, ci può spiegare chi sia stato e chi è, ancora oggi, Mario Moretti.

Perché un ministro della Repubblica ed un attore famoso giocavano a poker con sospetti brigatisti?

Signorile-Salvatori-Pace-Virno: perché un ministro della Repubblica ed un attore famoso giocavano a poker con sospetti brigatisti durante il sequestro Moro?

 Leo Rugens/Oreste Grani