Papa Francesco e Barack Obama, “uniti nella lotta” per migliorare la vita dei più poveri e battere l’oscurantismo. Come suggeriscono, da tempo, Bill Gates e Luciano Floridi

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Mussolini (Alessandra, ovviamente), Storace, Berlusconi, Toti sono il “nuovissimo” poker politico che avanza?
I quattro in realtà, penosamente, sono avanzi, rigaglie della gallina “partitocrazia” che, uniti, e rimpastati, non fanno una fetta di mortadella. Per i media, l’esistenza di questo groviglio malsano, è una notizia. Viceversa, silenzio sulla vera “notizia del giorno” cioè che il “mattinale” della Casa Bianca, montato in video, dopo la visita a Roma, non comprende l’incontro di Obama con “Attanasio Cavallo Vanesio Matteo Renzi”. I giornalisti italiani, tranne qualche rarissima eccezione, hanno taciuto di questa non casuale omissione. Cosa vogliono, perché si lamentano, i venditori di penne nostrani quando i soliti teppisti del M5S, li insultano? Facessero una volta informazione invece che sempre “fabbrica di misure attive” per il padrone di turno.

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Veniamo ai fatti.
Per l’Amministrazione USA, il Presidente Barack Obama, a Roma, ha “solo” incontrato, Papa Francesco e ha visitato (su disposizione ferrea della moglie e delle figlie) il Colosseo. Punto. Il resto non valeva la pena di essere documentato ne, tanto meno, “montato”. Con il pupazzo (Renzi), animato dai soliti ventriloqui (oltretutto ben noti alla Intelligence Usa), è come se non si fossero visti. Passiamo oltre. Viceversa, con il Papa, Obama aveva da ricucire non pochi strappi e far trattare, dalla sua diplomazia, argomenti seri e influenti anche per l’opinione pubblica americana. Mentre Obama omaggiava il Capo dei Cattolici di tutto il Mondo, al tavolo riservato, si è parlato di pedofilia e della guerra spietata (a suon di milioni di dollari) che, per anni, la magistratura Usa ha fatto alle diocesi più ricche del mondo; della riforma sanitaria voluta da Obama che ha dissanguato ulteriormente le casse cattoliche; della presenza di troppi “filo russi”, tra le fila della Curia romana; del fatto che, secondo l’Intelligence Usa, ci sono, in Italia, ancora troppi “Valentino Valentini” che fanno la spola tra ambienti politici italiani e Mosca e, ancora troppi “Romano Prodi“, strapagati, dai vari Nazarbayev e Putin, per “non si sa cosa”. Di queste “punture di insetto” e dei soliti italiani “doppiogiochisti”, giustamente, gli americani se ne sono lamentati con il Vaticano ma chiedendo, sostanzialmente, che facesse, per loro conto, le dovute disinfestazioni. I diplomatici Usa/Vaticano e rappresentanti delle rispettive strutture di “sicurezza”, devono aver parlato anche di giri di soldi sporchi, tollerati troppo (in passato) dallo IOR; denaro proveniente, oltre che dal traffico macroscopico delle sostanze stupefacenti e di quello che il Papa chiama il “mercato ” degli esseri umani, anche da paesi “in lista nera” per terrorismo anti americano. Su queste criticità, secondo me, lo Stato Pontificio, ha rassicurato l’alleato e lo ha informato che era pronta, tra l’altro, una invettiva da pronunciare contro i politici corrotti. Secondo la Chiesa di Papa Francesco, infatti, i corrotti e i corruttori, non sono da assolvere e, anzi, devono morire in peccato mortale, non era mai successo che fosse fatta una dichiarazione così forte. Il Vaticano, ritengo, si è fatto sentire sulla Siria, sull’Egitto, sulla Turchia e … sulla Cina.

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Di questi argomenti “top secret”, a mio sommesso avviso, hanno parlato le diplomazie dello Stato Vaticano e Usa, mentre i Capi, sinceramente, fraternizzavano. Penso che i due si piacciano e che il loro pensiero politico, “onestamente”, converga, in moto evolutivo, su quanto, a sua volta, seppe delineare, nel Marzo 2010, in un discorso al MIT, Bill Gates. Scusate la semplificazione che segue: “I grandi della terra si “distraggono” troppo, intenti a cose di poco valore. Sarebbe opportuno che pensassero a “migliorare” le vite dei poveri, la salute dei popoli, la nutrizione di tutti, le interazioni pacifiche (la Pace), i diritti umani, le condizioni ambientali”. Così disse in quella occasione, Bill Gates. Aggiungerebbe (se ne avesse modo e sede opportuna) il filosofo italiano, Luciano Floridi, che è arrivato il tempo, per i grandi della Terra, di unirsi per combattere l’ignoranza, l’oscurantismo, l’intolleranza, i fanatismi, il bigottismo, il pregiudizio. Questo post, oggi, è frutto dei miei sogni, della mia esperienza diretta oltre che, come è ovvio, delle mie antenne. In realtà, come sanno i fedeli lettori di Leo Rugens, penso che sia amorale non tenere conto dei propria attività onirica e dei suggerimenti che i sogni ci forniscono. Sognare è legittimo. Altrettanto lo è raccogliere la progettualità che emerge dai propri sogni.

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Nella sostanza, Papa Francesco già opera in questa direzione. Vediamo se un po’ di Bill Gates, un po’ di Barack Obama e, soprattutto, la profondità di pensiero dell’italiano Luciano Floridi, fanno il miracolo. Punto. Il resto, come dicono alla CIA, è, tranne gli acquisti al negozio dei souvenir del Colosseo, “becchime per i polli”.

Oreste Grani

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