In Calabria, per decisione di Papa Francesco, i seminaristi dovranno studiare la ‘ndrangheta.
Arriva la notizia che ci riempie di gioia e di speranza che Papa Francesco ha deciso che i seminaristi, in Calabria, studieranno le complessità che la ‘ndrangheta si porta dietro.
Roba seria, finalmente! Scende in campo un primo esempio di “intelligence culturale”, arma strategica da sempre usata dai Gesuiti e ora pronta, grazie a Papa Francesco, ad essere messa al servizio della giustizia, degli ultimi vessati dai violenti, dell’Italia martoriata e della amica “Verità”. Ottima decisione abbinata a quella già fatta di affidare a mons. GianCarlo Bregantini, alcuni anni addietro, Vescovo di Locri-Gerace, un ruolo di primo piano durante la Via Crucis che precederà la Pasqua imminente. Un vero segnale (inequivocabile) di contrasto alla delinquenza e, in particolare, di giusta sfida ai politici corrotti schierati con l’anti-stato, in Calabria e ovunque nel Mondo. Le scelte di Papa Francesco e la statura etico morale di Bregantini (se penso a quanto, coraggiosamente, seppe fare, da vero pastore, lui trentino e già prete-operaio, durante gli anni di “lavoro” nella insanguinata Locride) solo a dei cretini o ai politici criminali in malafede tutto questo non apparirà come una vera e propria svolta epocale. Si avvicina il Venerdì di Passione, con GianCarlo Bregantini presente, durante la Liturgia, in modo evidente e sinergico alla volontà di Papa Francesco. Due più due, può fare “mille”, se in molti capiremo il segnale e non lasceremo solo il Papa e le persone di Chiesa a Lui più vicine. Un grazie laico e sentito a Papa Francesco, grazie a monsignor GianCarlo Bregantini, grazie all’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini, grazie all’insuperabile magistrato, Nicola Gratteri.
La Pasqua, festa antica e importante per tutti i popoli della terra, in qualunque chiave religiosa la si celebri o la si voglia santificare, quest’anno, dalle nostre parti, ci si presenta come una vera opportunità di Resurrezione.
Oreste Grani