Ci piace sognare che digitando “L’attendibilità di una fonte è tutto…”, la “sapiente rete” risponda con un post di Leo Rugens

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Chiedo aiuto alla prosa di Google (macchina universale che ha raffinato il suo linguaggio dialogando, instante per istante, con miliardi di “curiosi”), per spiegare come abbiamo fatto a scalare, con alcuni nostri post, in termini di credibilità e di visibilità, “la rete”. Il tutto con il nostro artigianale e super economico blog. Artigianale, in quanto fatto, tutto “a mano”, da veri artisti del pensiero e dell’Intelligence culturale; “super economico”, per le spese contenute sostenute (poche decine di dollari in tre anni) ma estremamente impegnativo e di grande valore oggi sul mercato per le risorse intellettuali che abbiamo saputo attivare e valorizzare. Ci sono stati complici soccorritori gli algoritmi messi a punto, da Google e dagli altri motori di ricerca per ben altri fini che dare soddisfazione alla nostra vanità. Grazie alla loro genialità e alle tariffe semplici che ci hanno richiesto, ci siamo potuti dedicare alla materia a noi più consona che è quella di indagare attraverso la lettura degli indizi. Cioè “intellegere”. Così, mentre Google funzionava basando la capacità “intelligente” del suo motore di ricerca su oltre 200 segnali univoci o, in altro linguaggio, “indizi”, noi, testavamo la nostra “macchina intelligente” sfruttando la loro “sapienza”.

Duecento indizi (in crescita) portano i motori a capirvi non appena cominciate a parlare con loro e con la loro vasta esperienza. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo costruito un modello culturale che, in un ventennio (questo è vero per alcuni di noi), partendo dalla scelta di fondo che vedeva nelle fonti aperte e nella capacità di usarle, la risorsa e la sfida del futuro, è in grado di interagire, con intelligenza e sensibilità, con l’oceano sconfinato dello scibile umano. Conoscenza che si organizza, quasi in modo biologico, nelle relazioni, costanti e permanenti, che l’uomo e le macchine, ormai in simbiosi, generano. Se avete piacere, verificate i casi che vi forniamo di seguito come esempio e garanzia di quanto affermiamo.
Rimaniamo in attesa di smentite.

Ieri, con il post UN RISULTATO CHE CI RIPAGA DI TANTE AMAREZZE E SOLITUDINI: “QUANTO SI GUADAGNA NEI SERVIZI SEGRETI” È AL 1° POSTO IN GOOGLE, BING E YAHOO abbiamo voluto indicare che su un tema tanto delicato quale è quello dei servizi segreti, ci siamo adoperati per arrivare a posizionarci al primo posto (quale fonte attendibile) per una delle domande più comuni che si può immaginare che vengano rivolte, in rete, sui servizi segreti: “Quanto si guadagna nei….?”
In realtà i nostri test sono andati oltre questo primo esempio. E si sono risolti tutti altrettanto bene. Se ci volete “sbugiardare”, affidate, ad esempio, alla rete, la richiesta di chi fosse il Gen. Licio Giorgieri. Secondo noi, anche in risposta a questa domanda, esce, per prima, la riflessione di Leo Rugens sull’irreprensibile servitore dello Stato e su quel drammatico attentato che lo tolse di mezzo. Episodio gravissimo di per se e, ancor di più, se lo si legge ricordando che il signor Generale era tra le poche persone che, forse, erano in grado di fare luce su la tragedia di Ustica e su chi ne ebbe la responsabilità “all’origine”. Cogliamo l’occasione per ricordare che il nome del signor Generale, fu trovato in un covo di terroristi in Francia come “persona” da eliminare. Cogliamo l’occasione, inoltre, per ribadire che la “schiena dritta”, i nostri capi di Governo, la mostreranno, finalmente, quando sapranno chiedere e ottenere chiarezza dai governi francesi, sulla strage di Ustica e su chi ha indicato, a quella ragazzina romana (Claudia Gioia) che proprio il “copertissimo” Licio Giorgieri doveva essere “attinto”. La nostra nota, domanda dopo domanda, senza artificio alcuno, “esce” prima, anche del testo redatto, a ricordo del generale, nell’ambito della notissima “enciclopedia” Wikipedia. Esce “prima” della mitica, Radio Radicale.
Così accade, anche, se componete il nome della “semi sconosciuta” (si fa per dire) Claudia Gioia. Nella rete, solo in Google, ad oggi, i risultati sono 3.310.000 in 0,35 sec. corrispondenti al nome della dottoressa. Non male per una semplice mandante di un omicidio ormai da pochi ricordato per le sue implicazioni geo politiche.
Se poi formulate, per altri motivi o curiosità, la richiesta… “Le regie occulte …” diteci se stiamo facendo un’affermazione non vera dicendo che siamo ancora una volta “primi”. Anzi, secondo la nostra classificazione, la nostra affermazione non è vera ma… “autentica”.

Cambiamo argomento e passiamo a quei due campioni della “corruzione”, a danno dello Stato, esercitata nell’ambito dell’arcipelago “Finmeccanica“, quali sono “i fratelli Stornelli“: abbinando i loro onorati nomi a Sistri (cioè la sigla indicante il progetto informatico strategico più importante in tema di rifiuti ideati e finanziato in Italia), diteci dove risultiamo collocati nell’ambito dell’intelligente classifica Google. Riteniamo, orgogliosi, di essere, anche questa volta, primi. Alla fine, stanchi di tanto “imbrodarci”, vi vogliamo confessare il vero target, la nostra massima ambizione: ci piacerebbe, utente dopo utente, domanda dopo domanda, curiosità dopo curiosità che, alla richiesta chiave (soprattutto se la domanda è posta alla rete) “l’attendibilità di una fonte… è tutto…“, uscisse, ancora una volta, 1°, un pensiero elaborato dal nostro blog. Allora sì che i nemici di Ipazia d’Alessandia e denigratori di Leo Rugens, sarebbero serviti. Rimaniamo, a piè fermo, in fiduciosa attesa, che il “fatto” auspicato, avvenga. A meno che il “fatto” non sia già “avvenuto” e, allora, sarebbe arrivato il tempo per passare dalla teoria alla pratica.

Oreste Grani

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P.S.

Questo sforzo di ricerca,costatoci lacrime e sangue, lo avrebbe dovuto fare lo Stato, anni addietro, ma, per motivi che non ritengo ancora opportuno affidare alla rete, chi di dovere, decise, con un imbarazzato ripensamento, di indirizzare, in altra direzione, le risorse che dovevano essere affidate al mio gruppo di lavoro. Lo Stato si sarebbe dovuto, al quel punto della sua evoluzione e secondo il nostro consiglio strategico, “fare intelligente” partendo proprio dal tema delle ondate immigratorie che intuivamo sarebbe diventato più che complesso. Un vero banco di prova per l’Intelligence culturale. Viceversa, chi poteva, preferì scegliere percorsi più tradizionali e, da quel momento, non solo gli organi preposti dello Stato non riuscirono a seguire e a capire il divenire complesso delle cose relativo a quel settore ma, collezionarono una serie di infortuni e sbandamenti, in tutti i campi attinenti la sicurezza dello Stato. Questa scelta intellettualmente pigra, se non timorosa, certamente provinciale nella visione, passo dopo passo, ha portato l’Intelligence italiana a farsi mettere “dietro la lavagna” della comunità internazionale, finendo per essere considerata, dagli “insegnati” e dai “compagni di classe”, una scolaretta indisciplinata, litigiosa e inaffidabile.
Viceversa, pur non essendo “matematicamente” certo che, se avessimo avviato, nel 1998, quel test di “Intelligence culturale”, saremmo oggi, come italiani, i primi della classe, certamente, nel Mediterraneo, “gli altri” non ci avrebbero ridotti (come hanno fatto!), nell’incapacità di dare risposte esaurienti ai “misteri d’Italia” ma, soprattutto, di difendere gli interessi economici (se non l’incolumità stessa) dei nostri compatrioti.