L’algoritmo “culturale” di nostra esclusiva invenzione ha indicizzato al 1° posto in Google non solo il mio giudizio etico su Mario Traverso ma tutti i documenti a prova di quanto affermo
Ho pronto un uovo di Pasqua (con annessa sorpresa) per il gentile e sempre attento lettore Caretto di Trieste. Caretto è stato ed è, un professionista dell’uso delle tecnologie elettroniche sofisticate per le più diverse attività investigative. Da anni, in una difficilissima vertenza giudiziaria, cerca di ristabilire la verità intorno a dei gravissimi episodi di natura imprenditoriale che lo hanno visto protagonista, su versanti contrapposti, con i signori Francesco Pirinoli, Giovanni Pirinoli e Mario Traverso. L’oggetto del contendere ritengo siano le modalità con cui, per anni, la Carro/Monitorig, utilizzando la logistica e le abilità della squadra di Trieste (facente capo al Caretto) assumeva incarichi di investigazioni che avevano come oggetto, persone sospette e mezzi che transitavano per Trieste e “valichi” limitrofi. Altre volte, gli specialisti di Trieste, partivano e andavano, in missione, nei territori lontani del sud “malavitoso” ad organizzare “intercettazioni ambientali”.Cose ad alto tasso di rischio, come potete immaginare. In quegli anni (inizio millennio) a trattare i GPS erano in pochi. Tra questi c’era la squadra della sede Carro/Monitoring di Trieste.
Veniamo all’uovo di Pasqua e alla ricca sorpresa per il nostro sofferente lettore. Scrivo sofferente perché, se ho capito bene, Caretto, ha “vissuto” a tal punto negativamente la questione che lo contrapponeva al “trio Lescano” che si è ammalato di cuore; capisco bene la sua sofferenza perché io stesso, quando (4 agosto 2005 erano le 17 e l’incontro avvenne in un ufficio di Via Messina) appresi, da Oreste Vincenzi, già amico e socio di fatto dei tre, a sua volta amareggiato per le scaltrezze del comportamento (umano e professionale) dei tre “cantastorie”, dopo aver passato una notte in bianco, la mattina del giorno successivo (5 agosto), alle ore undici, fui colpito da un attacco ischemico.
Passo dopo passo, guaio dopo guaio, siamo arrivati vivi al venerdì Santo del 2014! Oggi, se un qualunque cittadino digita il nome di Mario Traverso, al 1° posto della schermata dei motori di ricerca, esce il mio giudizio etico morale su di lui e sulle modalità con cui riteneva di poter fare un uso “privato” di cose e problematiche che sono, viceversa, esclusiva pertinenza della Repubblica e delle autorità competenti. Senza tema di smentita, ho raccontato e documentato, con dovizia di particolari, i suoi rapporti di”lavoro” pregressi al nostro incontro, con pregiudicati quali Carmelo Sparacino detto Manuel e, soprattutto, quel Alberto Dell’Utri, proprio in questi giorni ancor più noto, agli italiani per bene. Proviamo a non dimenticare che il suddetto Traverso Mario (come a volte firmava in un evidente lapsus di ruolo e formazione), prima che intervenisse il sottoscritto, voleva consegnare alla “Famiglia Dell’Utri il business del Braccialetto eletronico per detenuti (!) e, ancor peggio, l’esclusiva del Sistema Nazionale di Intercettazione, che si doveva sviluppare in coordinamento con oltre “90” Procure della Repubblica. Operazione che gli sarebbe riuscita se la Provvidenza (?) non avesse “provveduto” a sventare il disegno criminale. Tenete conto che il “Traverso Mario” intendeva fare “il colpo” dopo aver preso accordi con il Capo del Governo dell’epoca, Berlusconi Silvio che, a questo scopo, lo ricevette per 54 minuti, durante i quali, il “Carneade” Mario Traverso, ebbe modo di illustrare al “premier” (ricordo che l’incontro avvenne alla vigilia di una riunione internazionale in cui era previsto che il “Silvio nazionale” incontrasse Tony Blair) “chi” avrebbe avuto vantaggi da una situazione tecnologica gestita in accordo con i fratelli Alberto e Marcello Dell’Utri (in rappresentanza di non si sa chi), dei fratelli Maurizio e Sabatino Stornelli (proprio quelli), di Carlo Gualdaroni (proprio quello), in rappresentanza del mondo Finmeccanica e di Marcello Antonelli Caruti (proprio quello) in rappresentanza della Telecom. Ora, tutto questo, grazie ad un “algoritmo culturale” di mia invenzione, è “indicizzato” al primo posto nei motori di ricerca, a disposizione della Rete, in modo indelebile, passo dopo passo, lettore onesto dopo lettore onesto. Questo è il mio regalo/uovo di Pasqua, caro Caretto.
A risentirci.
Oreste Grani