Perché nonostante i consigli di Niki Vendola che dopo Don Verzè ora ama “svisceratamente” gli industriali tedeschi, è bene non fidarsi dei reduci della STASI
STASI, il servizio segreto della Germania dell’Est (cioè il paese dove è nata e cresciuta, ad esempio Angela Merkel), viene sciolto, giorno più giorno meno, nel dicembre del 1989. Non secoli addietro.Il Direttore, dal 1958 al 1987, è stato il mitico Markus Wolf detto Mischa. Dal 1987, fino alla “caduta del muro” (1989) il Direttore è stato Werner Grossmann. Tedeschi di “Cermania” e non alieni. “Tedeschi” contemporanei e non quelli della Gestapo, ormai tutti morti. I tedeschi della STASI erano altrettanto cinici, spietati, crudeli nelle metodologie “seduttive” e nella manipolazione delle coscienze dei “nazisti”. Ma, a differenza delle SS, sono quasi tutti vivi: 85.000 agenti effettivi e non meno di 110.000 informatori. La “STASI”, inoltre, era dotata di un proprio armamento che partendo dalle pistole e dalle “semplici” mitragliatrici (oltre 200.000) arrivava a un arsenale di cannoni anticarro e antiaerei di circa 4.000 pezzi. Non cento anni addietro! Quegli assassini sono quasi tutti vivi e dissertano, liberi nella Germania Unita, di chi, tra gli europei, sia “cicala” e chi “formica”; gli ex-STASI (ma dove sono finiti in realtà tutti quei criminali?) sono cittadini tedeschi che dovremmo, secondo i nostri politici di “maggioranza”, ammirare ed imitare. Molti di quegli assassini oggi, sproloquiano, davanti ad una birra fresca, su chi paga puntualmente i debiti e chi, come i greci o gli italiani, siano da “vessare” perché diventino disciplinati e puntuali nei pagamenti come “ogni buon tedesco”.
Ad esempio, prima di fidarmi del Governo tedesco, in sede europea, proverei a chiedere loro se sanno cosa volesse dire l’ex-colonnello della Stasi, (appunto!), Gunter Bohnsack quando attribuiva ad una struttura riservatissima della Stasi le telefonate fatte, direttamente ai numeri di telefono di casa Orlandi in Vaticano o allo studio di Gennaro Egidio a via Archimede 59, durante la fase calda del sequestro della povera Emanuela, imitando la voce e l’accento di un “telefonista” in modo da risultare credibile anche a chi, come Gennaro Egidio che era “fluente in inglese”, un “americano”. Disinformando e rendendo impossibile una qualche investigazione fruttuosa. Forse i tedeschi della STASI ci fecero perdere tempo prezioso con quelle interferenze. O peggio ce lo stanno facendo perdere adesso con questo colonnello chiacchierone. I tedeschi, comunque, devono chiarirci non poche questioni rispetto al periodo del terrorismo nostrano (Brigate Rosse) e, ad esempio, perché interferirono nelle nostre disperate ricerche della povera Emanuela.
Se non ci dicono la verità, come insegnava papa Ratzinger (tedesco) non ci potrà essere pace e convivenza serena nella Comunità europea. Anche di questi fatti, apparentemente marginali, quando andrete a votare il 25 maggio, provate a ricordarvelo.
Oreste Grani
Mi scusi, dove ha trovato che ” l’ex-colonnello della Stasi… attribuiva ad una struttura riservatissima della Stasi le telefonate fatte, direttamente ai numeri di telefono di casa Orlandi in Vaticano o allo studio di Gennaro Egidio “?
Mi risulta che Bohnsack, da quello che ho potuto leggere in vari libri e interviste, ha rivelato che il suo dipartimento si occupava di redigere le lettere e i falsi comunicati, ma non ho mai letto o sentito dire che attribuisse alla Stasi anche le telefonate del cosidetto telefonista americano.
Grazie
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Gentile ed attento lettore, sono io personalmente che formulo questa ipotesi e mi scuso se ho indotto in errore uno specialista come lei mi sembra essere. Proverò a condividere con lei la mia ipotesi.Ho lavorato su due certezze: Gennaro Egidio , con cui mi incontravo quotidianamente a via Archimede 59, era convinto di parlare con un “telefonista” americano. Gennaro Egidio riceveva telefonate o poteva ascoltare conversazioni “intercettate” o presso l’utenza telefonica di casa Orlandi ubicata dentro lo Stato Vaticano o a Via Archimede.
Il colonnello Bohnsack, personalmente dichiarò ad una fonte attendibile e tale stimata dallo stesso Egidio (Giuseppe Nicotri) che i Komunicati dei rapitori, in realtà, erano dei falsi redatti dalla X Divisione (ecco la struttura “riservatissima” che mi sono permesso di considerare tale). Ho ipotizzato che se una struttura gerarchizzata come quella interferiva sulla vicenda per depistare e confondere gli indizi, potesse essere, la stessa centrale di mistificatori che effettuava le telefonate. Anche perché, come lei saprà, non si è mai trovato il telefonista. Per estensione concettuale ho ritenuto che l’ex Stasi stesse attribuendo alla sua struttura tutta l’opera di disinformazione. Rimane comunque che sarebbe opportuno chiedere chiarimenti ai conviventi tedeschi. Finché c’è l’Europa. Grazie, comunque per l’attenzione sperando di non aver generato equivoci. Oreste Grani
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Mi scusi,
ho letto e ascoltato molte interviste a Bohnsack, in cui rivela che le lettere e i vari comunicati del caso Orlandi furono redatti dal suo dipartimento, ma non ha mai attribuito “ad una struttura riservatissima della Stasi le telefonate fatte, direttamente ai numeri di telefono di casa Orlandi in Vaticano o allo studio di Gennaro Egidio”?
Sarebbe così gentile da approfondire questo aspetto?
Grazie
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La ringrazio per il chiarimento.
E’ probabile e logico pensare, come giustamente fa lei, che quelle telefonate rientrassero nella vasta operazione della Stasi.
Purtroppo restiamo nel campo delle ipotesi.
Ho molti dubbi che il telefonista fosse sempre lo stesso e che dietro la sua maschera non si siano nascosti più volti anche con scopi diversi tra loro.
Un saluto
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