Perché Leo Rugens diffida di Hamas e di Massimo D’Alema?

hamas

Perché diffido di Massimo D’Alema? Ho già scritto alcuni post per spiegare la mia diffidenza verso l’uomo. Sento, però, di non aver detto tutto. Uno dei motivi più reconditi dei miei timori è difficile da esplicitare. Ci proverò, con il timore che potrebbero capirmi in pochi. D’Alema è pubblicamente un sostenitore di Hamas e, quindi, implicitamente delle scelte politiche, militari, terroristiche di quei signori. Fino a qui è quanto tutto il mondo conosce. Ma, dal momento che, in pochi, conoscono bene la storia dei (falsi) Protocolli di Sion, prima sorbitevi il racconto e, poi vi dirò che cosa c’entrano Hamas e la stima che D’Alema ha per questa organizzazione di terroristi ladri di verità, con i miei timori, e il mio disprezzo per il promotore di Italianieuropei.

Prendiamo atto, sia pur inutilmente stupefatti, che una pubblicazione (I “falsi” Protocolli di Sion), frutto della più pura disinformazione messa in opera da un servizio segreto, abbia continuato ad avere mostruose conseguenze (il tentativo dei nazisti di sterminare gli ebrei, è una di queste) per oltre un secolo, anche dopo che ne è stata dimostrata l’assoluta falsità. Nei primi anni del XX secolo in Russia, l’Okhrana (polizia politica zarista) volle screditare, soprattutto dopo l’assassinio dello zar Alessandro II, i riformatori liberali che sembravano guadagnare terreno e simpatie tra le minoranze oppresse, in particolare tra gli ebrei.

A Parigi un intellettuale russo, Matvei Golovinski, agente zarista, venne incaricato della non facile missione denigratoria. Golovinski scrisse per il Figarò una serie di articoli per diffamare gli ebrei. Tenete conto che la vicenda si svolge in pieno caso “Dreyfuss”. Successivamente, ispirandosi agli scritti ferocemente antisemiti del francese Maurice Joly, Golovinski redasse la prima edizione dei “Protocolli”, immediatamente tradotti in russo. Cominciò così a circolare l’idea della cospirazione ebraica internazionale. In sostanza i 24 Protocolli venivano presentati come un antico piano operativo concepito dagli anziani di Sion, ritrovato per caso e indirizzato alle nuove generazioni ebraiche perché si impadronissero delle tecniche e delle strategie necessarie per ottenere il controllo della finanza internazionale e l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale basato sul controllo delle masse. Nel corso degli anni, si stabilì chiaramente la falsità dei Protocolli grazie ad un’inchiesta esaustiva del Times, già nel 1921 e una sentenza della Corte Cantonale di Berna, nel 1934. Ciononostante si continuerà, per anni, a credere nella loro autenticità e ancora oggi, i nemici degli ebrei, operano, anche nella rete, per far credere che Golovinski non sia mai “esistito” come autore della “misura attiva”. Veniamo ad oggi. Una delle organizzazioni politiche più attive al mondo nello spargere questo veleno contro gli ebrei, vi immaginate quale sia? Bravi, avete vinto un euro! Non solo Hamas, ancora oggi, provvede a stampare e a diffondere, in Medio Oriente, i “falsi Protocolli” ma, aprite bene orecchie ed occhi, li cita, nel proprio Statuto (art.32), come “prova” sufficiente a legittimare la volontà di sterminare, ancora oggi, gli Israeliani.

protocolli sion

Massimo D’Alema, invece di dire ai dirigenti di Hamas … “ma che cazzo dite, come vi permettete di scrivere delle falsità di questa portata foriere di dolore e di sangue senza fine”, li tratta come interlocutori privilegiati per arrivare ad una necessaria Pace ragionata nel Mediterraneo. Ecco il motivo recondito del mio “sospetto”: chiunque non sappia rompere con questi ladri di verità, è un uomo pronto a tutto, pur di appagare la propria ambizione e vanità. E’ tanto vero quello che affermo che per Massimo D’Alema la minaccia alla convivenza civile, in Italia e nel Mediterraneo, viene da Giuseppe Grillo e dai cittadini italiani che, democraticamente, si sono organizzati nel M5S. Una bella differenza, con i “falsari” di Hamas! O forse, il geniale (mi dite, invece, quando ha centrato una previsione geo politica?) statista ritiene più pericoloso Beppe Grillo dei terroristi di Hamas perché lo prende sul serio quando suggerisce la vivisezione per Dudù? O perché dissente con il portavoce del M5S quando sulle piazze, ricorda (giustamente), ai “teteschi di Cermania” che, senza il patriottismo dei Russi, oggi dovrebbero ancora adorare il sole svasticato? Io ritengo che “baffino” se la faccia sotto solo al pensiero di dover, prima o poi (temo per lui, quanto prima) spiegare, nella prevista “Norimberga” in rete, come è andata veramente quella storia dei Colaninno e delle plusvalenze generatesi intorno alle telecomunicazioni. Che è cosa diversa della messa in scena denominata Telecom-Serbia. Le telecomunicazioni, non dobbiamo dimenticarlo, appartengono ad uno dei settori più delicati di una eventuale “Strategia di Sicurezza Nazionale”. Grande danno, grandissima pena. Grillo fa paura per questo. Ma a differenza di quel poveraccio di Marcello Dell’Utri che nessuno vuole più, il Baffino nazionale deve stare tranquillo perché, Hamas lo accoglierà a braccia aperte. Fuori uno! Così vedremo chi è il “nazista” e chi è “giusto di Israele”; chi è amico della Pace nel Mediterraneo e chi nel Mediterraneo, ci voleva solo navigare con la vecchia Icarus.

Mancano 150 ore all’apertura dei seggi: l’asse Berlusconi/D’Alema, difficilmente, si salverà! Il tempo delle spartizioni, tra ladri, all’ombra della Torre di Pisa, è scaduto.

Oreste Grani