Senza la guida di una intelligence culturale transdisciplinare i “crociati” sono destinati ad essere sconfitti. I califfi viceversa potrebbero vincere anche in tempi brevi

califfo iraq

“La primavera di Nord Africa e Medio Oriente è stata il vero grande evento del mondo post 11 settembre, in grado di cambiare assetti politici e istituzionali”. Vero! “Per al Qaeda l’esito delle rivolte è risultato una sonora sconfitta”. Assolutamente, non vero. Tanto che evitiamo di dire quale famoso analista italiano ha detto questa cosa sbagliando, in modo tanto perentorio, la previsione.  Un’altro analista italiano di fama così ci racconta: “Il 25 febbraio 2011, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Robert Gates, in un discorso all’Accademia militare di West Point, ha dichiarato che qualsiasi futuro segretario alla Difesa che consigliasse al Presidente di inviare nuovamente truppe di terra americane in Asia, nel Medio Oriente o in Africa, dovrebbe avere subito esaminata la testa”.

Charles_Gordon_Pasha

Cioè, sarebbe un matto. Il matto, cieco e sordo, mi sembra che sia stato più lui che immaginava un’America agli americani, abbinata ad un disinteresse per le guerre esterne. Un po come il generale Eisenhower che concludendo nel 1953 il conflitto coreano, dichiarava ai quattro venti che “mai più gli Stati Uniti sarebbero intervenuti in simili guerre”. Da allora, come tutti sapete, gli USA non hanno fatto, viceversa, altro. Truppe spedite ovunque e carneficina permanente dei propri giovani. Altro che Dottrina Monroe cioè, “isolazionismo”. La verità è che voler gestire il Mondo e a questa gestione legare le sorti della propria economia e di uno stile di vita consumistico , è un rebus che appare senza soluzione. Gli USA, per avere qualche speranza di non continuare a fare , in politica estera, cappellate su cappellate, dovrebbero scegliere a sostegno del Presidente,  profondi conoscitori della Storia. Dalle scelte che vengono fatte, non sembra proprio che, dalle parti della Casa Bianca, i consiglieri siano dotati di strumenti culturali strategici impliciti, ad esempio, nella scienza denominata “transdisciplinarità” che, unica, consentirebbe la comprensione della complessità e il governo del caos che caratterizzano, ormai, la geopolitica mondiale. La transdisciplinarità, applicata alla geopolitica, genererebbe, di per se, abbassamenti di gradi di aggressività, inducendo, per la sua stessa natura, alla tolleranza e alla convivenza civile, nel rispetto assoluto dell’altro da se. La transdisciplinarità potrebbe essere l’incubatore di capacità intellettuali di una classe dirigente votata a quel bene supremo, unica soluzione intelligente, che è la Pace. Ma questo, ovviamente, è un  discorso che i cretini organizzati definirebbero “utopistico”. La tentazione che mi viene è quella di considerare queste corbellerie alla Robert Gates, “disinformazioni” messe artatamente, ingenuamente, inutilmente in giro, nel tentativo di ingannare i “servizi segreti” jiadisti, strutture che, visto come – nel tempo – “i califfi” di mosse “militari” non ne abbiano sbagliata una, non solo devono esistere ma, culturalmente, devo essere anche molto evoluti. Come culturalmente è da considerare evoluto e complesso tutto il pensiero che precede quanto oggi accade sotto il segno del termine riassuntivo di “califfato”. Quei tipi con “turbante nero” che con un uso superficiale del termine vengono definiti “califfi” (e da qualche cretino barzellettiere nostrano “calippi”), sono, in realtà, dirigenti politici/militari/religiosi che prima di specializzarsi nell’arte della guerra, sono passati attraverso impegni intellettuali impliciti, ad esempio, in un testo come quello che riporto di seguito e che “i tipi con il turbante nero in testa”, studiano prima di dedicarsi alla guerra santa:

el-kader1

 “Califfi o portatori d’acqua, essi non sfuggono alla loro condizione; talora è questa a ricusarli; il loro ritiro è la folla, il loro deserto la piazza; la conformità è la loro ascesa, il quotidiano il loro miracolo. La piccola guerra santa, contro il nemico esterno, non li svia dalla grande, contro l’infedele che ciascuno ha in sé; ne la grande li distoglie dalla piccola. La loro vita concatena, senza rammarico se non addirittura senza sforzo, le cure del secolo con quelle dell’eternità. Essi sono simili all’albero perfetto menzionato dal Corano la cui radice è profonda e i cui rami si estendono verso il cielo, simbolo dell’axis mundi, ossia dell’uomo perfetto che in virtù del mandato divino congiunge nella propria persona le realtà superiori e le realtà inferiori, le verità di Dio e delle creature. Tale santità non veste in uniforme, né porta emblema”.

Con tali “motivazioni”, si devono fare i conti quando si pensa che i droni possano essere efficaci e risolutivi  in terre dove 300.000 mila figli di McDonald sono usciti sconfitti. Non tanto sul campo di battaglia ma, culturalmente. L’Iraq è militarmente raso al suolo ma rimarrà sempre che, averlo raso al suolo, è stata una “cazzata” di cui in troppi continuiamo a pagare il prezzo. Ad esempio, in Europa. Nel Mediterraneo, certamente. A posteriori, rileggendo le affermazioni buttate lì, da Robert Gates, nel tempio militare di West Point, mi immagino i “califfi” e i loro stati maggiori farsi un sacco di “ascetiche risate”. Prima di decidere che è l’ ora di andare a prendere Damasco e poi Bagdad.

Oreste Grani

tlumacki_elizabeth warren_metro

P.S.

Per i più attenti tra i miei pochi ma affezionati lettori: Hillary Clinton, nel lontanissimo 2007, avvertiva gli americani e tutto il resto del mondo che, se fosse arrivata alla Casa Bianca, prima donna presidente, avrebbe messo l’apparato nucleare posseduto dal Pakistan, sotto diretto controllo americano. Tenete conto della gravità dell’affermazione, ricordando che, da quelle parti, ancora non era stato rintracciato e “azzerato ” il satanasso Bin Laden. Comunque ritengo che Barak Obama, consigliato dalla saggia moglie e dalle amorevoli figlie, appoggerà, nella Corsa alla Casa Bianca, Elizabeth Ann Warren, figura politica democratica certamente non nelle simpatie di Michael Ledeen. Sarebbe opportuno che Matteo Renzi tenesse conto di questa informazione, con largo anticipo, “elaborata” dagli analisti di questo blog. Che, raramente, si sono sbagliati su questo tipo di  previsioni  geopolitiche.