La guerra va fermata immediatamente. Anche gli “indifferenti” non sono più al sicuro
La ministra degli Esteri, Federica Mogherini parla in pubblico e in Parlamento, con la voce rotta dal pianto. Devono averla informata della gravità della situazione e della assenza di speranze di tregua. Anzi devono averle detto che potrebbe essere imminente un allargamento del conflitto con protagonisti che si riteneva ormai defilati o pronti ad altri atteggiamenti. I cretini e i violenti sentono nostalgia, nel centenario della prima, di una qualche nuova guerra mondiale. Come potete notate, tace la ministra della Difesa, Roberta Pinotti. Israele, un minuto fa, si dice pronta a sospendere l’azione militare. Anche il Mossad deve aver raccolto voci di aggravamento imminente della situazione e di ulteriori azioni militari di Hamas o di chi per essa. La guerra deve cessare subito, prima che le modalità di quanto è in essere, si trasformino in un trappolone non solo per gli attuali contendenti, palestinesi e ebrei, con l’irrompere di contendenti che potrebbero aver interesse alla degenerazione del conflitto. Tutti siamo a rischio. La guerra “locale” va fermata, oggi stesso, non solo in nome di quei piccoli martiri già scarnificati vivi dalla crudeltà di alcuni ma perché, è certo, che sarà diffusa (come altre volte già e stato fatto) “tra la gente” di quelle stesse città dove, gli “indifferenti” pensano di stare al sicuro. Ora, con ogni mezzo, dobbiamo pretendere dai governi la Pace. Ora, in ogni modo, dobbiamo stringerci intorno a chi ha l’autorità morale e la saggezza per imporre la fine della carneficina.
Oreste Grani
L’ha ribloggato su Leo Rugense ha commentato:
La “Nuova Grande Guerra” diffusa tra la gente, come previsto, si diffonde nelle città dove vive la maggior parte degli indifferenti. L’ apatia e la disaffezione alla partecipazione ( indotta scientemente dai nuovi mostri antidemocratici), ora va risolta con fermezza e visione strategica.
Se scontro di civiltà deve essere che scontro sia ma non in nome di un proprio Dio ma democratici/progressisti contro neo-aristocratici e oligarchi.
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