Altri trecento a casa: la Coca-Cola Hbc Italia, nonostante settanta milioni di utili nel 2013, continua a licenziare!
Nonostante la crisi, anzi, evidentemente, proprio perché c’è la crisi, gli italiani “bevono per dimenticare”. Infatti, nel 2013, la divisione italiana della Coca-Cola ha generato (a bilancio) 70 milioni di euro di utili! La più nota bevanda non alcolica del Mondo, non dovrebbe quindi dare segni di sofferenza sul nostro territorio. Invece, si viene a sapere che la Coca-Cola Hbc Italia ha deciso di ridurre drasticamente il personale. Non conosco l’ammontare dei profitti degli anni trascorsi ma, evidentemente, 70 milioni di euro “attivi”, per della gente che deve, come primo compito, distribuire sempre di più dividendi agli azionisti, sparsi per il Mondo, sono pinzillacchere, quisquilie; quasi, una perdita. Altrimenti, come ci spieghiamo che 300 dipendenti vadano a casa? Per essere precisi: “altri” trecento lavoratori, dal momento che “altri” 700, sono stati espulsi dal processo produttivo e commerciale della bevanda, strutturato nel territorio italiano, in soli tre anni. I dipendenti erano circa tremila e nonostante gli utili, passo dopo passo, sono diventati, 2000. Questi “gargarozzoni”, spacciatori di bollicine, caffeina e “caramello”, non si accontentano mai. Gli va bene (secondo i bilanci ufficiali) e licenziano? Forse, gli va bene, perché licenziano e, soprattutto, lo fanno senza che nessuno gli dica niente. Alla Camusso, evidentemente, piace il vino, a Bonanni l’olio santo e ad Angeletti la cedrata Tassoni. Trecento qui, trecento la se,a settembre, non troviamo i nostri “spartani” e le nostre Termopili, sarà un massacro.
Leo Rugens