Esclusivo: il piano della Russia per invadere l’Europa

Il 16 settembre 2014, qualcuno di noi era particolarmente di buon umore (o forse, più facilmente, di umore pessimo) e ha scritto questo post, firmandolo La Redazione.

Noi pensiamo di sapere che in realtà a fare lo scoop (un falso plateale!) sia stata Dionisia quella di noi più addentro ai mondi eurasiatici. Un lettore ritenne, in quelle ore, poco seria la nostra ipotesi. Oggi, due personaggi niente male, Lavrov e Kotzias (uno il Ministro degli Esteri russo l’altro il collega greco), stanno parlando di cose complesse a Mosca. Forse solo di debiti verso la Germania , forse d’altro.  La guerra dicono alcuni megafoni italioti è sempre da evitare!  Certo, se la si pensa così , non è opportuno svegliare l’orso che dorme. Inferocitosi,  potrebbe, balzo dopo balzo, arrivare in due giorni a Kiev ( come abbiamo ipotizzato nel nostro gioco provocatorio) e poi non fermarsi più. E quello che sembrava una ipotesi fantapolitica, divenire la più atroce delle realtà.

Oreste Grani/Leo Rugens che oggi riblogga un post dedicato a  ciò che quattro mesi fa sembrava impossibile.  192

“Se volessi le truppe russe potrebbero essere in due giorni non solo a Kiev, ma anche a Riga, Vilnius, Tallinn e Varsavia o Bucarest” by Vladimir Putin

Non abbiamo dubbi circa la veridicità di queste parole e nemmeno che l’ex agente del KGB a capo del Cremlino abbia un po’ i nervi scossi. Sarà vero che in Patria lo amano alla follia – accade sempre così con i dittatori e con gli uomini che fanno paura – ma da che mondo e mondo la fortuna può girare le spalle all’improvviso e dall’oggi al domani ti ritrovi tutto il mondo contro, soprattutto se perdi una guerra.

Siamo certi che la Russia abbia un piano di invasione non solo di: Ucraina, Romania, Polonia e Repubbliche Baltiche bensì che miri all’intera Europa, giacché quel piano segretissimo è nelle nostre mani da tempo; è giunta l’ora che anche i nostri lettori lo condividano. L’Ucraina è solo un pretesto.

Approfittando delle consuete manovre militari di Primavera, a un ordine, trentamila carri armati e tutti gli uomini delle unità corazzate e motorizzate, con i mezzi semoventi e i mezzi anfibi si lanceranno all’ovest, attraversando d’impeto l’Elba e penetrando nella Germania per puntare sulla Francia e sui porti della Manica.

Precedendoli, cinquantamila paracadutisti saranno lanciati su oltre cinquanta località per occupare i principali aeroporti nucleari tattici dei francesi in Francia e degli americani e degli inglesi in territorio tedesco. Altri centomila paracadutisti saranno lanciati sui quattro paesi scandinavi, per impadronirsi delle capitali e delle principali arterie, con un massiccio appoggio navale lungo le coste.

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L’avanzata militare eviterà l’Italia e la penisola iberica, ai cui governi filorussi sarebbe imposto dagli ambasciatori russi di restare fuori dal conflitto, con la minaccia della distruzione qualora vi prendessero parte [ndr: vista la solerzia con cui il Ministro Alfano ha ubbidito all’ambasciata del Kazakhstan l’analisi è calzante]. Entro cinque anni, del resto, i due Paesi cadranno in grembo alla Russia come pere mature. Con la Grecia, la Turchia e i Balcani, esclusi la alleata Serbia, ci si regolerà analogamente. La Svizzera sarà evitata, e l’Austria semplicemente attraversata.

La zona principale dell’attacco e dell’occupazione è costituita dai tre paesi del Benelux, dalla Francia e dalla Germania. L’Inghilterra, come preludio, deve essere paralizzata dagli scioperi e gettata nel caos dall’estrema sinistra, la quale, in base alle istruzioni, inscenerà dimostrazioni per il non intervento. Londra sarà informata che se impiegasse le sue forze nucleari a est dell’Elba sarà cancellata.

Nel corso dell’intera operazione, la Russia chiederà un immediato cessate il fuoco in ogni capitale del mondo e alle Nazioni Unite, sostenendo che le ostilità sono locali e limitate all’Ucraina dell’Est, tesi cui quasi tutte le sinistre europee non ucraine crederanno.

L’impiego delle armi nucleari tattiche nel territorio ucraino non può essere escluso.

All’operazione parteciperanno due milioni di soldati a fronte di una perdita stimata di duecentomila unità.

Tempo previsto, cento ore dall’attraversamento dell’Elba.

Siamo certi che gli USA risponderanno all’attacco con le proprie forze d’urto nucleari e che la Cina non resterà a guardare.

La redazione

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